Notizie statistiche dell'ergastolo
di S. Stefano
Nell'ergastolo di S. Stefano fino all'ultimo giorno del mese
di Giugno 1852 stavano settecento cinquantotto condannati, i quali sono
distinti così:
Condannati all'ergastolo
|
631
|
Condannati ai ferri duri
|
118
|
Condannati ai ferri nel presidio,
e mandati in S. Stefano per castigo ordinato proprio dal Re
|
9
|
|
758
|
Stanno in novantanove camerini, dei quali i più larghi sono sedici
palmi in quadro. Undici camerini sono addetti ad uso di ospedale. In ciascun
camerino stanno otto, nove, dieci, e più condannati: un tempo ve n'erano
stivati anche quattordici quando la ciurma passava i mille.
Dal numero totale bisogna togliere ventotto condannati
politici, dei quali tredici sono nell'ergastolo, e quindici nei ferri: onde i
condannati per delitti sono 730. I politici non sono in luogo separato, ma
sparsi nelle celle con gli altri condannati. I soli preti sono divisi da tutti
gli altri, e fra essi i condannati a ferri, non portano catena.
Condannati a ferri
Non si può dare esatta contezza de' condannati a ferri duri,
perché questi per premio o per pena sogliono spesso passare da un bagno
all'altro. In S. Stefano ce ne debbono stare sempre intorno a un centinaio per
servigio degli ergastolani, che non possono uscire mai dal recinto in cui sono;
e per coltivar l’isola, che il Governo ha conceduta a censo, coll'obbligo di
dar non meno di trenta forzati per lavorare la terra. I condannati a ferri duri
sono distinti a questo modo:
Politici, tra cui quattro preti
|
15
|
|
Lavoratori, che escono a coltivare
la terra
|
35
|
|
Serventi degli ergostolani
|
12
|
|
Infermieri
|
10
|
|
Serventi degl'impiegati
|
4
|
|
Cucinieri
|
6
|
|
Monaci mandati per castigo
|
3
|
|
Preti mandati per castigo
|
4
|
|
Scrivani
|
2
|
|
Senza distinzione i rimanenti, o
ammalati
|
27
|
|
|
|
|
118
|
|
|
|
|
|
Di essi non si parlerà, perché ora non importa parlare.
Ergastolani
Dai registri dell'ergastolo compilati da scrivani, che sono
stati sempre alcuni condannati che non sapevano più di leggere e scrivere, non
si può cavare alcuna esatta notizia. Essi sono in gran parte dispersi,
lacerati, venduti: la parte che resta è fatta assai male. Di alcuni antichi
ergastolani non è scritto che il solo nome, senza indicazione di patria, di
età, di misfatto: per modo che tutti questi disgraziati non sono altro che una
cifra numerica. Eppure la legge comanda che sia tenuto un registro esattissimo
in ogni bagno, e che, dopo il nome e le indicazioni che distingue ogni
condannato, vi sia copia dell'estratto della decisione che lo condannò. Nella Ispezione
generale de' Rami Alieni della Real Marina, sta il registro generale di
tutti i condannati: ma solamente quelli che non sanno arrossire possono leggere
quella segreta vergogna del Governo. Io dirò veramente quel che ho potuto
conoscere, avendo interrogato questi miseri tra cui sono stato gettato, avendo
osservato e notato ogni cosa con diligenza.
1a Categoria — Misfatti
Per omicidio e furto
|
291
|
|
Omicidio e recidiva
|
227
|
|
Omicidio premeditato
|
15
|
|
Uxoricidio
|
14
|
|
Fratricidio
|
10
|
|
Uxoricidio e fratricidio
|
1
|
|
Parricidio
|
3
|
|
Matricidio
|
2
|
|
Feticidio
|
2
|
|
Omicidio e stupro
|
3
|
|
Omicidio in chiesa
|
2
|
|
Omicidio e fuga dalla galera
|
6
|
|
Omicidio per sortilegio
|
1
|
|
Avvelenamento
|
2
|
|
Furti molti con ferite
|
9
|
|
Furto sacro
|
5
|
|
Omicidio e falsamoneta
|
1
|
|
Furto e falsamoneta
|
4
|
|
Falsamoneta
|
5
|
|
Falsità di carte
|
2
|
|
Reato militare
|
6
|
|
Omicidio per causa politica
|
6
|
|
Per reato politico, e poi per
omicidio in carcere
|
1
|
|
Per causa politica
|
13
|
|
|
|
|
631
|
|
I condannati per omicidio e furto sono la maggior parte briganti
che han corso la campagna in comitiva armata, commettendo molti omicidi, e
furti, e devastazioni, ed incendi. Il numero di costoro è grande sì perché sono
stati sempre esclusi da ogni grazia o indulgenza sovrana, e perché dopo i
politici avvenimenti del 1848 sursero molti giovani briganti, come suole
avvenire, massime in Calabria.
