Lasciarsi
«provocare» dalla stella
Alessandro
Plotti, vescovo di Pisa
I Magi: figure
rappresentative del mondo pagano e della sapienza puramente razionale e umana
che percepiscono l'insufficienza delle verità acquisite usando solo la ragione
e l'intelligenza - Sono dei saggi, degli uomini di scienza, degli astronomi che
scrutano il cielo e che,ad un certo punto del loro itinerario conoscitivo,
sentono che bisogna cercare "qualcos'altro" per dare luce e certezza
alla loro ricerca della Verità.
Sono come l'icona di un certo mondo culturale e scientifico che ancora oggi
cerca la risposta ai grandi interrogativi esistenziali nel mito
dell'onnipotenza della ragione e della ricerca scientifica.
Vedono la stella: intuiscono che quella luce può essere un richiamo, uno
stimolo ad andare oltre, a cercare altrove, a fondare diversamente la loro
fatica intellettuale, e la seguono, lasciando le loro false certezze, come
ammaliati da una misteriosa provocazione interiore. E seguendo la stella, il
loro cuore lentamente ma progressivamente si riempie di gioia e l'obiettivo del
loro lungo viaggio si fa sempre più chiaro: incontrare quel bambino che è il Re
dei Giudei.
Matteo, con questo episodio dei Magi, vuole mettere in evidenza anche
l'atteggiamento dei Giudei e delle comunità giudaico-cristiane di fronte
all'apertura del messaggio cristiano verso gli stranieri. Nella reggia di Erode
si tiene piuttosto un consiglio di guerra che una serena ricerca della volontà
di Dio. La tensione che il racconto dei Magi riflette, abbraccia e riguarda
soprattutto le lotte che la comunità apostolica deve sostenere da parte del
giudaismo. Il comportamento di Erode contro il Messia che è nato è lo stesso
che le autorità di Gerusalemme hanno assunto contro il Cristo sia durante gli
anni del ministero pubblico sia nella settimana di passione. Lo stesso
atteggiamento assumono, mentre l'evangelista scrive, il ogni città della
Palestina, dell'Asia o della Grecia all'apparire dei predicatori evangelici.
Ancora oggi, questo atteggiamento si riscontra contro chi annuncia e
testimonia il Vangelo con uno sguardo missionario ed ecumenico.
Voi giovani: quanti perché! quanti interrogativi esistenziali! Perché siete
venuti a Colonia? Che cercate?
La ricerca di valori assoluti, l'inquietudine del cuore, l'insoddisfazione
delle risposte scontate e omologanti, l'appiattimento su stili di vita poco
significativi, vittime della cultura del qualunquismo e del pragmatismo,
l'asservimento acritico alle idolatrie del mondo, sono tutti capitoli che
bisogna avere il grande coraggio di affrontare, per capire che la dimensione
spirituale e trascendentale della vita non può essere elusa.
Avete voglia di vivere, di esprimervi liberamente, di costruirvi un destino e
un futuro degni delle vostre incommensurabili potenzialità, volete costruire
una società meno ipocrita e massificante, volete lottare contro le ingiustizie
e le violenze dei potenti, volete essere protagonisti per una nuova civiltà e
cultura della fraternità e della condivisione?
C'è una sola strada: lasciarsi guidare e provocare dalla "stella"
,dalla luce di Dio che diventa itinerario, ricerca, fatica, sacrificio, domino
di sé e camminare sull'unica strada aperta: Gesù Cristo.
Sulla strada che porta a Gesù Cristo, che è Cristo, anche noi, però,
incontriamo i nuovi Erode. Sono coloro che, facendo finta di amare i giovani e
le loro legittime aspettative, cercano di strumentalizzarli e di renderli
vittime di un consumo che risponda a perverse logiche di mercato e di consumo.
Solo la vera libertà, che la vocazione cristiana può garantirci, è l'unico e
irrinunciabile antidoto ad ogni tentativo di asservimento ad una cultura
dell'effimero e del...
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