1-compr | comun-giura | giuri-nomi | nord-sano | sante-vaini | valga-zonzo
grassetto = Testo principale
Poesia grigio = Testo di commento
1 | 1
2 [Titolo] | sorelle) nacque il 4 ottobre 1845 in Fiumana, piccolo comune
3 [Titolo] | non ricca ma agiata, nel 1847 gli mancò il padre, nel
4 [Titolo] | gli mancò il padre, nel 1850 la madre, e mio padre assunse
5 [Titolo] | Ravenna, quindi, dopo il 1859, nel Nazionale di Torino
6 [Titolo] | Nazionale di Torino Ne uscì nel 1863, e compì gli studi in quel
7 [Titolo] | meno nei pochi mesi del 1866 nei quali altri doveri ci
8 [Titolo] | Qui vivemmo dal 1865 al 1868 la vita lieta e spensierata
9 XXXII | Commissione. -~ ~1 gennaio 1874.~
10 [Titolo] | Finalmente, sul finire del 1875, lo vedemmo improvvisamente
11 [Titolo] | una volta.~Il 2 febbraio 1876 mi giunse un telegramma
12 [Titolo] | accettiamo.~ ~Bologna, 6 febbraio 1877.~Dott. OLINDO GUERRINI~
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16 [Titolo] | poco a poco le forze lo abbandonarono. Intesi la parola fine,
17 XXXV | L’umida bocca e l’anima abbandoni;~ ~Quando a’ ginocchi delirar
18 [Titolo] | ingannati?~Sperando che no, abbandoniamo il libro alle tempeste della
19 LXXIV | scherno crudele,~Il mondo m’abbeveri~D’aceto e di fiele,~La croce
20 | Abbia
21 LXII | Vicino all’uscio e cacio in abbondanza,~Una raccolta di bottiglie
22 LXXI | le streghe che il demonio abbraccia,~Vidi seder nel fango una
23 LXXXIV | di che fiel trabocca!~ ~Abbrevia tu, se puoi, le maledette~
24 [Titolo] | tesserne la biografia. Non abuserò certo della pazienza di
25 XIX | un’ombra bianca ed agitata~Accennar di lassù verso la via.~ ~
26 I | inculto sì ma non bugiardo accento,~Conscie dell’amor mio,
27 [Titolo] | nostro, e per nostro lo accettiamo.~ ~Bologna, 6 febbraio 1877.~
28 XLIX | Furon dunque menzogna!~Nè t’acciecò la disperata fame,~Nè d’
29 XL | Sul tuo putrido ventre accoccolato~Io poserò in eterno,~Spettro
30 LXXVI | posso amar?~ ~Lieta tu pur m’accogli e ne’ giocondi~Occhi di
31 LXII | bonarietà d’uno scabino:~Tu m’accompagneresti alla kermesse~In cuffia
32 LXXIII | feroce~Questa turba cui parli accorrerà;~Ti verranno a veder sulla
33 XLVIII | Fermentan le immondizie accumulate:~ ~Memorie di grandezza
34 LXXIV | crudele,~Il mondo m’abbeveri~D’aceto e di fiele,~La croce m’apprestino,~
35 XXIV | forza che l’anime~«Passando Acheronte~«Ammansin coll’obolo~«Chi
36 LXXI | Per comprarmi due soldi d’acquavite. -~
37 XV | Aria ferma e corrotta, acque stagnanti,~Biscie, zanzare
38 XVII | non sognamo il travaglioso acquisto~D’una noia infinita in Paradiso;~ ~
39 LXXVII | Vibra per l’aer novo un acre odor~Ed un possente palpito
40 XL | il cervello.~ ~Un rimorso acutissimo ed atroce~Verrà nella tua
41 XXXVIII | albero sarto del gran padre Adamo:~Io pranzo all’ombra de’
42 VIII | Nelle feste giulive ognun m’addita~E dice: vedi un cor che
43 XV | viver mio~Tanto ch’io possa addormentar la mente~Nel tedio e nell’
44 XLVIII | E giù per le straduccie addormentate~Urlano gli ubrïachi e nella
45 XXVI | che dunque peccai che tu m’addossi~Tutte le colpe della gente
46 XXXVIII | lungo la via che al bosco adduce,~E il suo profil si perde~
47 XXXIX | e tu ridesti.~ ~Mi levo adesso dal codardo oblio,~Le mie
48 XLIII | Ed in ginocchio in ciel t’adorerei.~
49 XLIX | delitto:~Ecco l’idol che adori!~ ~Ecco la donna! Il duol
50 XV | Ai cari monti che la vite adorna,~Ai tranquilli oliveti,~
51 XIII | rinverdì giocondo~E Betlemme adorò di Dio la gesta.~ ~Scese
52 [Titolo] | incontrare qualche anima aduggiata dall’egoismo; ci sorrise