I condannati per omicidio e recidiva sono i peggiori, perché
hanno percorsa tutta la scala de' delitti e de' misfatti: ed anche essi sono
stati esclusi sempre da ogni grazia. Entrarono in carcere per lieve furto, o
ferita, alcuno ancor fanciullo per aver rubato un fazzoletto; dal carcere
passarono alla galera, dalla galera all'ergastolo. Tra i recidivi ce ne ha
ventinove che hanno commessi altri omicidii nell'ergastolo, e che aspettano
alla volta loro di essere uccisi da altri: dappoiché la Corte Criminale
all'ergastolano che uccide l'ergastolano suol dare lieve pena di battiture, di
catena, o di restrizione nel camerino.
Grande era anche il numero di condannati per delitti di
sangue senza furto e senza recidiva, ma nel 1848 intorno a dugento ergastolani
per indulto sovrano discesero alla pena di venticinque anni di ferri. La
maggior parte di quelli che ora vi sono, vennero dopo il 1848. Taluno potrebbe
domandare: Giova egli alla pubblica morale condonare o diminuire la pena del
fratricida, del parricida, del matricida, e negar poi ogni speranza di perdono
a chi rubò per miseria ed uccise per nascondere il furto? La proprietà adunque
è cosa più sacra della paternità, della maternità stessa? Uno dei due matricidi
è demente. Si dice che non egli ma un garzone uccise sua madre: e che sua
sorella, sposata ad un gendarme, per impossessarsi di tutto il patrimonio,
incolpò questo infelice, che dopo la condanna finì di perdere il senno che non
ebbe mai intero. Sarebbe vero che ancor vive e gode una tal donna?
L'omicida per sortilegio è uno, che ingannato da un
ciurmadore, con altri uccise un fanciullo per ritrovare un tesoro.
2a Categoria — Pene
Sono condannati alla pena
dell'ergastolo
|
439
|
Condannati alla pena di morte, per
grazia commutata in quella dell'ergastolo
|
134
|
Condannati a più pene di ferri le
quali oltrepassando i trent'anni si debbono per legge espiar nell'ergastolo
|
58
|
|
631
|
La pena dell'ergastolo fu stabilita dal Codice delle leggi
pubblicato il 1819. Prima di questo tempo v'era la pena de' ferri in vita,
la quale, non ostante la nuova legge, durò per altri cinque anni sino al 1824;
quando alcuni condannati politici invocando la legge per sé e per tutti gli
altri, ottennero che gli ergastolani stessero senza ferri, ed avessero cinque
grani al giorno, oltre il pane e la zuppa. Con sovrano rescritto de' 20
Febbraio 1837 fu promesso a quei condannati all'ergastolo che per trent'anni
serbarono buona condotta di poter sperare la sovrana clemenza: ai
condannati a morte no, perché già ebber grazia del capo. Per effetto di questo
rescritto fino al giorno ultimo di Giugno 1852 solamente sei ergastolani,
avendo compiuti trent'anni di buona condotta, sono stati quattro liberati, due
relegati nell'isola di Ventotene.
Ventisei ergastolani han compiuti, o tra pochi mesi
compiranno trent'anni di pena: cinque tra essi attendono di uscire. Gli altri
son condannati a morte, o recidivi che furono anche altri anni in galera. Vi
sono due vecchi che tra galera ed ergastolo sono stati cinquant'anni senza
uscirne mai: si chiamano Giuseppe Mandarano Calabrese, Andrea Rizzo Abruzzese:
sono ancora robusti e temuti.
