Canto, Ottava

 1     1,  61 |        raccogliea le piante~e, dovunque ne giva, il superbetto~rubava
 2     2,  151|     abbandonato il lido greco,~dovunque più vorrai, ne venga teco.~
 3     6,  99 |       e d’odorato acuto~tutto, dovunque va, cerca col fiuto.~
 4     6,  105|   stola~sempre il segue costei dovunque ei vola.~
 5     6,  147|      di pregiato e di gentile;~dovunque il volto gira o il piè converte~
 6     7,  211|    cercar la meretrice infame,~dovunque il figlio a satollar l’adeschi~
 7    11,  142|      le più degne e conte, 142~dovunque il volo mio stenda i suoi
 8    11,  170| invidia, ingiuriosa sorte,~che dovunque virtù la scorge e chiama~
 9    12,  19 |       folgore o che strale, 19~dovunque il cieco arcier soggiorna
10    12,  272|   mondo altri non gode,~saprai dovunque d’or si fa conserva.~Potrai,
11    15,  175|      del nativo albergo~sempre dovunque va, porta su’l tergo.~
12    17,  86 |                           così dovunque il piede o l’occhio gira,
13    17,  152|    Prannio ala vinosa valle,~e dovunque la via taglia per dritto~