53 LXXVII | oggi è fiorita,~Vibra per l’aer novo un acre odor~Ed un
54 LXXIV | non curo,~Io vivo in un aere~Più dolce, più puro:~La
55 XXXI | e tondo~Viaggiando senz’affari,~Ozia in tutti i più vari~
56 XXV | svizzero levò le man pelose,~M’afferrò, mi sbattè contro al portone,~
57 XXXVIII | antica madre,~E un tesoro d’affetti in cor rinchiudo~Per le
58 XXIV | Pagate, cattolici,~«Pagate l’affitto!~«È forza che l’anime~«Passando
59 XL | antico,~Oh, con che gioia affonderò l’artiglio~Nel tuo ventre
60 LXXVIII | passeggier che per la via deserta~Affretti il passo,~Leva la fronte
61 XXXVIII | Io t’amo,~ ~T’amo ed affretto il dì del mio ritorno,~T’
62 XXXII | animale,~Poco vestito come un africano,~Incontrai di Ripetta in
63 XXXVII | Che non han mai veduto~L’agente delle tasse?~ ~Conosci tu
64 [Titolo] | mi tese la mano umida ed agghiacciata, dove non erano più che
65 LII | il tuo riso beffardo ed agghiacciato?~ ~Io le dicea: sovra il
66 [Titolo] | Di famiglia non ricca ma agiata, nel 1847 gli mancò il padre,
67 LXXVII | possente palpito di vita~M’agita il sangue e mi fluisce al
68 VII | sfiora~L’alito par dell’agitante Iddio!~ ~Talor cedendo a’
69 XIX | vidi un’ombra bianca ed agitata~Accennar di lassù verso
70 XLVI | a’ miei diti stretti ed agitati~Cedea la carne e il busto
71 II | campagna.~ ~Come nembo di furie agitatrici~De’ satanici amplessi al
72 XXIX | tornano al prato~Fino l’agne di Cristo a far gli agnelli.~ ~
73 XXIX | agne di Cristo a far gli agnelli.~ ~Chiudete il libro mio
74 LXXVII | giurai di non amarti più.~ ~Ahimè, la primavera oggi è fiorita,~
75 LXVI | Stridono i tizzi verdi in sugli alari,~Geme il vento di fuori
76 LXXXV | il sol d’ottobre tepido~Albeggia e rompe della nebbia il
77 XXXVIII | cortil nereggia un fico~L’albero sarto del gran padre Adamo:~
78 LV | LV.~ ~MEMENTO~ ~IN UN ALBUM~ ~Quando lettrice mia, quando
79 | alcun
80 LXIV | sussurrava il vento~Tra le fronde aleggiando.~ ~Teco forse pensavi: -
81 XXXVIII | Pranzando sotto al fico,~ ~M’allegran gli occhi la marina azzurra~
82 XIX | Goethe.~ ~Questa notte allungai la passeggiata~Sino al balcon
83 | almen
84 | almeno
85 XVI | vainiglia.~ ~Un’Ebe quasi nuda, alta e sottile,~Sorride e spia
86 LXVI | dei morti a piè de’ bruni altari,~Ogni pietra, ogni croce
87 XXXVI | tranquillo ai monumenti alteri!~Sei pur bella, canzon de’
88 | altrui
89 XXXV | credila, credi,~Poichè s’ama così una volta sola.~
90 XVIII | saper quanto sei casta,~Ci amammo veramente un’ora intera,~
91 [Titolo] | la prima volta, sorrise amaramente dicendo: - Tanto a che servivo
92 [Titolo] | però dal riprodurre i versi amari che l’autore scrisse in
93 LI | Falerni~Inger mi calices amariores.~CATULLI. Carm.~ ~Di lunghi
94 LXIV | Colla ragion di stato!~ ~T’amaron tutti un dì, fior del mio
95 LXXVII | infame~E mi giurai di non amarti più.~ ~Ahimè, la primavera
96 XXII | XXII.~ ~Ci siamo amati in faccia al sol raggiante~
97 LXXXIII | Sentirmi almeno una sol volta amato~Senza averne rossor.~ ~Vorrei
98 [Titolo] | sapemmo, e noi tutti che lo amavamo fummo ben dolorosamente
99 XXXVIII(*)| Vigna Dal Ferro, ora nell’America del Nord, è la sola di argomento
100 XIX | panni:~«È un’ora che ci amiamo e già m’inganni!~ ~«Perchè,
101 XXXIII | quasi divina.~ ~Tu delle amiche tue fin la caina~Lingua
102 [Titolo] | divenire vera ed intima amicizia. Qui vivemmo dal 1865 al
103 LXXIII | segreto,~Poichè menzogna è l’amistà quaggiù,~Il nome di fratello
104 [Titolo] | indifferenti. Anche l’anima si ammalava.~Viaggiò. Gli avevano prescritto
