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Statistiche e grafici (Occorrenze: 111944. Parole: 18157)
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- I FASTI DEL MIRACOLOSO S. FRANCESCO DI PAULA; SPIEGATI NELLA DIVOTIONE DE' TREDICI VENERDÌ PARTE PRIMA.
- I FASTI DEL MIRACOLOSO S. FRANCESCO DI PAULA, SPIEGATI NELLA DIVOTIONE DE’ TREDICI VENERDÌ PARTE SECONDA.
- I FASTI DEL MIRACOLOSO S. FRANCESCO DI PAULA, CANTATI SOPRA LE DI LUI GESTE MARAVIGLIOSE PARTE TERZA.
- INTRODUTTIONE.
- I. INVOCATIONE AL SANTO.
- II. Calavria Provincia del Santo.
- III. Paula Patria del Santo.
- IV. Paula Opidum est cum Fonte nobili .Bartius.
- V. Nasce da Genitori lungamente Sterili.
- VI. Nasce per Intercessione di S. Francesco d’Assisi.
- VII. Ottenuto per Voto è perciò nemico della Carne.
- VIII. La Notte, in cui fu conceputo, fiammeg- Giò il tetto della sua Casa.
- IX. Al medesimo Assunto.
- X. Al medesimo Assunto.
- XI. Al medesimo Assunto.
- XII. Al medesimo Assunto.
- XIII. Al medesimo Assunto.
- XIV. Al medesimo Assunto.
- XV. Cantano gli Angioli alla di lui Nascita.
- XVI. Al medesimo Assunto.
- XVII. Al medesimo Assunto.
- XVIII. Al medesimo Assunto.
- XIX. Il Divotissimo Fanciullo.
- XX. Sue Virtù, essendo Bambino.
- XXI. Sua Pietà essendo Bambino.
- XXII. Ascolta volentieri la parola di Dio.
- XXIII. Sua Serietà, essendo Fanciullo.
- XXIV. Si ammala Bambino di apostèma in un occhio.
- XXV. Vien risanato per Intercessione di S. Francesco di Assisi.
- XXVI. Sua ritiratezza essendo Fanciullo.
- XXVII. Sua Modestia, e Vigilanza.
- XXVIII. Sue Virtù nella Pueritia.
- XXIX. Fanciullo comincia ad attuarsi nell’ Astinenza.
- XXX. Si veggon più volte uscir raggi dal di lui volto.
- XXXI. Essendo di Dodici Anni gli apparisce S. Francesco di Assisi, ammonendolo, che compia il Voto fatto da’ Genitori.
- XXXII. Il di lui Nascimento porta la calma alla Chiesa improcellata dallo Scisma.
- XXXIII. La Casa dove nacque fu consagrata in Chiesa.
- XXXIV. Ubbidisce humilissimo a’ suoi Genitori.
- XXXV. È chiamato Geremia del suo Secolo.
- XXXVI. Vien condotto di dodici Anni da’ Genitori alla Città di S. Marco in Calavria per adempimento del Voto.
- XXXVII. Riceve l’Habito Votivo de’ Minori, per un Anno, restando in S. Marco.
- XXXVIII. Disciplina sovente il suo tenero Corpo.
- XXXIX. Sue grandi Astinenze, e Vigilie in S. Marco.
- XL. È veduto più volte nel Convento di S. Marco ad un tempo stesso in due Luoghi.
- XLI. Porta nella Tonaca, senza abbruciarla, i carboni accesi per l’Incensiero.
- XLII. Al medesimo Assunto.
- XLIII. Al medesimo Assunto.
- XLIV. Si scorda in Estasi di cucinar il Cibo per gli Religiosi di S. Marco.
- XLV. Trova i Cibi cotti senza fuoco.
- XLV. Compiuto l’Anno del Voto va peregrinando a Roma.
- XLVII. Va Peregrino a Loreto.
- XLVIII. Passa ad Assisi.
- XLIX. Va a veder’i Romiti di Monteluco presso Spoleti.
- L. Si trasferisce a Monte Cassino.
- LI. Ritornato a Paula si ritira nel vicino Diserto in Età di Tredici Anni.
- LII. Fa una Vita austerissima per sei Anni nella Solitudine.
- LIII. Dorme in angusta Grotta, cinta di Spine.
- LIV. S’immerge nel vicino Torrente gelato; e vi sta lungamente per soffocar le Tentationi.
- LV. Apparisce sopra il di lui Romitaggio una gran Colonna di fuoco.
- LVI. Si flagella, e priega indefesso, & Astinentissimo.
- LVII. Gli cantano gli Angioli nel Diserto frequentemente melodiosi.
- LVIII. Al medesimo Assunto.
- LIX. Al medesimo Assunto.
- LX. Al medesimo Assunto.
- LXI. È infiorato da gli Angeli.
