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Nicola Francesco Haym Giulio Cesare IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena quarta Curio, Sesto, Cornelia
CURIO Già torna in se'.
SESTO Madre!
CURIO Cornelia!
CORNELIA (che ritorna in se') Oh stelle! Ed ancor vivo? Ah! tolga quest'omicida acciaro il cor, l'alma al sen. (vuol rapire la spada dal fianco di Sesto per isvenarsi, e Curio la frastorna)
CURIO Ferma! Invan tenti tinger di sangue in quelle nevi il ferro. Curio, che ancor t'adora, e sposa ti desia, se pur t'aggrada, vendicarti saprà con la sua spada.
CORNELIA Sposa a te?
CURIO Sì.
CORNELIA Ammutisci!
SESTO Tu nemico a Pompeo, e tanto ardisci?
CURIO Cornelia, se m'aborri, m'involerò al tuo aspetto; sol per non molestarti, giurerà questo cor di non amarti. (parte)
SESTO Madre!
CORNELIA Viscere mie!
SESTO Or che farem tra le cesaree squadre, tu senza il caro sposo, io senza il padre?
CORNELIA Priva son d'ogni conforto, e pur speme di morire per me misera non v'è. Il mio cor, da pene assorto, è già stanco di soffrire, e morir si niega a me. (parte)
SESTO Vani sono i lamenti; è tempo, o Sesto, ormai di vendicar il padre; si svegli alla vendetta l'anima neghittosa, che offesa da un tiranno invan riposa. Svegliatevi nel core, furie d'un alma offesa, a far d'un traditor aspra vendetta! L'ombra del genitore accorre a mia difesa, e dice: a te il rigor, Figlio si aspetta. (parte)
Cambiamento Gabinetto di Cleopatra
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