105 XXIV | anime~«Passando Acheronte~«Ammansin coll’obolo~«Chi fa da Caronte.~
106 LXVI | grigia nebbia di novembre ammanta~Del paterno villaggio i
107 L | baccanti,~L’estasi santa degli anacoreti~Siamo i martiri noi, siamo
108 XL | busto e della~Opulenza dell’anca?~Non ti ricordi più com’
109 XXX | Osservatore.~ ~Quello sapeva andar come va andato!~Era tutt’
110 XXXII | fresco, gran fiume romano,~D’andare a zonzo per la capitale~
111 XXX | Quello sapeva andar come va andato!~Era tutt’unto, povero signore,~
112 LXXXII | davi~E mi stringevi all’anelante petto~Con parole d’amor
113 XI | mio credei di rivederla~Angel di paradiso~Coll’ali del
114 XXXVIII | Era bionda e pareva un’angioletta,~Una cosa di ciel che non
115 I | mia ritroverete~Per cui le angoscie della morte io sento,~Voi
116 XXXII | Sozzo di fango come un animale,~Poco vestito come un africano,~
117 XXXVIII | naufraghi mosconi~Cascati ad annegar dentro al mio vino.~ ~Io
118 XXX | prigione in Vaticano!~ ~Un anno fa ci venne un monsignore,~
119 III | Spasimo e il pianto mi s’annoda in gola.~ ~Pianger non posso.
120 LXXXI | Pietà, curvato e vinto.~Annodandosi un nastro ella dicea:~- «
121 LXII | aranci m’han seccato,~M’annoiano i gelati e il vin di Chianti;~
122 XXXVIII | T’amo, del senno antico antica madre,~E un tesoro d’affetti
123 LXVI | narra oggi al figliuolo~Le antiche gioie e le virtù degli avi,~ ~
124 LXXI | grinfe della fattucchiera~D’antichi fasti trasparìa la traccia,~
125 XXXVIII | piazza della Pace,~ ~Quando Antonelli col cheppì alla sgherra~
126 | anzi
127 LXXII | la via,~La mia finestra è aperta e vien la sera,~Sale dai
128 XXVIII | Quando commenterò sull’uscio aperto~Ogni passo che suoni in
129 XLV | Carezze ed a ’l desio de l’api edaci~Primavera mi crebbe:
130 XXIII | crimenlese~Di San Tomaso fa l’apologia,~Se torna in alto la democrazia~
131 XXIV | chi paga.~«È ver che gli apostoli~«Sprezzavano l’oro;~«È ver,
132 XXIV | lagrime~«Il ciel non si appaga,~«Ma il sommo pontefice~«
133 XLIX | Modestia femminil che il mondo appella~Alito sovrumano!~O invocata
134 [Titolo] | primi contrafforti dell’Appennino e precisamente nel villino
135 LXXIX | VOCE DA UNA TOMBA SULLA VIA APPIA~ ~Populus Romanus... moritur
136 XXXVIII | un giorno~Ch’io dondoli appiccato a questo fico! -~
137 XXXVIII | spadon sui tacchi~Cava gli applausi e i bis di sotto terra~Coi
138 XII | A divorar la carne mia s’appresta.~ ~Quando tutto ritorna
139 LXXIV | aceto e di fiele,~La croce m’apprestino,~A me non importa;~La Musa
140 XLII | Piega, gentil, la testa.~ ~Apri all’amor le braccia~E gli
141 LXXXI | via,~Ed ella mi chiamò, m’aprì le braccia,~M’amò per gelosia.~
142 XLVI | fermai;~E la mal chiusa veste apria la traccia~Di candidi misteri
143 [Titolo] | orecchio sulle labbra. Fece aprire la finestra per vedere il
144 | apud
145 LXXVIII | CASTELLO DI POLENTA~ ~L’aquila di Polenta...~DANTE: Inf.,
146 LXII | Della vita fiamminga.~ ~Gli aranci m’han seccato,~M’annoiano
147 XXVII | Era l’acuto odor de’ campi arati~E noi salimmo insiem su
148 LXXXV | alito~Sale fumando dall’arato pian.~Muoio. Cantan le allodole~
149 XXXVIII | sapete.~ ~Non gridate cogli Arcadi e coi preti:~- Lungi dalle
150 XXXVIII | di raffreddori.~ ~Venga l’arcadia a strimpellar canzoni~All’
151 XV | lontane canzoni,~Io gustavo l’arcana ed infinita~Voluttà della
152 XLVI | Capegli usciano quei profumi arcani,~Quei profumi di carne e
153 XLIX | rea~Libidinosa cupidigia ardea~Allor che in orgie liete~
154 LXIV | margherita che nel maggio ardente~China il pallido fior chiuso,
155 LIX | dir queste pareti~Che baci ardenti come il vetriolo,~Ch’ebbrezze,
156 XLVI | i sereni~Occhi mi fisse arditamente in faccia.~Io mi sentii
157 [Titolo] | prima amava con tutto l’ardore della sua bella giovinezza,
158 LXXIV | LXXIV.~ ~RESURREXIT~ ~Dall’arida cenere~Rinasce il mio core,~
159 II | i fantasmi che la notte arreca~Sceser qui tutti, e dalla
160 XXXVIII(*)| Scienze possedeva una fioraia arrivata alla celebrità per aver
161 LXXX | pensiero~Così parlando ti fe’ arrossir,~Credilo, bella, ti disse
162 XLII | Non ti velar la faccia...~Arrossirai domani.~
163 XLIX | Allor che in orgie liete~Non arrossisti al nome vil di druda~E,
164 LXIII | E, parlando del tempo, arrossivamo~Come due collegiali innamorati.~ ~
165 XXV | sbattè contro al portone,~Ed arrotando i denti mi rispose:~ ~-
166 XXXVIII | Ma invidio voi che per le arroventate~Vie cittadine a lavorar
167 L | segreti:~Solo a noi, nati all’Arte, a noi poeti,~Prorompono
168 XL | con che gioia affonderò l’artiglio~Nel tuo ventre impudico!~ ~
169 IX | il suono de’ tuoi passi ascolta.~ ~Lasciar per te potrebbe
170 [Titolo] | occhi soli erano vivi. Non ascoltò gli amici che lo pregavano
171 XLIX | O invocata virtù, dove t’ascondi?~Ti chiedemmo all’istoria,
172 XLII | fronte onesta;~Ecco la stanza ascosa,~L’ara d’amore è questa.~ ~
173 III | sei caduta~Nel vitupero ed aspettando stai,~Seduta sulla porta,~
