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Nicola Francesco Haym Giulio Cesare IntraText CT - Lettura del testo |
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Cesare, Achilla, poi Sesto e Nireno (Giulio Cesare, da una parte, poi Sesto dall'altra con Nireno, ed Achilla, steso sul margine del porto mortalmente ferito)
non tronca ancor lo stame alla mia vita! Ma dove andrò? e chi mi porge aita? al monarca del mondo errar conviene? al mio dolor. Dite, dov'è, che fa di questo cor. Ma d'ogni intorno i' veggio l'infortunate arene, segno d'infausto annunzio al fin sarà.
(Entrano Sesto e Nireno, in veste bellica e
Cerco invan Tolomeo per vendicarmi, e il mio destino spietato a me l'asconde.
(sul margine del porto, mortalmente ferito)
(da se'): udir io voglio, e penetrar chi sono.
(a Sesto): E' questi Achilla, in mezzo al sen piagato.
(Da se'):
(ad Achilla):
(a Nireno): deh, se dia mai che ti conceda il fato alla bella Cornelia, al sol di Roma, che consigliò di Pompeo la morte....
(da se'): (Ah, scellerato! )
(da se'): (Ah, iniquo!)
contro Cesare ordì l'alta congiura...
(da se'): (Ah, traditor!)
(da se'): (Fellone!)
Sol per cagion di vendicarsi un giorno giunse in tal notte a spirar l'alma in guerra. nel più vicino speco a questo segno ad ubbidir son pronti; con questi puoi per sotterranea via penetrar nella reggia, e in breve d'ora e insieme far che vendicato io mora. (dà il sigillo a Sesto e spira)
Tu scaglia intanto del traditor nell'onde.
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