3a Categoria — Età
Sono maggiori di cinquant'anni
|
227
|
Fra i quaranta ed i cinquanta
|
203
|
Minori di quaranta
|
201
|
|
631
|
V’è un vecchio di 84 anni con un figliuolo di cinquantuno,
condannati entrambi per uno stesso misfatto di omicidio, e furto del procaccio e
sono nell'ergastolo da ventidue anni. V’è pure un farmacista col figliuolo
giovane di ventisette anni, condannati di uno stesso misfatto d'omicidio e
furto.
La salubrità dell'aria e la regolarità della vita mantiene
nei corpi la naturale durezza: per modo che non solo i 404 che non giungono a
cinquant'anni, ma anche quelli che passano questa età sarebbero atti a gravi
fatiche. Tra i sei liberati era un Carmino Cerulli di Schiavi nel Chietino,
vecchio di 92 anni, ma duro, asciutto, con tutti i denti, tutte le facoltà
mentali, e gran parte delle forze giovanili! L'ubbriachezza, le libidini, le
risse cui seguono le ferite e le battiture fanno ammalare e morire
gl'indomabili per lo più di tisi.
4a Categoria — Patria
Provincia
di Napoli
|
43
|
Terra di
Lavoro
|
76
|
Principato
citeriore
|
50
|
Principato
ulteriore
|
44
|
Molise
|
36
|
Abruzzo
citeriore
|
26
|
Abruzzo
ultra 1°
|
32
|
Abruzzo
ultra 2°
|
11
|
Capitanata
|
38
|
Terra
di Bari
|
39
|
Leccese
|
11
|
Basilicata
|
30
|
Calabria
citeriore
|
117
|
Calabria
ultra 2a
|
30
|
Calabria
ultra 1a
|
28
|
Siciliani,
avanzo di oltre cinquanta già rimandati in Sicilia
|
6
|
Svizzero,
di Friburgo, cattolico
|
1
|
Politici
|
13
|
|
631
|
Le cifre di questa categoria, senz'altra dimostrazione,
indicano da se stesse quale è la condizione morale di ciascuna provincia del
Regno, e fanno congetturare quale dev'essere il numero dei misfatti puniti con
pene minori a quella dell'ergastolo. Facile cosa è, per me ora difficile,
conoscere la popolazione di ciascuna provincia, e vedere che proporzione corre
tra la popolazione di ciascuna e i suoi condannati all'ergastolo. Con un
semplice sguardo il lettore può vedere che i Calabresi son quasi un terzo di
tutti i condannati, sono doppii dei Pugliesi, e quasi tre volte più degli
Abruzzesi, che il maggior numero appartiene alla provincia di Cosenza, stata
sempre un semenzaio di delitti e di briganti; un numero forte appartiene alla
vasta provincia di Terra di Lavoro ed il minimo alle due provincie di Aquila e
di Lecce; che nelle provincie attorno alla metropoli i massimi delitti sono più
frequenti che nelle lontane.
Se verrà tempo in cui il nostro governo verrà a mano di
uomini vogliosi di far bene, queste cifre potranno indicare dove è il maggior
male, invitarli a considerarne le vere ragioni, ed apprestarvi i rimedi
efficaci.
Vi sono quindici ergastolani bilingui, appartenenti
ai paeselli albanesi di Calabria, di Molise, e di Capitanata. Oltre di questi,
due condannati politici albanesi di Calabria, un ergastolano giovane studente
di 26 anni, ed un condannato a ferri proprietario, di 64 anni.
5a Categoria — Gli ergastolani
Considerati
rispetto alla popolazione del Regno di Napoli
Il numero degli ergastolani, tranne i politici, lo svizzero
ed i sei siciliani, è di 611; a cui bisogna aggiungere altri quaranta che per
cagioni particolari sono rinchiusi nei bagni d'Ischia e di Procida: onde la
somma dei condannati all'ergastolo per delitti comuni è di 651. La popolazione
del nostro reame di Napoli è d'intorno a sei milioni. Facendo un conto assai
largo, io trovo la proporzione di un ergastolano e mezzo per ogni diecimila
persone, e, se togli le donne, per ogni cinquemila uomini. Terribile
dimostrazione della corruzione morale del nostro popolo, e della noncuranza del
governo per educarlo. Io non so se in altra civile nazione, anche maggiore
della nostra, sia un numero sì grande di condannati a pena perpetua.