174 III | divora,~E mi par quasi d’aspettarti ancora.~ ~Può la mente scordar
175 [Titolo] | altro che - grazie. - Mi aspettava e mi tese la mano umida
176 XL | strada intanto i tuoi lenoni~Aspettavan gl’Inglesi?~ ~Hai riso?
177 LXXVII | Il secreto ricordo ecco m’assal:~Della tua bionda testa
178 XXXII | gridai: - Ma che pazzia t’assale~Così col fresco, gran fiume
179 XXII | Ma dal vento d’ottobre assiderate~Cadon le foglie delle quercie
180 XXIV | Ma il sommo pontefice~«Assolve chi paga.~«È ver che gli
181 [Titolo] | di questo canzoniere. Ci asteniamo però dal riprodurre i versi
182 XXXVIII | bruciati vivi~Da questi atroci soli:~ ~Noi che cuociamo,
183 XV | direbbe: è un caso bello~D’atrofia di cervello.~ ~E pur così
184 [Titolo] | ha spesso tormentato nell’attendere alla pubblicazione dei canti
185 XX | tomba mia:~Vieni dunque: t’attendo!~ ~Vieni e se in vita mi
186 IX | ingrassò ne’ sonni tardi~E attenta il suono de’ tuoi passi
187 XXXIV | bionda~Improvvisa levò come atterrita,~ ~E colla faccia stranamente
188 VIII | voi torcereste~Le pupille atterrite!~ ~E tu, ribelle cor, perchè
189 XVI | Il luppolo alle canne s’attorciglia;~Nell’aria fresca c’è un
190 XXXIX | Io, te straziando nell’audace canto,~Dirò quanto sei vile.~
191 [Titolo] | Mercutio e combattè colla penna audacemente, sì che quel pseudonimo
192 XXXV | tuoi sorrisi alle carezze audaci~Ed alle mie lascivie ed
193 XXXII | vuol l’educazione~Porto l’augurio d’una lunga vita~A quei
194 LXXXIV | pur tu scruti col pensiero augusto~De’ nostri cori il fondo,~
195 [Titolo] | peggiorò, e dovette cercare aure più miti. Finalmente, sul
196 XXIV | Pagare! all’intendere~«Quest’aurea parola~«Il core ci palpita~«
197 LXXVI | morir così!~ ~Ma quando sull’aurora una lontana~Squilla di bronzi
198 II | Trasse della sua vita i primi auspici!~In quella notte io son
199 XXII | al dì fiammante.~ ~Ma l’autunno tornò, ma in largo stuolo~
200 LXXVIII | loco è maledetto! I fati avari~Pace n’han tolta;~Regna
201 | avea
202 V | figlia~E vivo in questo avel m’han sotterrato!~ ~«Oh,
203 LXXIX | nella notte a interrogar gli avelli;~Qui dubitoso e vil non
204 LXXIV | strappi il sudario,~Infrangi l’avello...~Oh riedano i cantici~
205 [Titolo] | i nomi e le date. I suoi averi li lasciò tutti alla beneficenza.~*~* *~
206 | averne
207 | avesse
208 | avete
209 | avevano
210 | avevi
211 LXVI | antiche gioie e le virtù degli avi,~ ~Ma l’amor, la famiglia
212 LXXIV | rose d’aprile,~Di baci son avide~Le labbra frementi,~Negli
213 XLVI | chiusi gli occhi.~ ~Che cosa avvenne poi? Vide ed intese~L’acqua
214 LXXXIV | maledette~Ore del mio soffrire,~Avventami, mio Dio, le tue saette:~
215 LIII | diventato pallido?~Ci son avvezzo: non è nulla, taci.~M’han
216 [Titolo] | il giorno e la morte si avvicinava a gran passi. Il parroco
217 VII | cedendo a’ sogni miei m’avvio~Pe’ floridi sentier che
218 LXII | Nè superbia di sindaci avvocati,~Nè preti cavalieri.~
219 XXXV | mi vedi,~E il silenzio ci avvolge e il dì s’invola~E non contendi
220 XXXVIII | allegran gli occhi la marina azzurra~E le campagne opime:~Freddo
221 LXX | viltà pompose~Di questa rea Babel, traggo la vita~Disutile,
222 L | sentiamo il furor delle baccanti,~L’estasi santa degli anacoreti~
223 IV | l’amore e la calzetta.~ ~Baciandoci cogli occhi, alla vedetta~
224 LXXIV | labbra ridenti~Che il labbro baciò.~ ~Veleggio un oceano~Di
225 [Titolo] | egoismo. Per questo nessuno bada a ciò che pensa o soffre
226 XXXVIII | Basta così. - Non posso più badarvi,~Care memorie del mio tempo
227 0(*) | scritto col lapis sulla balaustrata di una villa nei dintorni
228 LXIV | sboccian le rose, al tuo balcone~Vegliasti palpitando!~E
229 XXXV | neri occhioni~Improvvise balenano e procaci~Le cupidigie che
230 XLVI | il mento.~Le vidi in viso balenar fuggendo~Il riflesso dell’
231 LXII | gioconda~Voce sussurreresti una ballata,~Io succhierei con maestà
232 XXI | XXI.~ ~DOPO IL BALLO~ ~Non più lo scherno di
233 LXIV | bella un dì mirai~Seguir bambina le farfalle al volo.~Ed
234 XXXIX | d’un sorriso.~ ~Come un bambino a te davanti gli occhi~Trepidando
235 XXIV | que’ cantici~La pace al banchiere~Che pria d’esser nobile~
236 L | cor gl’inni sonanti.~ ~O banchieri, o droghieri, a più dannose~
237 XXXVIII(*)| venerdì sera d’estate la banda musicale cittadina rallegrava
238 XXIV | Che pria d’esser nobile~Barò al tavoliere.~Non dice l’
239 LXXVIII | volta.~ ~Di sangue il reo baron più non colora~Valli e colline,~
240 XXIII | mangiapani,~A rivederci sulle barricate!~
241 XLVI | scalzai;~Ella avea gli occhi bassi e pur guardava;~La presi
242 XXXVIII | del consorzio umano,~Alle battaglie dell’intelligenza,~Del robusto
243 III | come un lamento~Mezzanotte battea lontan lontano,~Cadea la
244 XXXIV | XXXIV.~ ~Questa notte in battello, in alto mare~Del mondo
245 XXIV | aspetto~I preti gorgogliano~Battendosi il petto:~«Gesù, ricevetelo~«
246 XXXI | chiamavan dappoco,~ ~Ora l’han battezzato...~Indovinate un poco?~Francobollo
