Gesù Cristo,
la vera risposta
Severino
Poletto, arcivescovo di Torino
Introduzione
La nostra icona di riferimento per questa riflessione sono i santi Magi, dei
quali nel duomo di Colonia si venerano le reliquie. Ed è proprio alla pagina
del Vangelo di Matteo, capitolo secondo, che parla della visita dei Magi al Bambino
Gesù a Betlemme, che Giovanni Paolo II, di venerata memoria, si è ispirato per
il Messaggio col quale il 6 Agosto dell'anno scorso ha convocato qui a Colonia
tutti i giovani del mondo per questa XX GMG. Vogliamo ricordare con affetto e
preghiera questo grande Pontefice, così amato e seguito dai giovani ai quali ha
saputo dare grandi orientamenti di vita alla ricerca del Signore Gesù, come
unico Salvatore, e ci prepariamo ad accogliere ed ascoltare il carissimo Papa
Benedetto XVI che verrà qui per confermarci nel nostro cammino di fede e per
dare continuità alla grande occasione di grazia che le GMG sono per i giovani
di tutto il mondo. Il tema di questa nostra prima Catechesi ci porta ad
affrontare un argomento fondamentale della vita di ogni persona e soprattutto
della vita dei giovani: "Ricercare la verità, senso profondo
dell'esistenza umana". Per affrontare questo argomento siamo aiutati dalla
domanda che i Magi, giunti a Gerusalemme rivolgono alla gente: "Dov'è il
re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella" (Mt 2, 2).
È una domanda che nasce dall'esperienza che i Magi stanno vivendo e che può
essere sintetizzata in questi tre passaggi:
a) hanno visto il "segno" della stella;
b) si sono messi in cammino per cercare;
c) finalmente arrivano alla méta. Incontrano Gesù e realizzano la loro grande
aspirazione: "Siamo venuti per adorarlo" (Mt 2, 2).
Ora è il momento di mettere le nostre persone a confronto con l'esperienza
spirituale dei Magi per ricevere un insegnamento ed arrivare anche noi, come
loro, ad incontrare Gesù per adorarlo.
1. RICONOSCERE I SEGNI E LASCIARCI INTERPELLARE DA ESSI
È importante saper leggere le esperienze della nostra vita, dall'infanzia fino
ad oggi, per prendere coscienza di come e quanto Dio ci abbia dato dei segnali
della sua presenza e del suo amore per noi. Questi sono i "segni
positivi" perché ci orientano verso una ricerca del Signore e del senso
profondo e vero della nostra vita.
Per i Magi un segno misterioso è stato la stella dalla quale si sono lasciati
docilmente guidare fino a Betlemme. Hanno visto in quel segno il messaggio di
Dio per loro e si sono messi in cammino, non per forza o con svogliatezza, ma
con gioia, col desiderio ardente di trovare il Messia: "Al vedere la
stella essi provarono una grandissima gioia" (Mt 2, 10). Anche per noi è
importante imparare a scrutare, riconoscere e seguire i segni con i quali Dio
ci chiama e ci guida.
a) Il più grande "segno" che Dio ha offerto a tutta l'umanità per
rivelarsi a noi come Padre che ci ama è stato la venuta di Gesù sulla terra.
L'incarnazione del Verbo, nato dalla Vergine Maria, è la Parola chiara e
definitiva che Dio ci ha dato della sua esistenza di Creatore e Padre e del suo
progetto di salvezza per tutti gli uomini.
• "Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito che è nel seno
del Padre, lui lo ha rivelato" (Gv 1, 18)
• "Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi
modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato
a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per
mezzo del quale ha fatto anche il mondo" (Eb 1, 1-2)
b) Anche i Santi del passato e quelli dei nostri giorni dono "segni"
visibili della presenza e dell'amore di Dio nella storia e sono nello stesso
tempo testimoni dei veri valori dell'esistenza. Col loro comportamento ci
dicono quale è la vera risposta di senso a tutte le vicende umane, morte
compresa. Pensiamo ai martiri dei primi tempi della Chiesa (es. Sant'Ignazio di
Antiochia o i martiri di Abitene che morirono con questa affermazione sulle
labbra: "Senza Domenica (e quindi senza Eucaristia) non possiamo
vivere!"). Pensiamo ai martiri dei tempi moderni. Siamo a Colonia e non
possiamo non ricordare Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein): tutta
una vita interpretata come un percorso alla ricerca della Verità e trovatala
("Questa è la verità" dirà dopo la lettura della vita di Santa Teresa
d'Avila) si consacra totalmente al suo servizio. Gesù Cristo è la sua Verità e
per Lui ed anche per il suo popolo di appartenenza (gli ebrei) offrirà la sua
vita quando ad Auschwitz, il 9 Agosto 1942, viene uccisa nelle camere a gas.
