Come Magi,
cercatori e adoratori
Italo
Castellani, Arcivescovo di Lucca
Adorare il
bambino è il termine, il punto di arrivo del viaggio dei Magi. Hanno raggiunto
lo scopo della loro vita, ciò per cui avevano giocato tutto: per questo
incontro – "adorare il re dei Giudei che è nato" (Mt.2, 2) – avevano
lasciato le loro case, i loro amici e le loro sicurezze.
La posta in gioco era alta! Trovare e adorare il Signore, "l'Atteso dalle
genti" (Mc.8,29): fissarlo con i propri occhi, toccarlo con le loro mani,
abbracciarlo e baciarlo… Questo incontro cambia la loro vita, dà una svolta
alla loro esistenza.
Dei Magi, di questi 'cercatori' e 'adoratori' di Dio, mi colpiscono alcuni
atteggiamenti, che possono aiutarci a leggere la nostra vita e a mettere a
frutto i doni di Dio.
• I Magi hanno un cuore che sa rischiare
Sono persone in ricerca, in continuo cammino: "giunsero da oriente a
Gerusalemme" (Mt. 2,1).
Mi chiedo: sono anch'io deciso, una volta per sempre, ad uscire dal
'tran-tran', per mettermi seriamente in ricerca della "perla
preziosa" (Mt.13,46) che è il Signore e aderire alla Sua "Parola di
vita" (Fil. 2,16)?
• I Magi hanno
un cuore capace di chiedere
Non si ritengono autosufficienti, capaci di andare avanti senza l'aiuto degli
altri, e tanto meno di possedere delle conoscenze capaci di spiegare tutto:
"domandavano: dov'è il Re dei Giudei che è nato?" (Mt. 2,2).
Mi chiedo: sono disponibile a 'tendere la mano', per lasciarmi guidare dagli
altri (genitori, amici, sacerdoti…)? Ho una guida spirituale?
• I Magi hanno
un cuore che si lascia istruire dalle Scritture
La scelta di mettersi in cammino – e il loro proseguire seguendo la stella –
"abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti" (Mt. 2,2) –
conduce i Magi ad incontrarsi con le Scritture di Israele: "così è scritto
per mezzo del profeta: e tu, Betlemme, terra di Giuda, da te uscirà un capo,
che pascerà il mio popolo, Israele" (Mt. 2,5).
Quando la stella scompare – ovvero l'incertezza o addirittura il buio oscurano
le scelte della vita quotidiana – sono le Scritture ad indicare ai Magi il
luogo della nascita del Signore.
Mi chiedo: quale spazio ha nella mia vita la lettura e l'ascolto profondo del
Vangelo, che è Parola di Dio?
• I Magi hanno
un cuore capace di gioire
I Magi non sono uomini dalle mezze misure, ma appassionati e tenaci.
La fatica della ricerca, gli imprevisti del cammino, sfumano come d'incanto al
momento che la stella si ferma e trovano il Messia: "Ed ecco la stella si
fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino… Ed essi provarono una grande
gioia" (Mt. 2,9-10).
Fa impressione e tenerezza lo sciogliersi nella gioia del cuore di questi
anziani sapienti nell'incontro con la Verità, la Sapienza attesa da secoli, il
Signore: i Magi dimostrano un cuore tenacemente giovane!
La loro gioia, dovuta al fatto che hanno trovato il Signore, ci fa tornare alla
mente la ricerca giovanile di S.Agostino: "Il mio cuore è inquieto, o
Signore, finché non riposa in te".
Dove c'è il Signore c'è la gioia: la tristezza è il segno dell'assenza di Dio
nella vita dell'uomo, nella nostra vita.
Mi chiedo: posso dire che la scelta battesimale, confermata nella Cresima –
"rinuncio al male", per scegliere il Bene, che è il Signore e il Suo
Vangelo – è fonte di vera gioia?
• I Magi hanno
un cuore capace di donare
"Aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e
mirra" (Mt. 2,11): i Magi aprono il loro cuore e offrono tutto ciò che
hanno. Un gesto di totale apertura a Dio, all'Autore e Signore della vita:
l'oro rappresenta bene le 'cose' che un uomo ha; l'incenso, ovvero il profumo,
i 'desideri' che solcano il nostro cuore; la mirra, unguento narcotico e
curativo, le nostre 'ferite'.
Tutto questo prende senso se donato, condiviso con il Signore!