Forse qui non è fuori proposito osservare che nel Regno sono
quindici bagni, nei quali io non credo dilungarmi dal vero, anzi dir cosa molto
inferiore al vero, se dico che sono diecimila condannati a ferri; i quali
stanno alla intera popolazione come 1 a 600; e se togli le femmine come uno a
trecento. Se sono tanti i delitti maggiori quanti saranno i minori? quanti i
delitti non puniti? La Francia aveva ultimamente 6780 forzati nei tre bagni di
Tolone, di Brest, e di Roquefort: secondo la nostra proporzione di uno a 600,
avendo ella una popolazione di 36 milioni dovrebbe avere 60 mila forzati. Nella
Sicilia, che non contiene due milioni di abitanti, sono altri quindici bagni, e
numero poco minore di condannati: quindi la proporzione tra i delitti e la
popolazione cresce in modo più spaventevole.
Chi non sente pietà di tanti uomini cristiani i quali son
caduti nella maggiore di tutte le sventure, che è il delitto? O questi calcoli
non sono stati fatti, o se sono stati fatti chi conosce tanto male e non cerchi
di porvi rimedio, anzi ne gode, è belva più feroce dei ferocissimi ergastolani,
e meriterebbe esser separato da ogni umano consorzio.
6a Categoria — Morti e malattie
Il seguente specchietto abbraccia lo spazio di 6 anni e sei
mesi, cioè dal 1° Gennaio 1846 sino al 30 Giugno 1852.
1846
|
Uccisi
|
6
|
Morti
|
10
|
|
|
|
|
1847
|
Uccisi
|
6
|
Morti
|
11
|
|
|
|
|
1848
|
Uccisi
|
5
|
Morti
|
15
|
Suicida
|
2
|
Sergente ucciso
|
1
|
1849
|
Uccisi
|
10
|
Morti
|
18
|
Suicida
|
1
|
Custode ucciso
|
1
|
1850
|
Uccisi
|
7
|
Morti
|
14
|
|
|
|
|
1851
|
Uccisi
|
7
|
Morti
|
14
|
|
|
|
|
Giugno 1852
|
Uccisi
|
6
|
Morti
|
6
|
Suicida
|
1
|
|
|
|
Uccisi
|
45
|
Morti
|
88
|
Suicidi
|
4
|
Custodi
|
2
|
Non si tiene conto delle ferite, che sono molte, varie pericolose,
e per la bontà dell'aria e la dura tempera degli uomini risanano subito.
Il numero degli ammalati non si può conoscere dai registri
dell’Ospedale, perché spesso vanno all'Ospedale non per malattia ma per aver
riposo di mediocre letto e di cibo. Onde non si può far proporzioni fra gli
ammalati ed i sani. Nondimeno si può affermare che gli ammalati sono
pochissimi.
La malattia più frequente è la tisi, con la quale muoiono
quasi due terzi degli ammalati.
Circa la metà degli ergastolani hanno l'ernia, quantunque
non facciano alcun moto e sforzo. Questo male è comune ancora nelle galere. Si
vuole che ne siano cagione le fave che essi mangiano per cibo consueto, le
quali aggravano e debilitano i visceri, e dan poco nutrimento.
7a Categoria — Spesa
Ogni ergastolano sano costa grana 11 e mezzo al giorno, ogni
ergastolano ammalato costa grana 24 e mezzo al giorno, come ognuno può leggere
nel Contratto di appalto. Gli ammalati veri e finti, sogliono essere tra i 40 e
i 50: prendendo un numero medio, diremo dunque che sono 45.
