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Catechesi proposta dai vescovi ai giovani italiani riuniti a Colonia

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  • Incontrare Cristo nell'Eucaristia (19 agosto 2005)
    • Gesù, la vera manna
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Gesù, la vera manna

Arrigo Miglio, vescovo di Ivrea

 

Il messaggio di Giovanni Paolo II, al n. 3, sottolinea il collegamento tra questo atteggiamento dei Magi e l'atteggiamento di adorazione che la Chiesa mantiene davanti al mistero eucaristico, sia mentre viene celebrato sia quando viene conservato il corpo di Cristo nel tabernacolo.

L'adorazione è riservata a Dio: significa riconoscere la nostra piccolezza e la sua grandezza e potenza di Creatore e di Padre. In modo particolare nell'eucaristia riconosciamo la presenza e la manifestazione della potenza dell'amore di Dio, che nella morte e risurrezione di Gesù ha raggiunto il momento più alto.
L'eucaristia nasce dallo stesso amore di Dio da cui è nato il primo esodo: la pasqua di Gesù è il pieno e definitivo intervento liberatore di Dio per tutta l'umanità.

La mensa del pane eucaristico è la mensa della cena pasquale di Gesù con i suoi apostoli, la pasqua ebraica memoriale del primo esodo, che Gesù compie e trasforma con il dono del suo corpo spezzato e del suo sangue versato. È l'annuncio e il dono di una libertà piena e definitiva, che supera la stessa barriera della morte. Una libertà che nasce dal dono pieno e definitivo che Cristo fa di se stesso; dono presente nel pane donato, che noi mangiamo per lasciarci coinvolgere pienamente dal dono di Gesù.
L'Eucaristia ci rende contemporanei della Pasqua di Gesù e la sua Pasqua è presente e contemporanea alla nostra vita e alla nostra storia; vengono superate le distanze di tempo e di spazio, perché entriamo nelle dimensioni di Dio stesso.

Adorando e seguendo Gesù nel mistero dell'eucaristia vengono portate al pieno compimento le nostre limitate esperienze di libertà, riceve risposta piena la nostra domanda profonda di libertà. Eucaristia è cammino di donazione piena, totale: per Gesù il compimento è avvenuto sulla croce, e seguire lui vuol dire anche percorrere la via che passa attraverso la croce.
Ogni volta che celebriamo l'eucaristia accogliamo dentro di noi, nella nostra vita, la Pasqua di Gesù, e con il nostro Amen diciamo la nostra adesione a lui.

Anche nei momenti dell'adorazione eucaristica noi contempliamo il Cristo liberatore; il pane della vita è il pane azzimo, il pane dell'esodo, il pane del deserto, la vera manna, di cui la manna del primo esodo era figura e profezia (Gv.6).
La presenza di Cristo nel pane eucaristico conservato nel tabernacolo, adorato dalla Chiesa, è segno continuo della forza della parola di Gesù: una parola irreversibile, che non produce simboli o sogni ma crea e costruisce.

Nell'eucaristia adoriamo tutta la potenza dello Spirito Santo che trasforma il pane e il vino nel corpo e sangue di Cristo: lo stesso Spirito che ha diviso le acque del Mar Rosso, che sovrastava le acque ai primordi della creazione, che è sceso sulla Vergine di Nazaret il giorno dell'Annunciazione e l'ha resa madre di Dio; lo stesso Spirito a noi donato nel battesimo e nella cresima, che l'eucaristia alimento perché possiamo portare frutti sempre nuovi.

Nazaret e l'azione dello Spirito ci richiamano al grande silenzio entro il quale opera il Signore. Nell'adorazione eucaristica il silenzio è una componente essenziale, che permette al Signore di agire, di parlare nel profondo di ciascuno di noi. Un silenzio che talora può far paura, stordirci alquanto, perché ci obbliga a renderci conto di quanto siamo piccoli; possiamo essere tentati di fuggire o di coprire questo tipo di silenzio; è una tentazione che tutti i profeti e i santi hanno conosciuto, la tentazione di andare lontano dalla voce del Signore, che ci riporta sulla sua strada, che ci rimanda a Ninive, come Giona; che ci interroga nel profondo del cuore, come Pietro: "mi ami tu veramente, più di costoro?"(Gv.21, 15).

Nell'adorazione eucaristica ci è sempre accanto Maria: "videro il bambino con Maria sua madre…".Non adoriamo mai da soli, ma sempre con Maria e con tutta la comunità dei Santi. Questa vicinanza, specialmente quella di Maria, ci aiuta ad ascoltare, a non temere la voce del Signore; anche a noi come ai servi di Cana dice: fate quello che egli vi dirà. Lei che ha udito dall'angelo Gabriele l'invito incoraggiante "non temere , Maria", ripete a noi le stesse parole, ci prende per mano, ci aiuta a restare in ascolto.

Nell'adorazione eucaristica scopriamo il vero volto della preghiera: nel silenzio è lo Spirito che opera in noi, che grida con noi e per noi, lo Spirito di Gesù, donato a noi, che ci orienta verso l'amore del Padre; nel silenzio non siamo soli, ma siamo uniti alla preghiera della chiesa celeste e anche della chiesa terrestre; è l'esperienza di quanti, uomini e donne, hanno trovato questa gioia e questa comunione profonda accogliendo la chiamata a dedicare tutta la loro vita all'adorazione del Signore Gesù.
Nella preghiera comune, specialmente nella liturgia, abbiamo una parziale e provvisoria manifestazione della festa e della comunione della comunità celeste, e nell'adorazione personale lasciamo penetrare in tutto il nostro essere il mistero di cui un giorno saremo pienamente partecipi.




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