SCENA II
Mac-Gregor e Douglas
Douglas
Io n'ho stupore!
A svenir così facile è Maria?
Molto oppressa è quest'oggi.
Imbiancata, trema al più lieve rumor.
Mac-Gregor
Tenervi, o Dugla,
Io non voglio e non posso ancor segreto
Ciò che l'anima tanto alla mia figla
Oggi commuove; e chieggovi perdono
Se vel tacqui finora. Alla follia
Ch'io prudente stornai dal vostro capo,
Cerco voi stesso avreste, e senza posa
Inseguito quell'uom che di Maria
Turbò la pace.
Douglas
E chi turbare osava
La pace di Maria? Milord, parlate!
Mac-Gregor
Con animo tranquillo il luttuoso
Racconto udite. -- Il sesto anno già corre
Che nel nostro castello uno studente
Pellegrino arrivò. Venia costui
D'Edimburgo, e chiamavasi Guglielmo
Ratcliff. Io conosciuto un tempo avea,
-- E ben, ben conosciuto! -- il padre suo,
Di nome Edvardo; e quindi acolsi il figlio
Ospitalmente, e di tetto e di mensa
Per un qundici di gli gui cortese,
Egli vide mia figlia e troppo addentro
Negli occhi la fissò; poi die' principio
Ai sospiri, ai languori, alle querele.
Tanto che la fanciulla aperto e netto
Comprendere gli fe' che l'era uggioso.
Chiusi fiasco ed amor nella valigia,
Egli se ne parti. Passaro intanto
Anni due da quel giorno, allor che venne
Nel mio castel Filippo Macdonaldo,
Conte d'Ais; mi chiese, e con fortuna,
La mano di Maria. Sei lune appena
Trascorse, in nuziale abbigliamento
Stava a pie' dell'altar la cara sposa.
Ma lo, sposo macava! In ogni dove,
Nelle camere tutte e ne' cortili
E nelle stalle e nel giardino richiesta
Dell'assente facemmo ... A' piè del Negro
Sasso trovammo alfin la morta salma
Di Macdonaldo!
Douglas
Ucciso! ... E da qual mano?
Mac-Gregor
Ogni indagine nostra andò delusa!
Finalmente svelò la mia fanciulla
Che l'omicida conescea: si fece
A raccontare allor come Guglielmo,
La notte succeduta a quel misfatto,
Nella camera sua precipitoso
Ed improvviso entrasse, e sorridendo
La mostrasse la man, vermiglia ancora
Del sangue dello sposo, e con gentile
Chinar di capo il nuziale anello
Del trafitto le desse.
Douglas
Oh infamia! oh scherno!
E voi ... voi che faceste?
Mac-Gregor
Al suo castello
Portar feci l'ucciso, e nel sepolcro
De' guoi padri deporre; indi una croce,
A ricordo perpetüo, nel loco
Del misfatto piantai; ma cerco ho invano
L'assassino Ratcliff; fu visto in Londra,
L'ultima volta, ove, morta la madre,
Siupò tutto in bagordi il suo retaggio;
Poi di gioco, di presti, e, fin --- lo intesi
Da parecchi asserir -- di ladroneggi,
Vita infame condusse a mo' d'infame
Cavlier di rapina. -- Era il secondo
Anno su quel delitto ormai trascorso,
E l'uccio non men che l'uccisore
Quasi posto in oblio, quando al castello
Lord Duncano arrivò: mi fe' dimanda
Della fanciulla; consentii, nè cosa
Difficile mi fu, che consentisse
Ella pure a legarsi ad uom disceso
Da' nostri antichi re. Ma ... sventurati
No! già stava all'altar festosamente
Abbigliata Maria, non senza un vago
Turbamento ... e Duncan giacea trafitto
Sul Negro Sasso!
Douglas
Io raccapriccio!
Mac-Gregor
A' servi,
"Su -- gridai -- tutti in sella!"
E per tre giorni
Boschi, valli, campagne, antri, foreste,
Noi corremmo, lustrammo,
E indarno sempre:
Orma dell'assassino in nessun loco.
Se non nella stressa infausta notte
Di quel di sanguinoso, ardìa Guglielmo
Di novo penetrar nella segreta
Camera di mia figlia, e presentarle,
Con un riso beffardo ed un saluto
Gentil, l'anello nuzial che dato
A Duncano ella avea.
Douglas
Per Dio, quest'uomo
M'è d'un audacia singolar! Trovarlo
Vorrei.
Mac-Gregor
Fu l'uomo istesso, io l'ho per fermo,
In cui nel bosco d'Invernè vi siete,
Dugla, scontrato. Che nessun de' miei
Sagaci esploratori abbia veduto
Colui, stupor mi prende, lo molta cura
Data, o conte, mi son,
Perchè non debba
Come gli altri, scolpir sopra una croce
A quel sasso fatale il nome vostro.
(parte)
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