586
|
ergastolani sani costano al giorno
|
D.ti 67,39
|
45
|
ergastolani malati costano al giorno
|
D.ti 11,02
|
631
|
|
78,41
|
|
|
30
|
|
Costano tutti ogni mese
|
D.ti
2352,30
|
Non metterò a calcolo il soldo di un comandante e di
quindici custodi, di trentasei veterani ed un uffiziale, di due cappellani, di
due chirurghi e tre pratici; pei quali tutti si spendono oltre i quattrocento
ducati il mese: non metterò a calcolo le spese per la manutenzione
dell'ergastolo, e per fabbriche che tuttodì si vanno facendo. Ma dico che con
seicento trentuno uomo e 2352 ducati al mese si potrebbe fare qualche cosa
buona e cristiana. Voi avete segregati questi uomini dalla società che essi
hanno gravemente offesa: ora che volete farne? Perché non li correggete col
lavoro? Perché togliete tanto danaro alla gente onesta ed industriosa per
nutrire poche centinaia di scellerati, che voi rendete anche più scellerati
vietando loro espressamente con una legge ogni specie di lavoro, e facendoli
marcire nell'ozio e nelle libidini più infami, più bestiali, più nefande?
Perché non costringerli ad un lavoro qualunque, che li renderebbe men tristi,
che farebbe risparmiare la metà della spesa che si fa per essi, che sarebbe
utilissimo alla stessa società che essi hanno turbata?
La spesa per i forzati sani e per gli ammalati è la medesima
che per gli ergastolani. E però ognuno può agevolmente conoscere quanto si
spenda ogni anno pei malfattori condannati, dai quali si trae poca o nessuna
utilità.
8a Categoria — Condizioni
Gli ergastolani sono la più parte dell'infima classe del
popolo, pastori che han veduto il lupo rubare ed uccidere le pecore, ed essi
han rubato ed uccisi gli uomini; bifolchi, bracciali, pochi e cattivi
artigiani. Gente rozzissima, che tiene ancor del macigno; di cui taluno non
dormì mai a letto, altri non mangiò mai carne di bue, altri non distingueva le
monete di rame, ed altri vedendo una sera una mensa imbandita (una mensa
nell'ergastolo!) s'inginocchiò credendo si dovesse celebrare una messa. Quando
io vedo taluno di costoro e gli parlo, io dubito fra me stesso se costui sia
nemico della società, o la società sia stata crudele nemica di costui. Qui
vennero a scuola di misfatti, di libidini, e di qualche mollizie: molti giovani
imparano a leggere e scrivere.
Vi sono dodici ergastolani di condizioni civili, cioè sette
per omicidio e furto, uno per omicidii, due per falsamoneta e furto, uno per
falsamoneta, uno per falsità di carte. Alcuni tra costoro sono vasi di ogni
nequizia.
Vi sono cinque monaci e quattro preti per delitti comuni. Un
monaco condannato all'ergastolo per aver rubato la sacra pisside con le ostie.
Un monaco condannato all'ergastolo per aver con altro monaco rubato ed ucciso
nel 1822 il Padre Onorati Professore di Agricoltura nella Università di Napoli;
l'altro monaco ebbe tronco il capo, egli, compiuti i trent'anni, aspetta di
esser liberato. Un monaco condannato a ferri per furto, e per stupro di una
fanciulla. Costui ebbe mozzo i piedi da colpi di scure, e giace in letto. Un
monaco condannato a ferri per furto con pubblica violenza. Un prete condannato
all'ergastolo, e per grazia disceso a pena di ferri, per aver rubata la sacra
pisside con le ostie. Tre preti, condannati a ferri per omicidio.
I condannati politici sono i seguenti
Ergastolani
1° Gennaro Placco, di Civita in provincia di Cosenza, di
anni 26, studente, dannato a morte, perché combatté a Castrovillari, dove fu
mutilato dell'indice della mano destra.
2° Giovanni Pollara di Palermo, proprietario, di 25 anni,
dannato a morte per aver combattuto a Castrovillari, dove fu mutilato
dell'occhio destro e dell'arco della globella.
3° Filippo Agresti, di Napoli, ex capitano di infanteria, di
anni 55, dannato a morte per la setta dell'unità italiana.
4° Salvatore Faucitano, di Napoli, appaltatore, di anni 44,
dannato a morte per la setta dell'unità italiana.
5° Luigi Settembrini, di Napoli, letterato, di anni 40,
dannato a morte per la setta dell'unità italiana.
6° Felice Barilla, di Mojano, sacerdote, di anni 43, dannato
all'ergastolo, per la setta dell'unità italiana.
7° Emilio Mazza, di Napoli, scribente, di anni 48, dannato
all'ergastolo per la setta dell'unità italiana.
