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Nicola Francesco Haym Giulio Cesare IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena settima Cesare, poi Curio, Cleopatra (nelle vesti di Lidia), Nireno
CESARE Alma del gran Pompeo, che al cenere suo d'intorno invisibil t'aggiri, fur'ombre i tuoi trofei, ombra la tua grandezza, e un'ombra sei. Così termina al fine il fasto umano. Ieri che vivo occupò un mondo in guerra, oggi risolto in polve un'urna serra. Tal di ciascuno, ahi lasso! il principio è di terra, e il fine è un sasso, Misera vita! oh, quanto è fral tuo stato! Ti forma un soffio, e ti distrugge un fiato.
CURIO (entra, introduce Cleopatra e Nireno) Qui nobile donzella chiede chinarsi al Cesare di Roma.
CESARE Se n' venga pur.
CLEOPATRA Tra stuol di damigelle io servo a Cleopatra, Lidia m'appello, e sotto il ciel d'Egitto di nobil sangue nata; ma Tolomeo mi toglie, barbaro usurpator, la mia fortuna.
CESARE (da se'): (Quanta bellezza un sol sembiante aduna!) Tolomeo sì tiranno?
CURIO (da se'): (Se Cornelia mi sprezza, oggi a Lidia rivolto collocherò quest'alma in sì bel volto).
CLEOPATRA (s'inginocchia avanti Cesare e dice piangendo): Avanti al tuo cospetto, avanti a Roma, mesta, afflitta e piangente chieggio giustizia.
CESARE (da se'): (Oh dio! che innamora!) (leva da terra Cleopatra) Sfortunata donzella, in breve d'ora deggio portarmi in corte, oggi colà stabilirò tua sorte. (da se') (Che bel crin!)
CURIO (da se'): (Che bel sen!)
CLEOPATRA Signor, i tuoi favori legan quest'alma.
CESARE E la tua chioma i cori. Non è sì vago e bello il fior nel prato, quant'è vago e gentile il tuo bel volto. D'un fiore il pregio a quello solo vien dato, ma tutto un vago aprile è in te raccolto. (parte con Curio)
NIRENO Cleopatra, vincesti; già di Cesare il core tributario al tuo volto amor ti rende, e tutto il suo voler da te dipende.
CLEOPATRA Cerchi pur Tolomeo con empietà di cor le vie del trono, che a me d'avito regno farà il Nume d'amor benigno dono. Tutto può donna vezzosa, se amorosa scioglie il labbro, o gira il guardo. Ogni colpo piaga un petto, se difetto non v'ha quel che scocca il dardo.
(mentre Cleopatra vuol partire, vien ritenuta da Nireno)
NIRENO Ferma, Cleopatra, osserva, qual femmina dolente con grave passo e lacrimoso ciglio quivi si porta.
CLEOPATRA Al portamento, al volto donna volgar non sembra; osserviamo in disparte la cagion del suo dolo. (si ritirano)
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