Canto, Ottava

 1     3,  41 |        monti, né posar concede,~sich’ozio mai la signoreggi al
 2     4,  35 |  cadavere vivo infra i mortali,~sich’abbia invidia ai morti,
 3     4,  109|        e lavacri eletti e rari,~sich’elle a tanto cumulo di bene~
 4     4,  189|         favilla il tergo cosse,~sich’al’aspra puntura ei si riscosse,~
 5     4,  289|         a me gli strali arrota,~sich’a tor forme indegne anco
 6     7,  5  |       di grù, ventre di Scilla,~sich’esca omai bastante a tanta
 7     9,  74 |      pien di giovenil baldanza,~sich’al’altrice dele chiare genti~
 8    10,  2  |        ale~per sì alto sentier, sich’io non caggia;~movi la penna
 9    10,  54 |      umani ed ale menti ascosa,~sich’alzarvi giamai la vista
10    10,  133|        guatar torto e travedere~sich’altrui spesso e semedesma
11    10,  211|   discordi umori in corpo frale~sich’io preveggio il tuo morir
12    11,  14 | disgiunge,~com’ancor fa la mia, sich’ambodui~non sappiam l’un
13    12,  62 |         martir l’alma sommerse,~sich’ogni senso, ogni color perdendo,~
14    14,  108|         ciò che’l tuo cor desia~sich’uom la morte, che d’aver
15    14,  146|    rovere annosa il ramo tronca~sich’a guisa d’uncin s’incurvi
16    16,  171|   preziosi arredi~e cerca come, sich’altri non veggia,~alcuna
17    19,  45 |       finte inaspettate e nove,~sich’accenna talvolta in una
18    19,  211|       l’accolse~e n’arde ancor, sich’esca altra non vole.~Allor
19    19,  215|       io m’affisi in altri rai,~sich’acceso il mio cor da sì
20    19,  229|     beva in Lete un dolce oblio~sich’io più non rimembri il dolor
21    19,  264|      che tanta rabbia cessi 264~sich’io per queste ingorde onde
22    20,  242|    dritto del diametro si pone,~sich’al circol pervien dela distanza~