8° Michele Aletta, di S. Giacomo in provincia di Salerno,
proprietario, di anni 59, dannato a morte per cospirazione e rivoluzione.
9° Innocenzo Veneziano, di Bagnara, chirurgo, di anni 49,
dannato a morte per cospirazione.
10° Filippo Falconi, di Leonessa in provincia d'Aquila, di
anni 52, ex ispettore di Polizia, dannato all'ergastolo per cospirazione.
11° Francesco Notaro, di Settingiano in provincia di
Catanzaro, di anni 55, proprietario, dannato all'ergastolo per cospirazione.
12° Francesco Bellantonio, di Reggio, di 24 anni, fornaio,
dannato all'ergastolo per cospirazione.
13° Ignazio Mazzei, di Tropea, di anni 53, maestro di
scherma, dannato all'ergastolo per cospirazione.
Condannati a ferri
14° Gaetano Margotta, sacerdote, di Montella in provincia di
Avellino, di anni 47, condannato ad anni 8 di ferri per la setta detta Società
Cristiana.
15° Francesco Surace, sacerdote, di Stefani in provincia di
Reggio, di anni 40, dannato ad anni 25 di ferri per cospirazione.
16° Domenico Cimino, sacerdote, di Petronia in provincia di
Catanzaro, di 40 anni, dannato a 25 anni per cospirazione.
17° Raffaele Piccolo, diacono, di Castagna in provincia di
Catanzaro, di 30 anni, dannato a 30 anni di ferri per cospirazione.
18° Francesco Comità, di Carafa in provincia di Catanzaro,
di anni 64, proprietario, dannato a morte, poi per grazia disceso a 30 anni,
per cospirazione.
19° Cosimo Postiglione, d'Eboli, di 28 anni, proprietario,
dannato a 19 anni per aver con parole sparso il malcontento contro il Governo.
20° Vincenzo d'Alessio, di Reggio, ex cancelliere di
giudicato regio, di anni 46, dannato a 25 anni di ferri per cospirazione.
21° Giuseppe Chianese, di Gioiosa, in provincia di Reggio,
farmacista, di anni 34, condannato a 19 anni di ferri per cospirazione.
22° Nicola Laureano, di Napoli, marinaio, di anni 34,
dannato a 29 anni di ferri per aver sparso il malcontento contro il Governo con
parole e con canzoni cantate dal carcere.
23°
Giuseppe Abbagnale, di anni 34, dannato a 24 anni.
24° Raffaele
Ruocco, di anni 50, dannato a 24 anni.
25°
Antonio Esposito, di anni 49, dannato a 20 anni.
26°
Domenico Pazzelli, di anni 35, dannato a 24 anni.
27°
Gaetano Mascolo, di anni 26, dannato a 24 anni.
28°
Alfonso Sabatino, di anni 24, dannato a 20 anni.
|
Contadini,
di Gragnano, presso Napoli, dannati per aver fatto parte di una Setta
detta Repubblica secondo disse la Corte Criminale che li condannò.
|
A questi si possono aggiungere i seguenti i quali alla causa
politica hanno aggiunto reato di sangue.
Angelo Stocchi, di Antrodoco, di anni 25, contadino, dannato
a 25 anni di ferri per omicidio provocato da una turba che voleva fargli dire
per forza Viva il Re.
Pasquale Marino, di Lauriano in provincia di Salerno,
dannato a due pene di ferri che oltrepassano i trent'anni per cospirazione, e
per aver eseguita una fucilazione nella rivoluzione del Vallo in Gennaio 1848.
Giandomenico Giuliano, Giuseppe la Longa, Michele Morandi,
Angelo Minenno, contadini ed artigiani di Venosa in Basilicata, dannati all'ergastolo
per aver ucciso popolarmente un medico, che impediva loro la divisione de'
terreni demaniali nel 1848.
Si tace il nome di colui che condannato per causa politica,
uccise nel carcere un suo compagno.
E qui per amore del vero non si deve tacere che Emilio Mazza
era già condannato alla galera per furto, e Nicola Laureano era stato molto
tempo in carcere come borsaiuolo. Laonde i veri ed onesti e puri politici sono
ventisei.
|