247 LXXIV | Più dolce, più puro:~La bava del rettile~A spegner non
248 XLV | Con l’innocenza sua morrò beata.~
249 LVI | d’oro intabaccava~Quando beatamente ti covava~Col naso ogni
250 III | La casta pace d’un imen beato,~Baci col labbro pio~I figli
251 LII | così profondo~E il tuo riso beffardo ed agghiacciato?~ ~Io le
252 LVI | Forse nell’orticel d’una beghina~Che la tua piuma d’oro intabaccava~
253 LXX | LXX.~ ~A RAFFAELE BELLUZZI~ ~Et rose elle a véçu ce
254 LXII | dividendi o beveraggi...~Oh, benedetti della mite Olanda~Pacifici
255 [Titolo] | averi li lasciò tutti alla beneficenza.~*~* *~Non ci dissimuliamo
256 IV | reviendras-tu toujours?~BÉRANGER~ ~Primavera, che tu sia
257 XVII | viso,~Bevendo in fresco e bestemmiando Cristo.~
258 XXXIX | Ho sofferto l’inferno, ho bestemmiato,~Ho pianto... e tu ridesti.~ ~
259 LXXVIII | e colline,~Ma il parroco bestial decima ancora~Le contadine.~
260 LVII | il cor ti dice!~ ~Tu la bestialità fornicatrice~Ghignar non
261 XIII | inverno e rinverdì giocondo~E Betlemme adorò di Dio la gesta.~ ~
262 XXXVII | non conosce i preti,~Le bettole, le chiese,~Le ciarle dei
263 XVII | femineo sen celando il viso,~Bevendo in fresco e bestemmiando
264 LXII | domanda~Impieghi, dividendi o beveraggi...~Oh, benedetti della mite
265 XVIII | cercherò se dentro al vin bevuto~Ci fosse qualche droga forestiera:~
266 LIV | che al tremolio~Del sol biancheggia come vivo argento,~Ma le
267 LIV | Delle tremule stelle ai bianchi rai,~Lontan lontano per
268 LXXIX | dubitoso e vil non meditai~Biechi misteri alla ragion ribelli.~ ~
269 LXXVIII | vetta nereggiava un giorno~Bieco un castello~Ed il signor
270 XXXVIII | procede.~ ~È la più bella bimba del villaggio,~La più cara
271 [Titolo] | incarico di tesserne la biografia. Non abuserò certo della
272 XXXVIII(*)| biondo Ottone è un buon birraio vürtemburghese, biondo così
273 XXXVIII | tacchi~Cava gli applausi e i bis di sotto terra~Coi Goti
274 XV | corrotta, acque stagnanti,~Biscie, zanzare e rane,~Sabbie
275 | bisogna
276 XIII | redente l’hanno~Quando in bistecche me le mangeranno!~
277 XLIX | Ella non l’ha nel core:~I blandi detti suoi sono mendaci,~
278 LXII | bionda spumerebbe intanto~Nel boccal rilucente.~ ~Tu colla tua
279 XXXVIII | nero!~Ah... corpo d’una bomba!... è il cappellano!~ ~. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .~ ~
280 LXII | Porterei le brachesse~Colla bonarietà d’uno scabino:~Tu m’accompagneresti
281 XXIV | colli più torti~Che lieti borbottano~La prece dei morti.~Requiescant
282 LXXI | megera,~Col marchio del bordello impresso in faccia.~ ~Pur
283 XXIV | noi, ricchi e poveri,~«La borsa recate;~«Sta scritto ne’
284 XXV | XXV.~ ~Quando scesi di botte al Vaticano~Lo svizzero
285 XXIV | Venite, la celebre~«La santa Bottega~«A prezzi di fabbrica~«Vi
286 LXII | abbondanza,~Una raccolta di bottiglie rare~E la santa ignoranza.~ ~
287 LXII | zoccolanti.~ ~Oh, questo sol di brace~Quest’odio senza fin come
288 LXII | rubiconda!~ ~Porterei le brachesse~Colla bonarietà d’uno scabino:~
289 XV | verro entro al pattume~Del brago ributtante;~Un medico direbbe:
290 LI | pregai...~ ~Folle! Chi brama femineo core~Serrar ne’
291 XLIX | contendevi~Alle mortali brame~Un’incognita Dea; ma ti
292 LXIV | io che libertà difendo e bramo,~Sposa e figlia di re t’
293 XXXVIII(*)| quell’epoca fanatizzavano i brani dell’opera I Goti del Gobatti,
294 | breve
295 LI | LI.~ ~BRINDISI~ ~Minister vetuli puer Falerni~
296 XIX | lassù verso la via.~ ~Un brivido mi corse sotto ai panni:~«
297 XL | Sussurrerò implacato~Detti che bruceranno il tuo cervello~Come un
298 LIX | gelosa~E soffri e piangi e bruci, e pur non m’ami!~
299 [Titolo] | son malato~E la febbre mi brucia entro le vene.~ ~Sono debole,
300 LXXVII | le vampe dell’odio in me bruciar;~Io t’odio ancora, ma sei
301 XXXVIII | duoli?~Lascia strillare noi bruciati vivi~Da questi atroci soli:~ ~
302 XL | occhiaie tue fetenti e vuote~Brulicheranno i vermi,~ ~Per te quel sonno
303 XV | miei sogni cullato e dalla bruna~Onda della laguna!~ ~E mirando
304 LXVI | Prece dei morti a piè de’ bruni altari,~Ogni pietra, ogni
305 LVII | in fondo,~A te il desio brutal, l’istinto immondo,~La nostra
306 LXXVI | al tuo covile,~Sotto ai bruti irruenti a spasimar,~Torna
307 XLVIII | vene!~Collatino non c’è, Bruto è contento~E Lucrezia m’
308 XV | confin, corvi vaganti,~Donne brutte e villane,~Gente ignorante
309 XVIII | cosa importa a me se una bugia~Tra una promessa e l’altra
310 LXIV | invidiai.~ ~Ma ti rividi. Alle bugiarde feste~Pensierosa salivi
311 | buon
312 XVIII | forestiera:~Il tuo vino era buono e m’è piaciuto.~ ~Io non
313 [Titolo] | troppo spesso il codice per Byron, Heine e De Musset, che
314 LXXI | vender santi qui, vecchia, ti caccia? -~ ~- Fui Margherita -
315 LXIII | levò pallida in viso,~Mi cacciò le due man dentro ai capelli~
316 LXII | mare~Vicino all’uscio e cacio in abbondanza,~Una raccolta
