PARTE
QUINTA
CAPELLI BIANCHI
CAPITOLO
UNICO.
La
vecchia.
Invecchiare ¾ Toletta ¾ Suocera ¾
Divertimenti ¾
Ospitalità.
Quando la
vecchiezza si annuncia francamente, quando accetta con coraggio i suoi capelli
bianchi e le sue rughe, chi non l'ammira? chi non l'ama? chi non le si
inginocchia dinanzi, per ripeterle con un poeta gentile:
"Oh
lieta casa! Oh nido fortunato
Su cui
tu stendi l'ali!…"
Sgraziatamente,
le signore che sanno invecchiare decorosamente sono così poche....
Ve ne sono di
quelle che credono ringiovanire vestendosi come l'ultimo figurino, o imponendo
ai poveri ballerini di trascinarle in giro nelle feste da ballo....
Altre
ripetono a tutte le ore che si sono maritate giovani, giovanissime, bambine; se
ne ricordano appena, anzi, non se ne ricordano affatto; non farebbe loro
meraviglia, se udissero dire che sono nate maritate. E così si diventa mamme
all'età di giocare alla bambola, si è nonne a vent'anni, e s'invecchia presto.
Tutte Nonne scellerate.
Poi vi sono
quelle che propongono di non parlar mai dei propri anni, come se quel silenzio
dovesse impedire agli altri di pensarci.
E poi quelle
che, all'opposto, si scelgono una età primaverile e ne parlano continuamente,
persuase che, a forza di sentirla dire, si finirà per crederci. È un risultato
che ottengono unicamente sopra se stesse. Quasi sempre riescono a credere
davvero di avere l'età che confessano, ed agiscono giovanilmente che è una
pietà.
Ho udita non
poche volte una signora di settantacinque anni, dire con molte smorfiette
graziose:
¾ Eh! non
sono più giovine, cara signora. Quando si è fra i trentacinque e i quaranta...!
Aveva
spezzata la cifra e vi si era posta in mezzo; ed erano per lo meno dieci anni
che stava in quel bivio, fra i trentacinque ed i quaranta, senza aver il
coraggio di riunirli. E quando fu per morire chiamò il suo figlio primogenito
(aveva dei figli!) e gli espose la sua ultima volontà: che sulla lapide,
sull'epitaffio, sugli annunci funebri non le si attribuissero più di
quarantacinque anni. Povera donna! Davanti alla solennità della morte aveva
varcato il Rubicone, aveva accettato un lustro di più.... Ma non aveva potuto
andare più in là. Si può morire, ma non invecchiare.
Del resto, è
una debolezza innocente.
Alle volte
accade che col passare degli anni le forze non diminuiscono, sovente la salute
si rinfranca; i figlioli, cresciuti bene, danno minori pensieri e maggiori
gioie, le condizioni finanziarie migliorano, e la mamma, la nonna sessagenaria,
si sente ancora piena d'energia, di buon umore; si sente giovine....
Chi ha
sofferto per le debolezze peggiori dell'umanità, che si chiamano invidia, odio,
calunnia, menzogna, che inducono ad atti ignobili e perfidi, si sente il cuore
pieno d'indulgenza pei peccati veniali delle povere donne, che, senza far male
a nessuno, vorrebbero galvanizzare la bellezza e la gioventù: le due fonti di
ogni umana gioia!
Ma senza
arrogarmi il diritto di giudicarle, cito qui, per adempiere al compito assunto,
le regole che i galatei stabiliscono per le signore che hanno varcata la
sessantina.
Una signora
vecchia dovrebbe avere il coraggio di confessarsi vecchia, di parlare, di agire
come tale.
Le mode non
sono fatte pei capelli bianchi. Non è necessario che una vecchia si vesta come
un figurino antico; no, ma non deve vestire come nessun figurino. Abiti scuri,
lisci, per uscire; abiti neri o bianchi lunghissimi per casa. Nulla s'adatta
meglio alla vecchiaia che la maestà dello strascico, ed il bianco non disdice a
nessuna età. Le bizzarrie di rigonfi, di groppe, di cerchi, di toupé, che
appaiono tratto tratto nelle nostre mode, le esagerazioni d'ogni maniera, sono
sempre ridicole per una vecchia: la moda non la giustifica di portarle. L'unica
moda delle vecchie, sempre uguale, sempre bella è la dignità.
Una cuffietta
quand'è in casa. Mantelletto ampio o scialle per uscire, e cappello serio. Un
cappello di dimensioni giuste, che calzi, che copra gli orecchi.
Vogliono
crederlo a me, che ho più d'un secolo d'osservazione, e che amo e venero la
vecchiaia? Ebbene, vestite così sembrano avere dieci anni di meno; e vestite
alla moda, grazie al penoso contrasto tra la novità del vestire e l'antichità
della persona, acquistano dieci anni di più.
