L'impegno in
una vita contemplattiva
Michele
Seccia, vescovo di San Severo
Carissimi
Giovani, l'esaltante esperienza della XX GMG volge al termine, anche se siamo
ancora tutti protesi verso il momento culminante dell'incontro con il Santo
Padre Benedetto XVI che presiederà la Veglia e la Celebrazione Eucaristica.
Forse la stanchezza comincia a farsi sentire, ma non possiamo correre il
rischio di sciupare questo tempo di grazia e di gioia, ignorando le conseguenze
e gli impegni da assumere ripartendo da Colonia.
Siamo venuti per adorarlo, ripercorrendo l'esperienza dei Magi (e quest'oggi
abbiamo la gioia di trovarci nella Chiesa ad essi dedicata), quale provocazione
o insegnamento abbiamo avvertito in questi giorni? La preparazione fatta nelle
Diocesi di origine, l'esperienza del viaggio, i giorni già trascorsi in questa
benedetta Nazione che abbiamo sentito come casa nostra perché è la stessa ed
unica Chiesa di Cristo, gli intensi momenti di accoglienza e di preghiera, di
silenzio e di esplosione di gioia,… tutto ha contribuito a farci interiorizzare
un messaggio fondamentale per la nostra esistenza di cristiani e discepoli di
Cristo. Metterci alla ricerca del Maestro e incontrarlo nell'Eucaristia, dove:
- la festa del banchetto trasforma l'amicizia in Amore radicale, capace
di dare la vita;
- il mistero dell'incarnazione rivela tutto il disegno della redenzione;
- l'altare dell'immolazione dell'unico sacrificio che ci riconcilia con
il Padre diventa pietra ribaltata dal sepolcro dove il Crocifisso ha vinto il
peccato e la morte e risplende risorto per donare lo Spirito;
- noi da semplici amici occasionali ci riscopriamo Chiesa di Cristo,
famiglia di Dio, figli del Padre, fratelli tra noi oltre ogni differenza
linguistica, culturale e razziale;
- impariamo ad offrire i doni ricevuti perché è donando che si riceve;
- comprendiamo che celebrare l'Eucaristia significa accettare la sfida di
dare la propria vita… come ha fatto Gesù.
Ma come può essere possibile tutto ciò per noi? Come attuare questo
meraviglioso progetto? Come passare dalle belle affermazioni alla nostra vita
quotidiana? La risposta ci viene proprio dall'esperienza di questi giorni, dal
Messaggio specifico di questa XX GMG, coincisa con l'Anno dell'Eucaristia:
diventare giovani eucaristici! È questa la nuova modulazione, l'impegno che
assumono le "sentinelle del mattino"! Che significa? Fare
dell'Eucaristia lo stile, il modello e il significato stesso della vita. Come è
possibile?
Anche in questo i Magi ci aiutano con i loro gesti dell'adorazione,
dell'offerta dei doni e del ritorno a casa.
L'adorazione, è
la prima conseguenza del "vedere il Bambino con Maria sua Madre"! Nel
linguaggio biblico vedere è sinonimo di credere. Non si può vedere Dio e
restare indifferenti. Nell'Eucaristia l'"ascolto" della Parola e il
"vedere" ci riportano all'esperienza degli Apostoli sul Tabor…
all'esclamazione di Pietro: è bello per noi restare qui… se vuoi farò tre tende
(Mt 17,1-8). Chi partecipa consapevol-mente alla celebrazione eucaristica,
avverte un intimo bisogno di fermarsi, di prolungare l'incontro con l'Amico…
ecco un primo senso dell'adorazione.
L'offerta dei
doni da parte dei Magi simboleggia la vera adorazione che abbraccia la Verità
di Colui che è adorato, ma anche l'intera esistenza di chi adora. Infatti non
si tratta di semplici offerte votive per chiedere favori, ma segni espressivi
della fede nel Verbo fatto carne: con l'oro sottolineano la regale divinità;
con l'incenso lo confessano come sacerdote della nuova alleanza; offrendogli la
mirra celebrano il profeta che verserà il proprio sangue per riconciliare
l'umanità con il Padre." [MESSAGGIO, 4]. Ma proprio perché si tratta di
doni fatti dagli uomini, sono segni del totale coinvolgimento della vita ed
esprimono la persona nella sua totalità. Cari Giovani –continua Giovanni Paolo
II - offrite anche voi al Signore l'oro della vostra esistenza, ossia la
libertà di seguirlo per amore rispondendo fedelmente alla sua chiamata; fate
salire verso di Lui l'incenso della vostra preghiera ardente; offritegli la
mirra, l'affetto cioè pienodi gratitudine per Lui, vero Uomo, che ci ha amato
fino a morire come un malfattore sul Golgota.
È proprio vero: l'adorazione ingloba e impegna tutta la vita, perché nasce
dalla partecipazione all'Eucaristia, esige lo stupore e il fascino del silenzio
contemplativo, imprime all'esistenza quotidiana una dimensione contempl-attiva,
per dirla con don Tonino Bello e, prima di lui, con Ignazio di Loyola
(contemplativi nell'azione). Essa sorge necessariamente dalla coscienza che
l'essere umano è una creatura che dipende totalmente dal Creatore ed è il
frutto dell'incontro personale con il Cristo. Solo un'esperienza prolungata di
questo incontro plasma l'uomo spirituale e produce trasformazione interiore e
concrete decisioni operative. Nel vangelo di Giovanni, parlando alla
Samaritana, Gesù insiste sul particolare che bisogna adorare il Padre nello
spirito e nella verità, perché il Padre cerca tali adoratori (Gv 4, 24).
