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Giovanni Battista Amalteo Canzone sopra la vittoria seguita contra l'armata Turchesca IntraText CT - Lettura del testo |
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AL CLARISSIMO SIGNOR DOMENICO VENIERO.
HABBIAM cangiato stato Et hora non siam più nel mondo usato, Mondo di servitù, mondo di duolo Et pieno d'Ottomana feritade, Siamo in mondo di gioia, e libertade, In novo mondo, a cui il pianto pio Uscito agl'occhi del divoto stuolo Del popol battezzato in pregar Dio Per la defension del Christianesmo Contra lo dispietato Paganesmo Ha generato il mar ampio, e profondo, E la cener de i morti per l'honore Del Sommo Redentore, Ha prodotta la terra, e convertito S'è in foco il sangue, e al concavo è salito. E l'alme lor, che fur raggi, e facelle, Trasformate si sono in cieli, e in stelle, Hora mancando solo L'aere a cotal mondo Ecco s'inchina a te divin VENIERO, Et ti saluta la perenne Fama Come suo appoggio e speme, Et havendoti Iddio quell'aer vero Collocato nel core, Che gli fu germe, e seme A far l'aria del gemino Hemisfero, Ella ti invoca, e supplica con cento Lingue, che al novo mondo l'elemento Dell'aer crei con l'aura vivente Del tuo spirto potente, Perche ella si consuma nella brama Di volar agli Antipodi, e memoria Portar a lor de la inclita vittoria Che Adria incorona di perpetua gloria Et d'insegnar a quelle genti come Vince chi chiama in suo soccorso il nome Del figliol di Maria, e quanto acquisto Fa chi si fida arditamente in Christo.
IL FINE.
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