ATTO SECONDO
QUADRO PRIMO
SCENA PRIMA
Orrida caverna al di là del fiume Cocito, offuscata poi
in lontananza da un tenebroso
fumo, illuminato dalle fiamme che ingombrano tutta quella orrida abitazione.
Appena cangiata la scena, al suono di orribile sinfonia comincia il ballo delle
Furie e degli
Spettri, che viene interrotto dalle armonie della lira d'Orfeo: e questo
comparendo poi
sulla scena, tutta quella turba infernale intuona il seguente
Coro
Chi mai dell'Erebo
Fra le caligini,
Sull'orme d'Ercole
E di Piritoo
Conduce il pié?
D'orror l'ingombrino
Le fiere Eumenidi,
E lo spaventino
Gli urli di Cerbero,
Se un Dio non è.
(gli Spettri ripigliano le danze, girando intorno ad Orfeo per spaventarlo)
Orfeo
Deh! placatevi con me.
Furie, Larve, Ombre sdegnose...
Coro
No...
Orfeo
Vi renda almen pietose
Il mio barbaro dolor.
Coro
(raddolcito e con espressione di qualche compatimento)
Misero giovine!
Che vuoi, che mediti?
Altro non abita
Che lutto e gemito
In queste orribili
Soglie funeste.
Orfeo
Mille pene, ombre sdegnose,
Come voi sopporto anch'io;
Ho con me l'inferno mio,
Me lo sento in mezzo al cor.
Coro
(con maggior dolcezza)
Ah qual incognito
Affetto flebile,
Dolce a sospendere
Vien l'implacabile
Nostro furor!
Orfeo
Men tiranne, ah! voi sareste
Al mio pianto, al mio lamento,
Se provaste un sol momento
Cosa sia languir d'amor.
Coro
(sempre più raddolcito)
Ah quale incognito
Affetto flebile,
Dolce a sospendere
Vien l'implacabile
Nostro furor!...
Le porte stridano
Su' neri cardini
E il passo lascino
Sicuro e libero
Al vincitor.
(le Furie e gli Spettri cominciano a ritirarsi, e dileguandosi per entro
le scene,
ripetono l'ultima strofa del coro; il quale, continuando sempre, frattanto che
si
allontanano, finisce in un confuso mormorio).
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