Infine, i Magi
fanno ritorno al loro paese per un'altra strada!
L'allusione è fin troppo chiara: bisogna cambiare strada. Convertirsi è
cambiare strada. Un'immagine effcace per dirci: certo dobbiamo tornare alle
nostre case… ma in che modo, con quali intenzioni? Convertirsi è dare alla
propria vita un deciso orientamento verso il bene. Con-vertere… lasciarsi
ri-fare di nuovo da Dio… rinascere nella grazia dell'incontro riconciliante.
Da una vita nuova e ripiegata alla gioia di aver trovato in Gesù il senso pieno
e ultinmo dell'esistenza. Da una vita schiava dei giudizi degli altri, delle
mode da seguire, dei linguaggi omologati da usare per essere accettati, alla
pace di essere pienamente accolti dalle braccia forti e paterne di Dio Padre che
ci corre incontro per farci sentire amati, per ciò che siamo relamente per lui…
figli!
Da una vita golosa e avida di sensazioni estreme a una vita semplice come la
semplicità e la libertà del Vangelo. Se questi sono i doni della Terra
Promessa, che senso avrebbe rimpiangere il passato, come gli Ebrei nel deserto
che mormoravano contro Dio e contro Mosè, disposti anche a tornare indietro
(nella condizione di schiavi del Faraone, per una pentola di carne ed un po' di
cipolle!!!).
La conversione avviene solo dopo una seria revisione di vita (rientrò in se
stesso…) che spinge alla decisione irrevocabile di ritornare alla casa del
Padre (allora, si alzò e si incamminò verso suo padre…) e scoprire,
nell'abbraccio, l'incontro che cambia la vita (mentre era ancora lontano il
padre lo vide e, commosso, gli corse incontro…).
Ma essere convinti che un tale incontro con il Padre non si esaurisce nel
festino di allegria ritrovata, e nemmeno nella occasionale o sporadica
partecipazione alla messa domenicale, ma deve prolungarsi nel tempo, nella
vita, nella professione, nella famiglia, nei contesti in cui ciascuno di noi
tornerà a vivere. Certamente è bello sentirsi dire queste cose e magari
scoprirle in un contesto così esaltante come la GMG… attenzione però a non illudervi,
perché la vera sfida che ci aspetta è proprio quella di prolungare nel tempo,
cioè nella nostra vita da cristiani, la straordinaria esperienza
dell'Eucaristia, scoprendo –con i Martiri di Abitene del IV secolo - che non
possiamo vivere senza il giorno del Signore risorto, proprio perché celebriamo
la viva memoria del mistero pasquale e, grazie allo Spirito che ci raduna,
formiamo la famiglia di Dio, che è la Chiesa.
Quale impegno
intendiamo assumere
• attingendo all'icona evangelica dei Magi, che, me lo auguro di cuore per
ciascuno di voi, non ci ricorderanno più le fiabe di un mondo lontano e pieno
di regali… ma il REGALO più bello e prezioso che Dio ci ha fatto nel suo Figlio
Gesù e il DONO meraviglioso che Cristo ci ha lasciato nel sacramento della sua
presenza eucaristica sacramentale;
• memori dell'insegnamento di Giovanni Paolo II che nel Messaggio ai Giovani
per questa GMG, vi ha come affidato una consegna preziosa e sintetica,
scrivendo:
Siate adoratori dell'unico vero Dio, riconoscendogli il primo posto nella
vostra esistenza! L'idolatria è tentazione costante dell'uomo. Purtroppo c'è
gente che cerca la soluzione dei problemi in pratiche religiose incompatibili
con la fede cristiana.
Giovani non cedete a mendaci illusioni e mode effimere che lasciano non di rado
un tragico vuoto spirituale. Rifiutate le seduzioni del denaro, del consumismo
e della subdola violenza che esercitano talora i mass-media.
L'adorazione del vero Dio costituisce un autentico atto di resistenza contro
ogni forma di idolatria. Adorate Cristo: Egli è la roccia su cui costruire il
vostro futuro e un mondo più giusto e più solidale. Gesù è il Principe della
pace, la fonte di perdono e di riconciliazione, che può rendere fratelli tutti
i membri della famiglia umana.
• sostenuti dalla grande fiducia che Benedetto XVI ha riposto nei giovani sin
dall'inizio del suo Pontificato: Non abbiate paura di Cristo! Egli non toglie
nulla, dona tutto. Chi si dona a Lui, riceve il centuplo. Si, aprite,
spalancate le porte a Cristo e troverete la vera vita.
Anche oggi, cari
Amici, concediamoci alcuni minuti di silenzio per una riflessione personale su
quanto abbiamo ascoltato, invocando lo Spirito Santo e la Vergine Maria.
Possono aiutarci alcune domande:
- Nella vita frenetica di ogni giorno c'è tempo e spazio per la
preghiera?
- Messa e adorazione eucaristica fanno parte della mia vita di fede?
- Che significano le espressioni: "giovani eucaristici" e
"contemplativi nell'azione"?
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