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Autori vari Catechesi proposta dai vescovi ai giovani italiani riuniti a Colonia IntraText CT - Lettura del testo |
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Il coraggio di andare oltre Michele Seccia, vescovo di San Severo
Giovanni Paolo II "Il Grande" nel messaggio in preparazione a questa XX Giornata Mondiale della Gioventù, vi invitava, carissimi giovani, a fare vostro l'itinerario dei Magi e a mettervi in "viaggio" non solo con i piedi ma anche con l'intelligenza della fede e del cuore. Un viaggio, ogni viaggio, può avere mille motivazioni. Ma questo viaggio, intrapreso come risposta ad un invito pressante, potrà essere per tutti voi un'esperienza speciale se vi aiuterà a passare dalla "curiosità" (di sapere, di vedere,…) ad un "incontro personale ed unico" che lascia profonde conseguenze nella vita. I Magi partirono perché avevano visto sorgere la sua stella! (Mt 2,2). Partire per aver colto un segno! Mettere da parte tutto per concentrarsi su un particolare: un corpo celeste tra i tanti per chi non sa scrutare, ma diversa dagli altri per chi ha consumato i propri occhi e i propri giorni a contemplare la volta celeste alla ricerca di qualcosa per cui valga la pena regalare il senso dei propri giorni. Anche noi abbiamo vissuto l'esperienza di metterci in viaggio, ma il nostro è ancora, troppo spesso, un viaggio confuso e senza una direzione precisa. Perché il viaggio abbia un senso dobbiamo chiederci se ci lasciamo guidare dalla sua stella! Che significa questo? Che non abbiamo scelto la sua stella se non le abbiamo dato una priorità, se l'abbiamo posta accanto a tante altre cose che luccicano e non sappiamo a quale padrone dar retta. In fondo, a ben pensarci, ci capita spesso di trovarci a seguire tante stelle per curiosità o per accontentare tutti "anche nel campo dell'esperienza religiosa". Chiamiamo fede un insieme di elementi presi un po' qua e un po' là a partire dal nostro "gusto" religioso. Stiamo trasformando la nostra fede come l'esperienza che facciamo quando andiamo a far spesa ai grandi magazzini commerciali (dove adesso è di tendenza andare a passare il tempo per ammazzare la noia). Girovaghiamo a destra e a sinistra, fermandoci a tutti i settori per vedere quale è il più conveniente. Non abbiamo
scelto la sua stella, non le abbiamo dato una priorità, l'abbiamo messa sullo
stesso piano di tante altre cose. Vicino al crocifisso che portiamo al collo,
troviamo il nostro segno zodiacale in argento, o simboli orientali, o una
pietra o un cristallo particolare che ci permettono di ricevere un'energia
cosmica positiva e a nostro vantaggio: vangelo misto a paganesimo o
semplicemente una fede troppo bambina, troppo a nostra "immagine e
somiglianza", soprattutto una fede tutta impegnata a farci vincere e
diventare famosi. «La stella giunse e si fermò sul luogo in cui si trovava il bambino» [Mt 2,9] La meta è
raggiunta! Non la potenza e l'arroganza di Erode, ma la sensibilità e la fede
dei poveri, dei piccoli, di coloro che sanno farsi piccoli, nonostante la loro
intelligenza e sapere, che sanno riconoscere nell'indigenza di un bimbo appena
nato, la meravigliosa opera di Dio che viene a salvarci, del Verbo che si fa
carne! Già ai suoi primi respiri il Signore aveva dichiarato felicità e
beatitudine di chi è povero e umile, chi è puro di cuore, chi ha fame e sete di
giustizia, chi opera la pace. Videro il bambino con Maria sua Madre e prostratisi lo adorarono. [Mt 2,11] Giovanni Paolo
II, nell'indire l'Anno dell'Eucaristia, ha fatto esplicito riferimento alla
Giornata Mondiale della Gioventù scrivendo: "L'Eucaristia è il centro
vitale intorno a cui desidero che i giovani si raccolgano per alimentare la
loro fede ed il loro entusiasmo." [MND 5]. Ecco, carissimi, il motivo che
ci ha portati a Colonia, sui passi dei Magi! Dobbiamo entrare nel mistero di
Dio, dobbiamo lasciarci avvolgere dalla proposta della salvezza che il Verbo
fatto Carne viene a rivelarci. Non abbiamo paura di fermarci in silenzio
adorante davanti al Figlio di Dio, fatto uomo per noi! Ma dove, come, quando realizzare questo incontro personale "a tu per tu"? Dove posso incontrare Cristo nella concretezza di un rapporto autentico? Lo stesso Gesù, che ti commuove nell'inerme neonato di Betlem, ti offre la vera ed unica possibilità di incontrarlo, invitandoti al Banchetto Eucaristico. Sì, carissimi amici, tutto ciò che abbiamo detto culmina nell'Eucaristia. Se accettiamo l'invito del Signore che ci offre il suo Corpo e il suo Sangue come vero cibo e vera bevanda, scopriremo che attraverso gesti semplicissimi ricapitola, ri-attualizza tutto il mistero salvifico rendendocene partecipi in modo personale e comunitario. Se sai andare
oltre l'effimero e le apparenze, se saprai cogliere il valore dei segni e se
crederai alla verità della Parola… il Signore si lascerà incontrare "occhi
negli occhi" da te che per adorarlo hai dovuto camminare, scegliere la sua
stella, lottare contro ogni forma di idolatria per giungere ad adorare il vero
Dio: Cristo Gesù. Come i Magi si
sono lasciati guidare dalla sua stella sino alla città del pane (Betlem) e
vedendo Maria e il Bambino si sono prostrati in adorazione del mistero di Dio
bambino che viene a salvarci, noi dobbiamo lasciarci condurre all'Eucaristia Perché questo
sacramento è così importante? Perché la nostra fede non può prescindere
dall'incontro con Cristo nell'Eucaristia? Cosa è veramente l'Eucaristia? Troppo spesso,
purtroppo, noi banalizziamo l'Eucaristia quando ci fermiamo all'aspetto
esteriore, al ritualismo (ma del rito noi abbiamo bisogno!) o al massimo
all'esigenza spirituale di fare la comunione senza pensare al significato vero
e alle conseguenze di questo gesto… L'Eucaristia è molto più bella, avvincente,
coinvolgente ed è troppo importante da non consentire riduzioni di sorta, non
possiamo essere semplici fruitori o spettatori. Quanti uomini e
donne, bambini e giovani, nel corso dei secoli hanno vissuto questa
straordinaria avventura eucaristica… fino ai nostri giorni, da Padre Pio a
Madre Teresa di Calcutta…
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