Canto, Ottava

 1     1,  99 |  pampini il Meandro e d’edre l’Ebro~e d’auree palme incoronato
 2     1,  164|   quindi il vino espresse,~ond’ebro in seno il giovinetto accolse~
 3     6,  178|        Costoro in guisa tal ch’ebro divenne,~l’abbeverar del
 4     6,  178| abbeverar del vin dela Follia;~ebro il tennero a bada, infinché
 5     7,  114|        ma chi gusta i lor baci ebro diviene.~
 6     7,  166|      sommerge il core,~e resta ebro di vin, ma più d’amore.~
 7    12,  66 |      trema e tuona;~si scote l’Ebro dale corna estreme~la canicie
 8    13,  113|     prese in breve~che fu qual ebro a vacillar costretto~e,
 9    13,  226|                  A far però ch’ebro del tutto e cieco 226~di
10    16,  180|               Stamane allor ch’ebro di sonno e cieco 180~giacea
11    18,  19 |       scherno~e senza indugio, ebro d’orgoglio insano,~il giovane
12    18,  79 |      affronti o chi l’arresti.~Ebro di sangue il suo furor rinforza~
13    19,  123|       da colui che mutò forma,~ebro vaneggi o tramortito dorma. –~
14    19,  152|    quando tra’l vino e’l sonno ebro e confuso,~il terso dela
15    19,  211|      Tempo fu già che l’occhio ebro si volse 211~ai chiari raggi
16    20,  298|        rimonta arso di scorno, ebro di rabbia~in un altro corsier