Mi chiedo: il mio cuore, costantemente tentato dal possedere cose e persone, è
capace e pronto a donare?
Questo è
l'itinerario interiore che hanno percorso i Magi. Il loro cuore, a ben pensare,
è pervenuto gradualmente ad "adorare il Re dei Giudei che è nato"
(Mt. 2,2).
Hanno dovuto educare il loro cuore a rischiare, chiedere aiuto e sostegno agli
altri, aprirsi e cercare luce nelle Scritture, gioire con chi è nella gioia e
soffrire con chi è nella sofferenza, donare quello che gratuitamente avevano
ricevuto: dopo e solo attraverso questo lungo cammino interiore sono arrivati
ad "adorare" il Signore!
'Adorare', per noi incontrare Cristo nella Sua Parola e nell'Eucaristia, in
definitiva in che cosa consiste?
"Adorare", come per i Magi, è anzitutto riconoscere nel bambino –
"videro il bambino" (Mt. 2,10) – "il figlio di Dio che è
nato" (Mt. 2,2): Gesù unico Salvatore del mondo, ieri, oggi e sempre"
(Eb. 13, 8 ).
Adorare Cristo è, dunque e anzitutto, accogliere nella fede la rivelazione del
Dio fatto uomo per la salvezza del mondo intero; è una fede senza sconti sull'incarnazione
di Dio: "E il Verbo si fece carne" (Gv 1,14); fede senza sconti sullo
scandalo della morte in croce del Figlio di Dio: "Lo crocifissero… I
soldati poi si avvicinarono a Gesù e videro che era già morto" (Gv. 19,18;
33); fede senza sconti sulla Risurrezione: "Non è qui. È risorto, come
aveva detto" (Mt. 28,6); è, in definitiva, la fede senza sconti
nell'Eucaristia che, con le parole degli Apostoli, ci fa cadere in ginocchio e
ci fa esclamare in un atto di riconoscenza: "È' il Signore!" (Gv. 21,7).
È la fede che coinvolge completamente la nostra esistenza perché "Cristo
non vuole ammiratori, ma discepoli" (Soren Kierkegaard).
In questa fede il discepolo impara a guardare, leggere e interpretare la vita
con gli occhi di Dio, alla luce e nella luce delle Scritture. Occorre che lo
sguardo del cuore sia abitato dalla Parola di Dio e sia in sintonia con
l'Evangelo.
Ho trovato anche scritto: "Adorare è come mandare un bacio. Adorare Gesù è
vivere nel bacio di comunione con Lui. Adorare, allora, è come stare con un
amico, ascoltarlo, cercarlo, abbracciarlo, stare bene insieme, intraprendere
con Lui cammini di pace, offrire ad altri quel bacio di pace che Lui offre
continuamente a ciascuno di noi" (M.Brunini, Lectio Divina su Matteo, 2,
1-12, ai giovani di Lucca, 5 Giugno 2005).
In quel 'bacio santo', il segno più grande dell'Amore di Dio per l'uomo -
"Non c'è amore più grande che dare la vita per le moltitudini" (1Gv.
3,16) – l'uomo può adorare, incontrare il Dio Vivente.
L'Eucaristia fa entrare i discepoli nel dinamismo dell'amore: "Dio ha
tanto amato il mondo da donare il suo unico Figlio" (Gv. 3,16). È dono di
sé che il Figlio fa liberamente: "Il buon pastore offre la vita per le
pecore" (Gv. 10,11-17); è dono di amore che lo Spirito Santo fa inabitate nel
credente: "L'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori, per mezzo
dello Spirito Santo che ci è stato donato" (Rm. 5,5).
L'Eucaristia è la sintesi, il riassunto del 'Progetto dell'Amore di Dio' per
l'uomo: in Gesù, il figlio di Dio, un'esistenza in dono! "Prendete,
mangiate", "Prendete, bevetene tutti": "questa è la mia
vita per voi" (Mt.26,26). L'opera di Dio, la creazione, si completa nella
'Redenzione': è dalla croce che scaturisce la Risurrezione, il dono della vita
di Dio donata all'uomo. I Sacramenti, l'Eucaristia, comunicano all'uomo questo
dono: lo Spirito di Dio, la vita di Dio, lo Spirito Santo.
