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Nicola Francesco Haym Giulio Cesare IntraText CT - Lettura del testo |
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Cleopatra con guardie, damigelle egizie,
(frale sue damigelle che piangono) Voi che mie fide ancelle un tempo foste, or lagrimate invan, più mie non siete. a me vi toglie, e a me torrà la vita. (S'ode strepito d'armi nella scena) Ah sì! più mie non siete, spirar l'alma Cleopatra or or vedrete.
(entra con spada nuda in mano e soldati) Forzai l'ingresso a tua salvezza, oh cara!
(alle guardie) Olà, partite ormai, empi ministri Cesare così vuol, pronti ubbidite!
Ah! ben ti riconosco, Ombra, no, tu non sei, Cesare amato. (corre ad abbracciarlo)
Ha cangiato vicende il nostro fato.
Come salvo ti vedo?
ogni ascosa cagion del viver mio. Libera sei, vanne fra tanto al porto, e le disperse schiere in un raduna; colà mi rivedrai; Marte mi chiama all'impresa total di questo suolo. Per conquistar, non che l'Egitto, un mondo, basta l'ardir di questo petto solo.
Da tempeste il legno infranto, Così il cor tra pene e pianto,
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