Possiamo ricordare anche Madre Teresa di Calcutta, la Santa del servizio ai più
poveri tra i poveri: un giorno un giornalista americano la vede lavare nella
pubblica piazza le piaghe di un poveraccio e le dice: "Io non lo farei
neanche per centomila dollari!" E lei risponde pronta: "Neanch'io! Lo
faccio per ben altri e più nobili motivi!". E parlando dei Santi del
nostro tempo come non ricordare il Papa Giovanni Paolo II? Chi più di lui in
questi ultimi tempi è stato segno profetico della presenza di Gesù Cristo nella
storia della Chiesa e del mondo intero? Il suo grido: "Non abbiate paura!
Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo!" risuona ancora oggi forte ed
attuale per tutti noi. Siamo qui a Colonia convocati da lui quando era ancora
in vita e lo sentiamo quanto mai presente spiritualmente ad indicarci la strada
della Verità.
c) A fronte di tanti segni positivi che Dio ci ha dato e ci dà della sua
particolare vicinanza ed amicizia bisogna saper vedere, per una presa di
distanza e non seguire i loro richiami, anche segnali negativi che ci devono
far riflettere e che ci interpellano a considerare che nel mondo c'è anche il
"misterium iniquitatis", il grano è misto a zizzania (Cf Mt 13). Sono
i grandi mali del mondo, quelli voluti e provocati dall'uomo, come il
terrorismo, le guerre, le ingiustizie, i peccati contro la vita, contro la
famiglia, contro la dignità della persona, … San Paolo ci ammonisce: "Chi
fa queste cose non erediterà il regno di Dio" (Gal 5, 21).
2. I MAGI SI MISERO IN VIAGGIO PER CERCARE
"Dov'è il re dei Giudei che è nato?" (Mt 2, 2).
La sete di verità, la ricerca di senso, la nostalgia di Dio, l'esperienza della
finitezza delle realtà terrene e della nostra condizione creaturale hanno
sempre spinto gli uomini più riflessivi ed intelligenti a mettersi in ricerca.
Le risposte alle grandi questioni della vita e del mondo non ci cascano addosso
in modo automatico se non riflettiamo, se non cerchiamo, se non interroghiamo
Dio e chi lo rappresenta, cioè la Chiesa, i suoi Pastori e le nostre comunità
cristiane che già vivono l'esperienza gioiosa di risposte di senso scoperte o
riscoperte e che fanno da fondamento alle loro grandi scelte di vita. In questo
momento dobbiamo fare nostra la grande domanda dei Magi: "Dov'è il re dei
Giudei che è nato? Siamo venuti per adorarlo". Siamo venuti a Colonia per
questo: cercare Gesù, convincerci del sua amicizia per noi e per tutti gli
uomini, immergerci in una forte esperienza di Chiesa con i giovani di tutto il
mondo, con il Papa, i Vescovi, …, così da poter dire, al nostro ritorno, agli
amici che sono a casa: "Abbiamo incontrato il Signore!". Fermiamo ora
la nostra attenzione su alcune persone che nella loro esistenza hanno cercato
Dio, la verità e il senso della loro esistenza, cioè il progetto di Dio su di
loro e lo hanno trovato.Gli esempi sarebbero moltissimi ma ne ricordiamo
soltanto alcuni:
a) Mosè davanti al roveto ardente: "Voglio avvicinarmi a vedere questo
grande spettacolo: perché il roveto non brucia?" (Es 3, 3).
b) Il profeta Elia sul monte Oreb (il Sinai): "Che fai qui Elia? … Esci
(dalla caverna) e fermati sul monte alla presenza del Signore" (1 Re 19,
9ss).
c) Maria di Nazareth: "Come è possibile? Non conosco uomo" (Lc 1,
34).
d) Primi discepoli di Gesù: "«Chi cercate?». Gli risposero: «Rabbì, dove
abiti?». Disse loro: «Venite e vedrete»" (Gv 1, 38-39).
e) Nicodemo, un capo dei Giudei va di notte da Gesù per incontrarlo e farsi
indicare la via della salvezza: "In verità, in verità ti dico, se uno non
rinasce dall'alto non può vedere il regno di Dio" (Cf Gv 3).
f) Il giovane ricco: "Maestro che cosa devo fare di buono per ottenere la
vita eterna?" (Mt 19, 16ss).
g) Alcuni greci giunti a Gerusalemme per la festa chiesero a Filippo:
"Signore, vogliamo vedere Gesù" (Gv 12, 20ss).
h) Maria di Magdala la mattina di Pasqua si ferma vicino al sepolcro vuoto,
piange perché non si rassegna a non trovare Gesù. Il Risorto le appare e le
dice: "Donna, perché piangi? Chi cerchi?" (Gv 20, 15).
i) Saulo sulla via di Damasco viene fermato da una luce sfolgorante e cadendo a
terra "udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?».