317 LXXVIII | vendetta~E Dio la fece;~Cadde il castello ed un’umil chiesetta~
318 XLVI | Finchè mi vinse amor... Caddi a ginocchi,~La baciai sulla
319 III | Mezzanotte battea lontan lontano,~Cadea la pioggia a rivi~Dalle
320 LXXV | della via.~ ~Colla veste cadente a brano a brano,~Pallida
321 XXII | vento d’ottobre assiderate~Cadon le foglie delle quercie
322 XX | giorni in che t’amai.~ ~E ti cadrà sul petto il viso smorto,~
323 XIV | XIV.~ ~Quando cadran le foglie e tu verrai~A
324 [Titolo] | sue carte, povere foglie cadute da una pianta moribonda
325 XL | io t’amavo, ed io ti son caduto~Pregando innanzi e, vedi,~
326 XXXIII | delle amiche tue fin la caina~Lingua e l’invido dente
327 VI | nulla i mondi,~ ~A me non cal! Se il roseo~Labbro sul
328 II | terror dell’ignoto alle calcagna~Per queste selve, udì strider
329 XLV | baciami, o sole,~De’ tuoi più caldi e più fecondi baci,~Suscita
330 LI | vetuli puer Falerni~Inger mi calices amariores.~CATULLI. Carm.~ ~
331 II | che al giorno impreca~Non calò quella notte alla campagna.~ ~
332 IV | inverno a far l’amore e la calzetta.~ ~Baciandoci cogli occhi,
333 XXXII | per la capitale~Con questi calzoncini di pantano? -~ ~Nella sua
334 XXXVII | fin del mese~Non scadon le cambiali?~ ~Quell’Eden ben pasciuto~
335 XXXVIII | per via Toschi!~ ~E come cambierei questa ficaia,~Questa vista
336 [Titolo] | era carnevale), nella sua cameretta in via Zamboni, egli mi
337 LVIII | poco a poco,~Il caffè sul camino e il polso cheto!~ ~Come
338 IX | tediato e lo trasmuta;~Sul mio cammin la speme hai risospinto,~
339 X | giovane~E sono un morto che cammina ancora.~ ~Chiusa per sempre
340 XLVI | carezze all’indomani,~Soli camminavan per misteriosi~Silenzi,
341 XXIII | francese.~ ~Ah, panciuta camorra di ruffiani~Che della verità
342 II | Non calò quella notte alla campagna.~ ~Come nembo di furie agitatrici~
343 XXXVIII | occhi la marina azzurra~E le campagne opime:~Freddo un ruscel
344 XIV | A cercar la mia croce in camposanto,~In un cantuccio la ritroverai~
345 XXXIX | Trepidando chinai,~Come un can flagellato a’ tuoi ginocchi,~
346 XIII | costole sapranno~Un giorno a Cana se redente l’hanno~Quando
347 XV | gondola correa~La notte i tuoi canali,~Da’ miei sogni cullato
348 XXIV | Fa spaccio di meriti,~«Cancella peccati...~«Venite! I solvibili~«
349 LXV | più nol ricordi, ed io~Per cancellarlo alfin dal mio pensiero~Bacio
350 XXVIII(*) | sonetto nell’originale è una cancellatura; ma nessuna parola fu sostituita.
351 L | nel preferir le rose~Alle candele, al pepe, alle patate?~
352 XXXVI | rapiti al mussulmano~Di Candia e di Morea: v’amo e v’adoro,~
353 XLIX | chiedemmo invano.~ ~Quasi un candido vel tu ci parevi,~Quasi
354 XVI | cortile~Il luppolo alle canne s’attorciglia;~Nell’aria
355 [Titolo] | per tutti è diventata il canone della vita sociale. Le gioie
356 XXIV | recate;~«Sta scritto ne’ Canoni~«Pagate, pagate!~Requiescant
357 XLVI | passar sull’altra riva.~Ella cantava e la canzon gioconda~Laggiù,
358 LIX | il rosignolo~E come lui cantiam sotto i roseti.~ ~Guai se
359 XIV | croce in camposanto,~In un cantuccio la ritroverai~E molti fior
360 [Titolo] | sul frontispizio di questo canzoniere. Ci asteniamo però dal riprodurre
361 XVI | XVI.~ ~Nella capanna in fondo al mio cortile~
362 XXXVIII | Canta sul fico mio la capinera,~Ma se non ti dispiace~Io
363 0(*) | ragioni troppo facili a capirsi, tutto ciò che riguarda
364 XXXII | rispose: - O che? non l’ha capita?~ ~Col biglietto che vuol
365 XXXII | D’andare a zonzo per la capitale~Con questi calzoncini di
366 XXV | taliano,~Da che paese star ti capitato?~Io pronto replicai: Son
367 LXI | ragazza mia,~Noi non ci siam capiti.~
368 XXXVIII | corpo d’una bomba!... è il cappellano!~ ~. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .~ ~
369 XXVIII(*) | che portano le donne sul cappellino, non è voce ortodossa, anzi
370 LXII | fortunati~Che non avete nè carabinieri,~Nè superbia di sindaci
371 V | Ma il biondo paggio in carcere,~Solo col suo dolor, così
372 XXXVIII(*)| l’emistichio è rubato al Carducci, e che vende la birra di
373 LXVII | AMOR DI DIO»~ ~«Signor la carità per un pezzente!~Veda, ho
374 LI | calices amariores.~CATULLI. Carm.~ ~Di lunghi canti la notte
375 [Titolo] | Liceo Cavour, allora del Carmine, per venire finalmente nel
376 VIII | VIII.~ ~Ben ritornato, carneval giocondo;~Eccomi serio:
377 LV | Impazzir per le strade il carnovale,~Oh non scordarti, non scordarti
378 XLIX | XLIX.~ ~A CAROLINA~ ~Ah, vile! vile! Il tuo
379 XXIV | Ammansin coll’obolo~«Chi fa da Caronte.~Requiescant in pace,~Requiescant
380 XL | Perchè m’hai detto no quando carponi~Misericordia chiesi,~E sulla
381 XXXVIII | è più al trotto.~È alla carriera che si va - Fermiamo -~E
382 [Titolo] | scrittoio, frugando fra le sue carte, povere foglie cadute da
383 XXXVIII | pago per vitella,~Questo carton lo pago per salame...~Oh,
384 XXXVIII | turchino,~Ai naufraghi mosconi~Cascati ad annegar dentro al mio
