Canto, Ottava

 1     3,  175|   non però già di passeggiar lasciando,~nel grazioso Adon gli occhi
 2     4,  13 |   pendon più corone o serti.~Lasciando d’onorar più Citerea,~sacrifica
 3     4,  68 | depositò nel destinato loco,~lasciando nel partir col pianto amaro~
 4     4,  136|    sé dal formidabil fischio~lasciando il ciel contaminato e guasto,~
 5     5,  65 |      non voler, tanto piacer lasciando,~tra i perigli de’ boschi
 6     8,  90 |      gran viaggio al fine 90~lasciando al suo sparir smarriti i
 7     9,  16 |    trascorre ed erra.~Talor, lasciando l’elemento grave,~quand’
 8    11,  192|     suo senno e le corregge,~lasciando al’uomo il libero volere~
 9    15,  116| altrettante darne~e l’ultime lasciando in monte accolte~otto l’
10    16,  26 |      l’armi e cader l’ire~e, lasciando di Marte i piacer scarsi,~
11    16,  265|    chiusa parte ascosa,~onde lasciando Astreo regger sua vece~al’
12    17,  134|    pria ch’entrando nel mar, lasciando il suolo,~fatto scaglioso
13    17,  151|   rode l’acciar, de’ Cafarei lasciando~lontano alquanto il promontorio
14    17,  175|    Costantin tremar la sede,~lasciando, Arabi e Sciti, i busti
15    18,  36 | senno farai, l’animo offeso,~lasciando a me per questo e per qualunque~
16    18,  186|    cara magion poco abitata,~lasciando pur malvolentier la scorza~
17    19,  31 |    destrier fulgidi e chiari~lasciando l’Ore a governare in cielo,~
18    19,  132|           Qui solea Galatea, lasciando il ballo 132~del’altre ninfe
19    20,  250|     Gange i biondi crini 250~lasciando Apollo i suoi dorati alberghi~
20    20,  491|   nipoti e padri e figli 491~lasciando dunque il numero infinito,~