XVIII.
Il trionfo
del nobile Barbarani.
Al
Club, dopo che la signorina Emma Dionisy è guarita
perfettamente e s’è fatta più bella di prima.
Il
nobile Barbarani (vispo e saltellante in mezzo al solito circolo
dei fashionables) Dunque, adesso, son proprio content! I
fatti, benissim, cominciano a rendermi giustizia! Questo
cacciatore di doti, che io ho avuto l’imprudenza, la
leggerezza, la vanità di voler portare in giro e ficcar
dappertutto! precisament, ha rifiutato la mano della signorina
Dionisy.
Uno
dei fashionables (dondolandosi
sulla poltrona, anche per tutti gli altri che approvano coi cenni del
capo) Se
fosse vero, per parte di questo Mari, sarebbe assolutamente
imperdonabile. Ha messo la famiglia Dionisy tutta sossopra; ha fatto
ammalare la ragazza; le ha fatto andar a monte l’altro
matrimonio col Sebastiani. Se adesso si ritira — parbleu!
— sarebbe una canagliata.
Barbarani.
Ritirarsi?... Un moment.
— Hai
detto tu stesso che ha rifiutato la mano della Dionisy.
— Rifiutata?...
Un moment!
Giordano Mari — posso proprio vantarmi — si è
condotto perfettissimamente; non poteva essere più delicato.
Ha fatto tutte le dichiarazioni più ampie e più
lusinghiere tanto per la ragazza, quanto per la famiglia. Ma finchè
non ha raggiunto quella posizione sicura, per quanto modesta, che gli
possa assicurare un’assoluta indipendenza, per lo stesso
rispetto che deve alla signorina ed a sè stesso, intende di
procra... di protra... di procrastinare, magari infinitamente, il
matrimonio; lasciando, ben inteso, la signorina Dionisy interamente
libera e tenendosi lui, viceversa, impegnatissim!
(la rabbia
gli fa mancare la voce: colpetto di tosse).
E questo, da parte sua, non mi sembrerebbe una canagliata;
ma piuttosto — benissim
— l’indizio di un animo delicato e aristocratichi...
aristocratici... aristocratichissimo!
Si presenta appunto al concorso, per la cattedra di storia, non so
più se a Bologna o a Firenze.
— E
se non vince il concorso?
— Impossibile.
Intanto, l’Albertoni, è ministro dell’istruzione
pubblica.
— Ma
era ostile, contrario a questo matrimonio.
— Appunto,
adesso ha l’obbligo, per imparzialità, di non mettere,
come si dice, il bastone fra le ruote.
— Ma
e... i titoli?
— Ne
ha addirittura una raccolta. Potrebbe essere professore di Università
da dieci anni, se l’avesse voluto!... E poi basterebbe
l’Ambrogio.
— …..?
— Ambrogio
vescovo nella civiltà de’ suoi tempi.
Non hai letto il saggio nella Nuova
Rassegna?
No? Bisogna leggerlo; è importantissim!
È la prova di una coltura, di un’erudizione veramente
straordinaria. Prestissimo, tutta l’opera, illustrata, sarà
pubblicata appunto dall’Amodei, il quale per scegliere le opere
e gli autori, me lo diceva l’altra sera anche Guido Bardi, ha
un naso straordinarissim.
— Certo,
per la signorina Dionisy, occorreva un uomo di talento. Ma non è
più.... tanto giovane.
— Proporzionatissimo
alla Dionisy, che ha passato i venti e forse anche i ventidue. È
un pezzo che cercavano di maritarla. Trovano un nome, che se non è
aristocratico, è celebre; un uomo di talento e di cuore.
Subito, appena ha saputo che la Dionisy era indisposta, si è
precipitato, incognito, da Padova a Milano, rimanendo chiuso,
nascosto all’albergo del Nord per quasi un mese, non vedendo
altri che il Borghetti, al quale leggeva il suo Ambrogio
e che ha del Mari una stima straordinaria. Sì, sì; per
parte mia, son proprio content!
Anche donna Fanny, la quale la aveva a morte contro Giordano Mari, da
un momento all’altro, non so come, improvvisamente, certo
perchè la verità vien sempre a galla e finisce col
trionfare, si è schierata, invece, con Guido Bardi, tutta
dalla sua parte. Anche sua suocera!... Per me, e posso proprio
vantarmene, dopo tanti dispiaceri, è stato il mio più
bel trionfo!
— Ormai,
di nemici, questo tuo Giordano Mari, non avrà più che
il Sebastiani.
— Perchè?
— Non
voleva sposarla? Non è innamorato della Dionisy?
Il
Barbarani. Mai più! (colpetto di tosse) Adesso Nino
Sebastiani è innamoratissim della Tina di Lorenzo.
FINE DELLA
PRIMA PARTE
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