385 [Titolo] | precisamente nel villino chiamato Casella. Di famiglia non ricca ma
386 XV | Un medico direbbe: è un caso bello~D’atrofia di cervello.~ ~
387 XL | piantata~Ritta sulla tua cassa,~ ~Quando ti coleran marcie
388 V | tenebre~Ed ogni cosa nel castel tacea,~Ma il biondo paggio
389 LXIX | mio!... povero amore!~ ~Castellamare, 1872.~
390 XXXVIII | che non ha nome~E come un casto odor di mammoletta~Uscìa
391 XXIV | Volete il diritto?~«Pagate, cattolici,~«Pagate l’affitto!~«È forza
392 LI | Inger mi calices amariores.~CATULLI. Carm.~ ~Di lunghi canti
393 XXXVIII | sgherra~E lo spadon sui tacchi~Cava gli applausi e i bis di
394 LXII | sindaci avvocati,~Nè preti cavalieri.~
395 XL | riso? Senti! Dal sepolcro cavo~Questa tua rea carogna,~
396 [Titolo] | gli studi in quel Liceo Cavour, allora del Carmine, per
397 XLVI | diti stretti ed agitati~Cedea la carne e il busto scricchiolava~
398 VII | dell’agitante Iddio!~ ~Talor cedendo a’ sogni miei m’avvio~Pe’
399 XVII | tristo~In un femineo sen celando il viso,~Bevendo in fresco
400 XXIV | Requiescant in pace.~ ~«Venite, la celebre~«La santa Bottega~«A prezzi
401 XXXVIII(*)| una fioraia arrivata alla celebrità per aver rappresentato la
402 LXXIII | menti! Il viso tuo giocondo~Celi, maschera turpe, il tuo
403 LXXIX | malinconia~Gialleggia il vostro cemeterio orrendo:~Crescon le rose
404 LXXIV | RESURREXIT~ ~Dall’arida cenere~Rinasce il mio core,~Ritorna
405 LX | bianca beltà che par di cera,~Questa beltà che non sorride
406 LX | E quante volte l’anima cercai~Nel bacio suo, ma l’anima
407 XL | sarò quel rimorso. Io te cercando~Entro la notte cupa,~Lamia
408 XIV | le foglie e tu verrai~A cercar la mia croce in camposanto,~
409 [Titolo] | sostenuto, peggiorò, e dovette cercare aure più miti. Finalmente,
410 XLI | verde monte~E il silenzio cercate~Dov’è più folto il bosco
411 [Titolo] | Ed egli che non sperava, cercava d’illudersi, voleva far
412 LXIV | una fronte amica in van cercavi~E libero sol io fra tanti
413 XXXVIII | questo viaggio?~Che diavol cercherà laggiù nel bosco?~ ~Che
414 XVIII | che tu m’hai data?~ ~Non cercherò se dentro al vin bevuto~
415 L | l’ironia serbate;~Noi non cerchiam le utilità dolose,~ ~Noi
416 | certamente
417 LIX | trascina la carne e che certami,~Che strane voluttà tenti
418 | Certe
419 LXVIII | Sotto le pietre bianche alla Certosa.~ ~Sola tu, sola tu, dietro
420 [Titolo] | Ma quando penso a te cessa il dolore~E la speranza
421 LXXIV | il mio core,~Ritorna la cetera~Ai canti d’amore.~Ai canti
422 XXXVIII | Quando Antonelli col cheppì alla sgherra~E lo spadon
423 LVIII | caffè sul camino e il polso cheto!~ ~Come nel mio pensier
424 XXXVIII(*)| Giambologna che il popolino chiama il gigante ed ignorano le
425 XXXVIII | occhiate il pesce raro~Che chiamano marito.~ ~Questa è la poesia,
426 [Titolo] | nei quali altri doveri ci chiamarono; e qui egli dimenticava
427 [Titolo] | precisamente nel villino chiamato Casella. Di famiglia non
428 [Titolo] | Heine e De Musset, che egli chiamava la sua Trinità.~Dopo la
429 XXXI | Che nel mese passato~Lo chiamavan dappoco,~ ~Ora l’han battezzato...~
430 LXX | Amore, amore, ne’ miei sogni chiamo...~Guarda! Invece d’amor
431 LXXXI | correa per la via,~Ed ella mi chiamò, m’aprì le braccia,~M’amò
432 LXII | annoiano i gelati e il vin di Chianti;~I giornalisti poi m’han
433 XLVI | fuggiva,~E là dov’è più chiara e men profonda~Noi dovevam
434 LXXXI | piangeva ai suoi piedi e le chiedea~Pietà, curvato e vinto.~
435 XXXIX | Non ti vedea sul viso~E ti chiedevo colle mani in croce~La pietà
436 XLIX | giovinetto, e delirando chiedi~Baci, carezze, amori;~Piangi,
437 LXXI | Theil.~ ~Sull’uscio della chiesa, orrida e nera~Come le streghe
438 LXXVIII | Cadde il castello ed un’umil chiesetta~Surse in sua vece.~ ~Ma
439 XXXIX | davanti gli occhi~Trepidando chinai,~Come un can flagellato
440 XXXVIII | guarda le stelle ? –~ ~Ella chinando gli occhi di colomba,~Gli
441 XXIV | Requiescant in pace.~ ~Ed ora chinandosi~In umile aspetto~I preti
442 XLII | XLII.~ ~NOZZE~ ~No, non chinar pensosa~Gli occhi e la fronte
443 [Titolo] | le sue rare parole dovevo chinarmi sopra di lui, quasi coll’
444 LXIV | Pensierosa salivi e fra le teste~Chinate a te d’intorno~Forse una
445 XLVI | che mi saltasse in gola.~ ~Chinato sopra l’erba io mi scalzai;~
446 LXIII | collegiali innamorati.~ ~Ella chinava gli occhi al suo ricamo,~
447 LXXII | pianto agli occhi.~ ~Ecco, io chino la testa in sulla mano,~
448 XXI | Tenta le reni de’ moderni ciacchi~Levando il piede nella danza
449 | ciascun
450 XXXIX | XXXIX.~ ~IRA~ ~Cieco! e il balen d’un’ironia
451 XVI | Sorride e spia con le marmoree ciglia~De’ palombi gli amor sotto
452 XXXIII | Penelope sei tu che il ciglio china~Ma che non china il
453 VI | occhi;~ ~Vieni, ed il collo cingimi~Con le soavi braccia,~Io
454 XXXVIII | romanzi anch’io,~Profumati di cinnamo e di mirra~E il salario
455 [Titolo] | suo paese sotto al quinto cipresso a sinistra di chi entra.
