Canto, Ottava

 1     4,  289|       amor paterno~mi prese il mento e mi baciò la gota.~«Seben (
 2     5,  35 |       non ancor gli uscia su’l mento 35~l’ombra ch’aduggia il
 3    11,  15 |        per prova dir s’adulo o mento.~
 4    12,  86 |   nubiloso nembo.~Che dico? Io mento, anzi l’ho meco ancora,~
 5    13,  93 |   oltre due spanne,~ricurvo il mento, ampia la bocca e torta.~
 6    13,  149|       e stringe~con l’altra il mento gli solleva e spinge.~
 7    13,  159|        in rostro,~la bocca, il mento, il naso osso divenne;~divenne
 8    14,  291|       gola il gavocciolo e nel mento~porta la barba di filato
 9    16,  86 | decrepita l’etate 86~quasi col mento avea congiunto il naso~e
10    16,  141|    lucente e bello 141~del bel mento la cima un fiocco impela,~
11    16,  169|        più che quattro peli al mento,~rosso, ma d’un rossor che
12    16,  206|        di schiume sanguigne il mento spruzza,~a guisa di cinghial
13    19,  17 |             Non ha di piuma il mento ancor vestito 17~Cinzio
14    19,  158|      insu le spalle pende,~del mento inculto, squallido e barbuto~
15    19,  277|       e stillante di piogge il mento e’l crine,~spezza le nubi
16    20,  41 |                        Raso il mento e la chioma e bruno il volto,
17    20,  172|    talor, ma non gli arriva al mento;~talor prende a saltar,
18    20,  268|      languia schernito,~perché mento avea raso, irsuto labro,~
19    20,  350|      il giogo e non ha peli al mento.~Se’n guerra conquistò spoglie