PARTE
PRIMA
PAGINE ROSEE
CAPITOLO
I.
Il bimbo.
In tutte le
leggi umane, ad ogni diritto fa riscontro un dovere. Ma il bimbo, piccino,
inconsapevole, fragile come il vetro, ed imperioso come un sultano, fa
eccezione alla legge generale.
Per lui tutto
è diritto, nulla è dovere.
Gli inglesi,
più serî, più freddi di noi, malgrado le loro esclamazioni continue sulla
famiglia, sull'Home, passano metà dell'anno girovagando in paesi
stranieri, e pel poco tempo che rimangono at home, hanno
provato il bisogno di inventare la nursery, una camera a parte,
dove relegano i bambini colle nutrici e le bambinaie.
Noi invece
amiamo meglio la famiglia, la casa in cui passiamo tutta la vita. I bimbi non
ci disturbano, non li isoliamo. Vivono con noi. Sono padroni di tutto
l'appartamento. Impariamo il loro linguaggio monco e, nell'intimità, ne
adottiamo la nomenclatura strampalata; li mettiamo a tavola con noi; vegliamo
ai loro bisogni, li vezzeggiamo, li chiamiamo con nomignoli graziosi ed
insensati. Ninì, Rirì, Lolò; conosco un bimbo che ha nome Fulvio,
ed è chiamato Fufù.
È il giorno
di ricevimento. La signora ha molte visite.
Ad un tratto
risuonano alte grida; non ci si intende più a discorrere. È Mimì che si desta; e
significa alla famiglia, sulla quale regna, che è stanco della posizione
orizzontale. La mamma sorride di beatitudine; se occorre, lascia un momento la
compagnia e corre ad esprimere con un bacio la sua ammirazione per quelle gesta
del piccolo despota. Nessuno pensa a biasimarlo; figurarsi! Sono così carine e
commoventi quelle note scordate d'una vocina di bimbo!
Mimì fa il
suo ingresso in sala nelle braccia della nutrice. Qualche cosa di grave lo
impensierisce; s'è sognato male, è ancora di cattivo umore. Non si degna di
salutare la compagnia; all'invito della mamma di compiere colla sua manina
quell'atto di civiltà, alza le spalline rosee e nasconde il volto in seno alla
balia, presentando la sua personcina... dal rovescio. È ancora nei suoi
diritti. E poi Mimì è così bellino da tutte le parti.
Avete un
amico di famiglia a pranzo; la mamma ha sorvegliato gli apparecchi con affetto.
Mimì troneggia vestito di bianco sul seggiolotto.
Osserva che
il babbo e la mamma fanno ogni maniera di cortesie a quel vecchio signore, che
sono felici di ospitarlo. Pensa che lui pure deve, come rappresentante della
famiglia, dimostrare la sua deferenza all'ospite intimo e caro. E togliendosi
dai labbruzzi il cucchiaino non completamente vuoto, lo porge rovesciato al
vecchio commensale. Tutti sorridono. Mimì sente d'aver compreso bene il suo
dovere, e per incoraggiare l'invitato ad accettare la sua offerta, gli carezza
il volto colla manina unta.... Com'è gentile Mimì!
Eppure
Melchiorre Gioia dice che è atto inurbanissimo il palpare il volto ad un
proprio eguale e peggio se maggiore d'età; e su questo argomento non
transige neppure cogli Dei, e scaglia acerbi rimproveri a Omero, per la
sconvenienza d'averci rappresentata Teti, in atto di palpare il volto a
Giove. Ma il bimbo è più padrone nel mondo che gli Dei nell'Olimpo.
La nutrice entra
con Mimì in una chiesa. Mimì ha il sentimento musicale sviluppatissimo.
L'organo lo commove piacevolmente; e lui accompagna con modulazioni che va
improvvisando quelle note solenni. Tutti si voltano, la nutrice gli dice che
quella è la casa del Signore. Ma Mimì è superiore a queste considerazioni. I
lumicini dell'altare lo divertono, è al colmo del tripudio, ed è troppo sincero
ed espansivo per dissimularlo, e si dà a far galloria con sussulti, e grida, e
contorcimenti.
Il sacerdote
intuona le litanie, il pubblico fa coro. Quelle voci alte, discordi, stonate,
offendono il senso artistico di Mimì. E lui esprime con alte strida il suo
disgusto, la sua disapprovazione.
La balia ha
avuto torto di esporlo a quella contrarietà. Ma Mimì ha ragione. È logico e
schietto. La sua legge è l'istinto. Non ne conosce altro.
*
* *
Finchè l'uomo
non fruisce dell'intelligenza e della parola, i due grandi e fatali privilegi
dell'umanità, il mondo non domanda nulla da lui.
Ma guai ai
primi passi, ai primi discorsi, alle prime riflessioni! ¾ Il giorno in cui il bimbo troverà
una ragione qualunque, bislacca fin che Dio vuole, per affermare un suo
diritto, evocherà d'un tratto una folla di doveri, che l'accompagneranno per
tutta la vita crescendo con lui, e moltiplicandosi come i germogli della vite,
ed i discendenti della sposa evangelica.
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