456 0(*) | libro. I versi qui sopra citati furono scritti sul dorso
457 XXXVIII(*)| estate la banda musicale cittadina rallegrava il numeroso pubblico
458 XXXVIII | che per le arroventate~Vie cittadine a lavorar movete,~Voi che
459 XXIV | exaudit: non dantibus ostia claudit.~Antico distico leonino.~ ~
460 [Titolo] | Gli avevano prescritto il clima di Napoli, ultimo rimedio
461 VIII | Candidi petti, voluttà cocenti...~Ridi una volta... ridi!~
462 XXXIX | ridesti.~ ~Mi levo adesso dal codardo oblio,~Le mie catene spezzo,~
463 [Titolo] | dimenticava troppo spesso il codice per Byron, Heine e De Musset,
464 LIV | ritroverai,~Ma ti parrà rugiada e coglierai~Pe’ tuoi capelli i fior
465 XL | sulla tua cassa,~ ~Quando ti coleran marcie le gote~Entro i denti
466 XLVIII | che di voi m’arde le vene!~Collatino non c’è, Bruto è contento~
467 XXVIII | Palpito e tremo come un collegiale?~Ah, purchè tutto non sia
468 LXIII | tempo, arrossivamo~Come due collegiali innamorati.~ ~Ella chinava
469 [Titolo] | dell’orfano. Fu educato nel Collegio Municipale di Ravenna, quindi,
470 XXIV | Il tempio rigurgita~De’ colli più torti~Che lieti borbottano~
471 LXXVIII | baron più non colora~Valli e colline,~Ma il parroco bestial decima
472 | collo
473 XLVI | sen che palpitava~Come una colombella spaurita~Palpita nella man
474 LXXVIII | sangue il reo baron più non colora~Valli e colline,~Ma il parroco
475 L | i pesi e le derrate.~Che colpa c’è nel preferir le rose~
476 XXVI | che tu m’addossi~Tutte le colpe della gente ebrea?~ ~Mi
477 XL | faccio, o maledetta,~Piano a colpi di spillo,~E la vergogna
478 XXXIV | ella tacque da un pensier colpita~E dall’omero mio la testa
479 XLVI | alfin venuti~Un pensiero ci colse all’improvviso,~E così ci
480 XLIV | canti del mio cor li hai colti, è vero,~Ma i fiori, ohimè,
481 III | nella notte nera~E sulla coltre sola~Spasimo e il pianto
482 XLIX | verginal scingesti~Sulle coltri del ricco e ti facesti~Cortigiana
483 III | letto,~Col viso in giù, la còltrice mordea:~Mi strideva nel
484 | colui
485 [Titolo] | shakespeariano di Mercutio e combattè colla penna audacemente,
486 XXVIII | parrà lungo, mortale,~Quando commenterò sull’uscio aperto~Ogni passo
487 XXXII | vita~A quei signori della Commissione. -~ ~1 gennaio 1874.~
488 XII | Là sulla tomba mia cògli commossa~L’erba che amavi dal mio
489 [Titolo] | ci riguardano più, non ci commuovono, spesso anche ci fanno ridere
490 LIII | fiato.~Bevi, bevi a tuo comodo,~Sta tranquilla, che il
491 V | bianca imagine~Improvvisa comparve in sulla porta~E trepidando
492 [Titolo] | Torino Ne uscì nel 1863, e compì gli studi in quel Liceo
493 XXVI | rossi~Dell’osanna volgar si compiacea.~ ~- In che peccai che sì
494 LXXIII | croce~Tutti, e nessuno ti compiangerà.~ ~Oh, menti, menti! Il
495 LXIV | non t’amo,~Ma donna ti compiango.~
496 LXIV | io fra tanti schiavi~Ti compiansi quel giorno.~ ~Quando, invocata
497 LXVI | pietra, ogni croce oggi è compianta~Dove dormon sepolti i nostri
498 XXIII(*) | salariés, vecchio pamphlet del compianto senatore Giuseppe Ferrari,
499 XXX | Lisciarsi a mattutino ed a compieta~Colla delicatezza d’un poeta~
500 LXXI | vender Cristo e i santi~Per comprarmi due soldi d’acquavite. -~
501 III | Seduta sulla porta,~Chi compri il bacio tuo; forse sei
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