L'Amore che
pervade tutta la vita
Dante
Lanfranconi, vescovo di Cremona
I Magi che hanno
trovato Gesù con Maria sua madre, lo adorarono ed espressero la loro adorazione
offrendo i doni che avevano portato: oro, incenso, mirra.
L'adorazione non è per loro - e non è neanche per noi - solo un
gesto cultuale, che occupa alcuni sporadici momenti della nostra vita;
l'adorazione è il segno dell'amore che pervade tutta la vita e che si esprime nel
dono di se stessa. Naturalmente col dono manifestiamo di riconoscere Colui al
quale il dono è destinato. Nel nostro caso, Dio.
Si tratta dunque di adorare Dio con tutta la nostra vita; o, come dice il tema
di questa catechesi, di vivere nel mondo come veri adoratori di Dio.
1. Adorare Dio con tutta la vita.
Che cosa significa? Riconoscere che Dio è l'unico.
E' questa la prima parola del patto di alleanza che Dio ha stretto con gli
uomini: "Io sono il signore tuo Dio: non avrai altri dei davanti a me"
(Es 20, 2-3).
Per comprendere il significato di questa parola, possiamo rifarci a Mt 4, 1-11:
le tentazioni di Gesù.
Satana propone a Gesù di subordinare Dio, il Padre suo, ad altri valori: la
ricchezza, il successo, il potere. Anzi addirittura di sostituire Dio con
questi "beni". Al posto di Dio, si mettono gli idoli.
Tre brevi
considerazioni:
* chi non riconosce Dio, cerca inevitabilmente dei surrogati. Giustamente
Bonhoffer diceva che non esistono atei, ma solo idolatri;
* la tentazione di sostituire Dio con i nostri idoli è una sfida di tutti i
tempi. Anche di oggi.
Anche per noi;
* La conversione vera è riconoscere Dio come l'Unico, come il Padre.
La conversione, dunque, è un fatto religioso, prima che morale.
La conversione è cambiare rotta della nostra vita, come i Magi che tornarono al
loro paese per un'altra strada, per non diventare complici delle trame di
Erode.
2. L'Eucaristia ci insegna a diventare veri adoratori (cfr. Mt 20,
20-28).
Per essere veri adoratori di Dio, Gesù ci insegna (e questo è il cuore del
mistero eucaristico):
* l'obbedienza al Padre vissuta con amore filiale: "Potete bere il calice
che io sto per bere?" (Mt 20, 22);
* il servizio all'uomo fino a sacrificare anche la propria vita: "Il
Figlio dell'uomo è venuto a servire e dare la propria vita in riscatto di
molti" (Mt 20, 28).
|