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Olindo Guerrini
Canzoniere di Lorenzo Stecchetti

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  • POSTUMA
    • LXXVI.   AD EMMA
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LXXVI.

 

AD EMMA

 

Perchè della tua porta, Emma gentile,

La vergogna mi ferma al limitar?

Perchè sei tanto bella e tanto vile?

Perchè ti bacio e non ti posso amar?

 

Lieta tu pur m’accogli e ne’ giocondi

Occhi di voluttà trema un balen:

Piovon disciolti i tuoi capelli biondi

Sulle giunonie spalle e il nudo sen.

 

Oh, le lunghe carezze e l’infocate

Strane lascivie tue chi dir le può?

Chi l’ha baciate, di’, chi l’ha baciate

Le tue labbra frementi e le scordò?

 

Oh quante volte stanco io chiusi gli occhi

Poichè la forza al mio desir fallì,

E il capo riposai sui tuoi ginocchi

Desiderando di morir così!

 

Ma quando sull’aurora una lontana

Squilla di bronzi entrambi ci destò,

Pagai le tue carezze, o cortigiana,

E la vergogna in cor mi ritornò.

 

Torna, sordida cagna, al tuo covile,

Sotto ai bruti irruenti a spasimar,

Torna all’infamia tua; sei troppo vile,

Sei troppo vile; non ti posso amar!




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