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Nicola Francesco Haym Giulio Cesare IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena quinta Cornelia, poi Sesto
CORNELIA (che rientra) Su, che si tarda? or che partì il lascivo, un generoso ardir l'onor mi salvi; tra le fauci de' mostri mi scaglierò da queste eccelse mura, cibo sarò di fiere; non paventa il morir un'alma forte. Addio Roma, addio Sesto! Io corro a morte.
SESTO (entra) Ferma! che fai?
CORNELIA Chi mi trattiene il passo?
SESTO Madre!
CORNELIA Madre? che veggio? Figlio, Sesto, mio core! Come qui ne venisti!
SESTO Io, per sottrarti al regnato lascivo di Niren con la scorta quivi occulto mi trassi.
CORNELIA Troppo è certo il periglio in cui, figlio, t'esponi.
SESTO Chi alla vendetta aspira vita non cura, oh madre. Sì cadrà Sesto, o cadrà il tiranno.
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