Canto, Ottava

 1     1,  69 |      guasta,~l’arco, ond’Apollo uccise il fier serpente,~di Nettuno
 2     5,  27 |      rinacque.~L’onda che già l’uccise, or gli è nutrice,~perch’
 3     5,  120|     fugaci~e di tenebre armata, uccise il Giorno.~Il feretro del
 4     7,  194|     tale oltraggio~la saetta ch’uccise il suo Fetonte,~che, quando
 5    12,  36 |     travi~vote spoglie di genti uccise e prese,~tavole rotte d’
 6    12,  217| saettandomi gli occhi, il cor m’uccise,~indi del’alma in signoria
 7    13,  15 |         ancor vaga e lasciva 15~uccise di candor simile al latte~
 8    13,  51 |        sangui e mestri~di donne uccise e di svenate genti,~de’
 9    14,  372|    campolla già quando la serpe uccise,~non seppe in suoi rigori
10    18,  59 |       noia~e recar poi di tigri uccise e d’orse~al maestro biforme
11    18,  133|      col dente empio e crudel l’uccise a torto.~Ninfe, e voi non
12    19,  95 |        deh! dimmi or quale 95~t’uccise empio e crudel mostro iracondo,~
13    19,  209|       sciolto il laccio,~si tel’uccise, e ne piangesti, in braccio.~
14    19,  252|    pietoso il mar non soglia,~l’uccise nondimen contro sua voglia.~
15    19,  421|        quand’empia morte Ofelte uccise;~così fece il mio figlio
16    20,  423|       per brando il fier rivale uccise~ed, al duce maggior rotto
17    20,  463|        odio che si deve a chi l’uccise.~