*
* *
La grande
rinomanza di Noemi per l'affetto che seppe ispirare a Ruth, ci prova quanto
siano rare le signore che sanno comprendere bene la loro situazione di suocera.
Eppure sarebbe
tanto facile.... accettare pienamente la loro parte di maternità verso la
nuora. Non altro.
Ma la parte
di maternità invecchia. L'ostacolo è sempre là. Col proprio figlio non
appariva. Un uomo è un'altra cosa. E poi l'amore di madre accomoda tutto. Ma
quella signora giovine, che viene a metterle un confronto accanto.... Eppure
una suocera deve accettare dalla nuora tutti quegli atti di deferenza, che si
devono dalla gioventù alle persone attempate. La destra a passeggio, sia a
piedi che in carrozza, il passo quando si tratta di entrare in qualche luogo,
la preminenza del saluto dai visitatori, la destra del camino o del divano nei
ricevimenti.
La suocera
deve astenersi di mettersi in terzo nelle visite, nelle passeggiate, nei
divertimenti dei due sposi; ma deve accompagnare la nuora, all'occorrenza,
quando è sola, presentarla ai conoscenti a cui non può presentarla il marito.
La suocera
che vive in casa col figlio ammogliato, cede alla nuora il maneggio di casa, e,
dal momento che suo figlio ha moglie, si mette a riposo. Malgrado l'età,
malgrado l'anzianità dei diritti, davanti alla società la padrona di casa è la
nuora, e la suocera deve saperlo riconoscere con quella doverosa rinunzia.
Agendo altrimenti, usurperebbe un diritto che non le spetta, si arrogherebbe
una padronanza in casa del figlio e della nuora, mancherebbe di delicatezza.
*
* *
I
divertimenti delle vecchie signore sono, oltre ai viaggi, la conversazione ed
il teatro. Nella conversazione possono tenere il primato; la loro esperienza e
la libertà dei discorsi che l'età concede, rendono piacevole ed interessante la
loro compagnia. Possono prender parte ai giochi seri se sanno di farlo bene. Il
giocare a caso e male, è un'ingenua inesperienza che alla loro età non si
perdona.
Dai balli una
vecchia signora dovrebbe sempre tenersi lontana. E se ci va per accompagnare
una nuora, una figlia, una nipote, dovrà vestire riccamente, ma colla massima
serietà; e non mai scollata. Un abito liscio di velluto nero o di trina, una
cuffietta di tulle, orecchini e spillone di brillanti, è la migliore delle
abbigliature serie.
E se ha
qualche acciacco, qualche malanno, lo lasci con Dio, e non rattristi la
gioventù con racconti penosi. Si mostri contenta della compagnia che la
circonda, indulgente e tollerante; sopratutto tollerante. Lasci stare quel
benedetto a' miei tempi, che in bocca dei vecchi è un perpetuo
rimprovero alle abitudini della generazione nuova. I suoi tempi sono passati e
non tornano più. Accetti i tempi moderni. senza rimpianti, senza pedanterie.
Creda a me, tutti i tempi hanno avuto la loro porzione nella grande somma dì
beni e di mali che debbono consolare od affliggere l'umanità.
Tutte le
preminenze che le si accordano per riguardo alla sua età deve accettarle, senza
orgoglio, ma senza cerimonie. L'età è una superiorità, e quei riguardi le sono
dovuti.
In teatro
invece, dove i posti d'onore sono fatti per mettersi in evidenza, una signora
vecchia li cede sempre alle giovani, fossero pure signorine. Può andare al
teatro sempre, perchè l'arte si ama a tutte le età. Ma il suo posto è
nell'ombra. Ci va per udire e vedere. Non per essere veduta.
Una vecchia
signora può benissimo tenere ricevimenti, e dare anche feste da ballo, per far
divertire la gioventù. Sarà un atto di generosità e di abnegazione, che le
guadagnerà tutte le simpatie.
Ricevendo
ospiti in campagna, toccherà a lei di combinare le partite di caccia, le lunghe
gite e tutti quei piaceri dai quali i suoi invitati si asterrebbero se lei non
può prendervi parte. Deve mostrarsi desiderosa che li godano loro, e fare
cordialmente la sua parte di vecchia castellana, di fornire tutto l'occorrente,
congedare e riaccogliere la comitiva alla soglia della casa, presiedere alla
mensa. Se poi le sue forze lo permettono, può benissimo fare anche delle gite
alpine senza che nessuno lo trovi fuori di proposito. È una questione di
salute.
E le feste
solenni portino il dono della nonna ai nepoti, ai figli, alle nuore, alle
giovani amiche. E sia accompagnato da parole d'affetto materno, da benedizioni.
Quelle benedizioni, quell'affetto le torneranno centuplicati, e faranno
un'aureola di serenità alla sua fronte canuta.
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