Canto, Ottava

 1     1,  103|        e de’ fratelli miei fido ricetto. –~
 2     2,  6  |         tal è il palagio, ov’ha ricetto Amore.~
 3     5,  8  |      uso in selvaggio e poverel ricetto,~se talora a mirar vien
 4     5,  65 |       dove strani animali hanno ricetto,~di girne ardito e’ntrepido
 5     6,  204|        abitanti concordi, ebber ricetto.~
 6     7,  18 |        di tanti augei, ch’avean ricetto~in quell’albergo, udì la
 7     8,  140|      ch’abbia in queste porpore ricetto~quanto mele han Parnaso,
 8     9,  129|         gli augei canori esca e ricetto.~E s’altr’aquila in ciel
 9    11,  16 |       da sguardo infausto abbia ricetto,~non si può dir con quanti
10    11,  167|  corrono al mare ed han dal mar ricetto,~così sprezzato ancor non
11    11,  179|        nel medesmo albergo avea ricetto~ed al’umida dea giunto dapresso~
12    12,  5  |       non può basso timor lungo ricetto.~
13    17,  32 | disdetto~nela cara memoria aver ricetto.~
14    17,  141|       trombetta del’onde) abbia ricetto,~suol più ch’altrove in
15    18,  66 |        ed infelice selva~che dà ricetto al’arrabbiata belva.~
16    19,  412|        del più puro ardor nobil ricetto,~che d’aver riscaldato unqua
17    20,  498|     converrà che più alto abbia ricetto,~s’esser non vuol anch’egli