Canto, Ottava

 1     1,  31 |       felle,~ancor da lui non visto, il cielo avaro,~poiché,
 2     2,  103|       meno, in cui sovente ho visto~accortezza e bontà più che’
 3     4,  121|           Assai noistesse pur visto n’abbiamo 121~e di troppo
 4     4,  121|  abbiamo 121~e di troppo aver visto anco ne spiace.~A que’ poveri
 5     5,  96 |      ognintorno rosseggiar fu visto~del sangue del garzon rabbioso
 6     6,  95 |     tosto che vide il non più visto augello~che’l pregio quasi
 7     7,  178|     poco meglio che’n cielo è visto in terra.~
 8    10,  166|       parti un breve lume 166~visto apena han laggiù nel vostro
 9    11,  209|       l’invaghisse~di quelche visto avea, così gli disse:~
10    12,  105|       ricovra ala fontana,~ma visto Adon gli salta entro le
11    14,  296|     che ne’ miei furti audaci~visto non fui rapire altro che
12    14,  304|     cui contrasti divenir s’è visto~vantaggio il danno e perdita
13    14,  338|    trovar tanta difesa avria,~visto che contro il ferro il cuoio
14    16,  171|   alcuna cosa tacito depredi,~visto il garzon che come sol lampeggia,~
15    16,  196|    siché da molti invidiar fu visto,~udissi un mormorio chiaro
16    17,  64 |       i nembi dele lagrime fu visto;~nel volto ancor, tra chiaro
17    18,  123|  sestesse cader dal crin m’ho visto?~e quante scaturir dal’amorose~
18    19,  55 |                            Ma visto il tempo acconcio ala vendetta,
19    19,  325|     svanisca qual fiore apena visto.~Pur col nov’anno il fiore
20    20,  185| favorire applaudendo ognun fu visto.~
21    20,  207|    nova fatica è ben presago,~visto Olbrando l’insubre a pugna
22    20,  223|      senza doglia acerba, 223~visto il tragico fin dela battaglia,~
23    20,  390|                               Visto il suo bel destrier che