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Nicola Francesco Haym
Giulio Cesare

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  • Atto Secondo
    • Scena undicesima
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Scena undicesima

Sesto, Cornelia

 

SESTO

Ecco in tutto perduta

la speme di vendetta!

Ferro, inerme ti vedo;

io per non più soffrir morte a te chiedo.

(tira la spada per uccidersi)

 

CORNELIA

Fermo? che fai? se perverso il destino

fè vano il colpo, invan disperi, oh Sesto.

 

SESTO

Or che Cesare è estinto

che più sperar possiamo?

 

CORNELIA

Animo, ardire!

Niren già t'apre il passo; al campo vanni;

colà tu rivedrai l'empio tiranno,

e a lui fa poi mirar con alma forte,

che incontrar sai, non paventar la morte.

(parte)

 

SESTO

(solo)

Seguirò tanto con ignoto passo

ogn'orma del tiranno,

finché  nel suo periglio

farò che cada esangue

del padre l'uccisor per man del figlio.

L'aure che spira

tiranno e fiero

egli non merta

di respirar.

Mi sveglia all'ira

quel cor severo,

sua morte solo

mi può placar.

 

 




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