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Nicola Francesco Haym Giulio Cesare IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena decima Achilla, Tolomeo (con seguito e guardie), Cornelia e Sesto (Cornelia e Sesto entrano)
ACHILLE Sire, con Sesto il figlio questa è Cornelia.
TOLOMEO (da se'): (Oh che sembianze, Amore!)
CORNELIA Ingrato, a quel Pompeo, che al tuo gran padre il diadema reale stabilì sulla chioma, tu recidesti il capo in faccia a Roma?
SESTO Empio, ti sfido a singolar certame; veder farò con generosa destra aperto a questo regno che non sei Tolomeo, che un indegno.
TOLOMEO Oh là! da vigil stuol sian custoditi questi Romani arditi.
ACHILLA Alto signor, condona il lor cieco furor!
TOLOMEO Per or mi basta ch'abbia garzon sì folle di carcere la reggia. (accenna alla guardie) Costei, che baldanzosa vilipese il rispetto di maestà regnante, nel giardin del serraglio abbia per pena il coltivar i fiori. (piano ad Achilla) Io per te serbo questa dell'alma tua bella tiranna.
ACHILLA Felice me!
TOLOMEO (da se'): (Quanto costui s'inganna!) (parte con seguito)
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