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Olindo Guerrini
Canzoniere di Lorenzo Stecchetti

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  • POSTUMA
    • XV.   NOIA
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XV.

 

NOIA

 

Aria ferma e corrotta, acque stagnanti,

Biscie, zanzare e rane,

Sabbie senza confin, corvi vaganti,

Donne brutte e villane,

Gente ignorante gialla e discortese:

Ecco questo paese.

 

Sbadigliando languir solo soletto

Lunghi tediosi giorni,

Dormire e ricader disteso in letto

Finchè il sonno ritorni,

Sentir la mente il core in etisia,

Ecco la vita mia.

 

È la vita che move il tenerume

Del polipo natante;

È il vegetar del verro entro al pattume

Del brago ributtante;

Un medico direbbe: è un caso bello

D’atrofia di cervello.

 

E pur così sempre non vissi, e torna

Il mio pensiero ai lieti,

Ai cari monti che la vite adorna,

Ai tranquilli oliveti,

All’innocente riso, alla gaiezza

Della mia fanciullezza.

 

Odorati rosai, dov’è rivolta

Ogni speranza mia,

Dove il mio core amò la prima volta

E che l’estrema fia,

Questo vi giunga almen lontano addio,

Rosai dell’amor mio!

 

Ahi trascinando nella pigra noia

Questa vita inamena,

Vie più m’è duro il rimembrar la gioia

Spensierata e serena

Che non curante delibai nel fiore

Del mio tempo migliore!

 

O mia Venezia! Allor non conoscea

Questi tedi mortali

Quand’io soletto in gondola correa

La notte i tuoi canali,

Da’ miei sogni cullato e dalla bruna

Onda della laguna!

 

E mirando nell’acqua il tremolio

De’ pallidi lampioni,

E tendendo l’orecchio al mormorio

Di lontane canzoni,

Io gustavo l’arcana ed infinita

Voluttà della vita.

 

O Napoli! O Palermo! O rimembranza

De’ miei cari vent’anni,

O larve liete della mia speranza

Di cui piango gl’inganni.

Deh, perchè tormentar quest’agonia

Che fortuna m’invia?

 

Lasciate consumar stupidamente

L’ozioso viver mio

Tanto ch’io possa addormentar la mente

Nel tedio e nell’oblio:

Così riposerò notti tranquille,

Così morrò imbecille.

 

 

S. Maria del Salice (Maremma toscana)

La notte dal 4 al 5 aprile 1870.




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