"È nell'Eucarestia, infatti, che viene ripresentato, ossia fatto di nuovo
presente il sacrificio della croce, il dono totale di Cristo alla sua Chiesa,
il dono del suo corpo dato e del suo sangue sparso, quale suprema testimonianza
del suo essere Capo e Pastore, Servo e Sposo della Chiesa" (Giovanni Paolo
II, Pastores dabo vobis, 23)
Nell'Eucaristia troviamo scritte le 'note caratteristiche' dell'Amore eterno di
Dio per l'uomo, che hanno trovato compimento in Gesù: un 'sangue sparso', un
'pane spezzato, un'esistenza in dono. L'Eucaristia, l'Amore Eterno di Dio
- fedele, totale, gratuito - personale per ciascuno di noi!
Nell'Eucaristia, la vita di Dio permanentemente donata, Gesù quotidianamente
dice a ciascuno di noi:
• Ti ho amato e
ti amo d'amore eterno
"In principio…". Ti ho amato per primo. L'Eucaristia dice iniziativa
di Dio: l'iniziativa dell'amore di Dio verso l'uomo."Nell'Eucaristia è in
palio l'eternità", ha scritto un giornalista.
• Ti ho amato e
ti amo con amore fedele
"Io sarò con te… il mio amore è fedele": è l'esperienza del Dio di
Abramo, di Isacco, di Giacobbe… di Gesù Cristo.
• Ti ho amato e
ti amo con amore totale
"Ti ho dato tutto": e l'orizzonte della totalità si allarga sino
all'infinito e scorre dalla creazione, donata all'uomo, alla redenzione.
L'Eucaristia 'sacramento' di salvezza per l'uomo, segno di un amore totale di
Dio per l'uomo.
• Ti ho amato e
ti amo con amore gratuito
"Ti ho dato me stesso… gratuitamente": il dono gratuito della vita di
un Dio che si fa uomo e per amore dell'uomo gioca la sua vita.
L'Eucaristia: la vita del figlio di Dio per l'umanità, segno di un amore che
supera ogni misura, è metro dell'amore vero: "Non c'è amore più grande:
are la via per i propri amici" (cf. Gv. 15,13).
• Ti ho amato e
ti amo con amore personale
La salvezza di dio all'uomo è personale: il Padre, in Gesù, "paga di
persona" per me!
L'Eucaristia è l'amore di Dio personalizzato.
Le note
caratteristiche dell'Amore del Maestro, qualificano anche la vita, la vocazione
e missione del cristiano: dell'uomo credente che, come risposta al continuo e
permanente invito di Dio che costantemente bussa al cuore dell'uomo, decide di
farsi 'discepolo del Signore'.
L'Eucaristia è un dono esigente: il dono di Dio che attende una risposta. Ogni
Eucaristia è un rinnovato invito al discepolato.
L'Eucaristia rivela infatti il "progetto di vita", la vocazione del
discepolo: "Fate come ho fatto io" (cf. Gv. 13,15).
• Ogni vocazione
è risposta a un amore eterno
Un Amore che ci precede dall'Eternità.
La mia Eucaristia quotidiana è un atto di fede in un amore eterno!
Così, fondato sull'amore, posso abbandonarmi e, nella fede, esclamare
"sarò ciò che Dio vuole".
• Ogni vocazione
è risposta ad un amore fedele
La mia Eucaristia quotidiana è un atto di fede sulla fedeltà di Dio: mi fido di
Dio – che è fedele – perciò sono capace di dire "Eccomi"!
• Ogni vocazione
è risposta ad un amore totale
La mia Eucaristia quotidiana è un atto di fede e una quotidiana e rinnovata
consapevolezza di "ricevere tutto da Cristo": a Dio e ai fratelli
posso donare la mia vita, perché da Lui ho ricevuto e ricevo tutto!
• Ogni vocazione
è risposta ad un amore gratuito
La mia Eucaristia quotidiana è un atto di fede nell'inesauribile gratuità di
Dio: sorgente modello e misura della mia gratuità e del servizio ai fratelli!
• Ogni vocazione
è risposta ad un amore personale
La mia Eucaristia quotidiana è un atto di amore personale di Dio: sorgente del
mio 'Sì' unico, personale e irripetibile.
Alcune domande
per la riflessione personale o di gruppo
1) Qual è il mio rapporto con Cristo Eucaristia, la mia esperienza
dell'Eucaristia?
2) Quali scelte fare per educare il 'cuore' a rischiare per il Signore
(chiedere, aprirsi alle Scritture, gioie, donare…), come i Magi?
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