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Olindo Guerrini Canzoniere di Lorenzo Stecchetti IntraText CT - Lettura del testo |
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LXII.
NEERLAND
Vorrei stare in Olanda Ad Harlem, a Nimega od a Groninga, Perdermi nella pace veneranda Della vita fiamminga.
Gli aranci m’han seccato, M’annoiano i gelati e il vin di Chianti; I giornalisti poi m’han stomacato E i frati zoccolanti.
Oh, questo sol di brace Quest’odio senza fin come mi stanca! Datemi un po’ di nebbia, un po’ di pace E una casetta bianca.
Una casetta, e il mare Vicino all’uscio e cacio in abbondanza, Una raccolta di bottiglie rare E la santa ignoranza.
Oh, come i dì modesti In quella dormirei pace profonda, E tu, ragazza mia, come saresti Grassotta e rubiconda!
Porterei le brachesse Colla bonarietà d’uno scabino: Tu m’accompagneresti alla kermesse In cuffia e gamurrino.
Ivi seduti accanto, Parleremmo d’amor tranquillamente; La birra bionda spumerebbe intanto Nel boccal rilucente.
Tu colla tua gioconda Voce sussurreresti una ballata, Io succhierei con maestà profonda La pipa smisurata.
E in quest’ozio sublime Tabacco fumerei, non porcheria, Non il pelo, gli stracci ed il concime Della nostra Regìa.
Là non ci son contese Di neri, di scarlatti e di turchini: Là nella sabbia del natio paese Dormono i contadini.
Là nessun vi domanda Impieghi, dividendi o beveraggi... Oh, benedetti della mite Olanda Pacifici villaggi!
Villaggi fortunati Che non avete nè carabinieri, Nè superbia di sindaci avvocati, Nè preti cavalieri.
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