Rispose: «Chi sei, o Signore?». E la voce: «Io sono Gesù, che tu
perseguiti»" (At 9, 3-5).
3. NOI E IL GRANDE PROBLEMA DELLA VERITÀ
La cosa più importante della nostra vita è scoprire la verità su noi stessi,
sul mondo e su Dio. L'uomo non può vivere bene senza dare una risposta di senso
ai grandi interrogativi che avverte dentro di sé e che il Concilio Vaticano II
ci ha ricordato nella Costituzione Gaudium et spes al n. 10: "Cos'è
l'uomo? Qual è il significato del dolore, del male, della morte che, malgrado
ogni progresso, continuano a sussistere? Cosa valgono queste conquiste (quelle
del grande progresso scientifico e tecnologico) a così caro prezzo raggiunte?
Che reca l'uomo alla società e cosa può attendersi da essa? Che ci sarà dopo
questa vita?". Se passiamo da questi grandi interrogativi, che sono di
tutti, e mettiamo noi stessi con tutte le situazioni di vita personali che
stiamo sperimentando di fronte alla grande esperienza della GMG ci possiamo
chiedere: "Che cosa cerchiamo? Che cosa ci aspettiamo da questo evento?".
A fronte di queste domande ci possono essere tre atteggiamenti diversi tra
loro:
a) Ci sono giovani, ed io spero che tutti voi siate così, i quali sanno
riflettere seriamente sulle cose, si pongono con responsabilità di fronte ai
problemi e cercano di arrivare ad una maggior conoscenza della verità per poi
decidere le grandi scelte della loro vita. Una GMG deve aiutare a fare questo.
b) Ci possono però essere giovani che, pur essendo venuti a Colonia, non sono
disposti a fermarsi a riflettere e vivono con superficialità le esperienze che
vengono proposte. Non sanno mettersi in discussione e temono di lasciarsi
coinvolgere seriamente dalla persona di Gesù che qui si presenta loro in modo
straordinario. Essi perdono così un'occasione di grazia, sciupando una grande
opportunità per rendere la loro fede più convinta e gioiosa
c) Ci può essere anche una terza categoria di giovani, cioè quelli che pur
facendo qualche sforzo e mettendo buona volontà per fare bene le cose, non se
la sentono di essere coerenti nel tirare, dopo questa esperienza, delle
conclusioni serie per la loro vita concreta e, tornati a casa, non riescono a
dimostrare alcun segno di cambiamento nei loro comportamenti. Colonia è stata
per loro una bella esperienza, anche affascinante, ma poi tutto ritorna come
prima. Tocca a voi decidere in quale di queste tre categorie di giovani vi
volete mettere.
Conclusione
a)
Ricordiamo le nostre esperienze passate: quante volte abbiamo visto la luce
della verità e non l'abbiamo seguita!
b) Questa GMG è una nuova occasione di "vedere la luce", che è Gesù.
Non possiamo sciupare anche questa occasione straordinaria ed unica, perché
"questa grazia" non tornerà più.
c) Che cosa faremo "dopo Colonia"? A chi servirà l'esperienza forte
di questa GMG? A noi, ai nostri familiari, ai nostri amici, alle nostre
comunità cristiane, ed anche al nostro più vasto ambiente di vita.
Giovanni Paolo II all'apertura della GMG di Roma nell'anno 2000 così si rivolse
ai giovani radunati per un primo incontro con lui in piazza San Giovanni e in
piazza San Pietro: "Cari giovani, chi siete venuti a cercare?". Tutti
risposero con un solo grido: "Gesù Cristo!". Sia questa oggi la
nostra vera risposta a chi ci chiedesse: "Chi sei venuto a cercare e
vedere a Colonia?", "Gesù Cristo e solo Lui, perché soltanto Lui ha
parole di vita eterna e quindi convincenti risposte di senso ai grandi
interrogativi che mi porto dentro".
|