- LXII. Al medesimo Assunto.
- LXIII. Al medesimo Assunto.
- LXIV. Al medesimo Assunto.
- LXV. Gli disegnano gli Angioli la Forma del Capuccio.
- LXVI. Al medesimo Assunto.
- LXVII. L’Inferno il tenta con apparenze di Bellezze fantastiche.
- LXVIII. Al medesimo Assunto.
- LXIX. Gli appariscon terribili in varie Figure i Demonij.
- LXX. Al medesimo Assunto.
- LXXI. È battuto, ma non abbattuto, dal Demonio.
- LXXII Al medesimo Assunto.
- LXXIII. Cavriolo, perseguitato da’ Cani, si salva nella Grotta del Santo.
- LXXIV. Predica la Penitenza nel Diserto.
- LXXV. Aduna Discepoli nel Romitaggio.
- LXXVI. Edifica una Chiesolina presso la sua Grotticella.
- LXXVII. Gli apparisce S. Francesco di Assisi, che gli disegna la Chiesa più grande.
- LXXVIII. Fa sorger la Chiesa più grande, e fa camminar visibilmente, con segreto impulso, da loro stesse le Pietre.
- LXXIX. Al medesimo Assunto.
- LXXX. Nelle angustie del Danaro, riceve gran somma dal Baron di Belmonte.
- LXXXI. Arresta più volte le Pietre nel fervor del Corso, col solo Nome di Gesù.
- LXXXII. Porta leggiermente più volte gravissime Pietre, che molti uniti haverebbero appena mosse.
- LXXXIII. In dire: per Carità: rompe più volte le Pietre durissime.
- LXXXIV. Una gran Rocca movendosi al comando del Santo cede la piazza alla Fabbrica del Monastero.
- LXXXV. Ferma in Paula, a mezo corso, una gran Rocca cadente sovra un Molino, dicendo: Fermatevi Sorella!
- LXXXVI. Al medesimo Assunto.
- LXXXVII. Al medesimo Assunto.
- LXXXVIII. Risana un Barone Infermo, con fargli portar una grossa Pietra, su cui segna col Bastone la Croce.
- LXXXIX. La Croce impressa da Francesco in quel Sasso hoggidì ancora si adora.
- XC. Fa portar sotto il braccio a Nicolò Picar- do una Colonna di marmo, lunga dodici palmi, e grossa quanto può abbracciar un huomo.
- XCI. Entra illeso in una gran Fornaze di Calcina ardente.
- XCII. Al medesimo Assunto.
- XCIII. Al medesimo Assunto.
- XCIV. Al medesimo Assunto.
- XCV. Al medesimo Assunto.
- XCVI. Fa uscir risorto, il suo Agnello dalla Fornace, in cui haveano gittate l’ossa gli Operai, che l’havean mangiato.
- XCVII. Risuscita un altro Agnello, che portava in groppa un incredulo intorno al primo Agnello risuscitato.
- XCVIII. Cuoce senza fuoco le Fave per gli Operai.
- XCIX. Tura co’ piedi illesi trasfori di un Fornello avvampante.
- C. Smorza colle piante nude una Siepe accesa, che serpeggiava ad incender le biade vicine.
- CI. Maneggia senza lesione le Pietre infocate.
- CII. Porta le braci nelle mani dalla Cucina alla Cella.
- CIII. Attuffa le mani nell’Olio bollente senza offenderle.
- CIV. Sommerge le mani senza danno in una Pentola d’acqua bollente.
- CV. Mette le mani sicure nel Ranno, che ferve.
- CVI. Rende leggierissime più volte le Travi della Fabbrica, & i Legni pesanti, col Segno della Santa Croce.
- CVII. Sopporta patientemente le ingiurie di un tal Carbonello.
- CVIII. Gode, dopo gl’insulti patiti dal Carbonello nel suo Camerino la melodia degli Angeli.
- CIX. È assistito più volte miracolosamente dalla Providenza Divina, con provigioni di Viveri, e di Danari per la Fabbrica.
- CX. Con la percossa del suo bastone fa sorgere dalla Pietra una perpetua Fontana.
- CXI. Al medesimo Assunto.
- CXII. Al medesimo Assunto.
- CXIII. Pullula sempre eguale la medesima Fontana; né se ne sa rintracciar l’origine.
- CXIV. L’acqua di questa Fontana guarisce giornalmente gl’Infermi.
- CXV. Risuscita una lunga filza di Pesci, con gittarli nella Fontana.
- CXVI. Risuscita la Tròtta Antoniella, che gli havea rubata, e cottasi un Prete di Paula, per dispetto gittata in terra, e fatta in pezzi.
- CXVII. La medesima Trotta perseverò nella Fontana di Paula, finché il Santo visse in Francia; & il giorno appunto della di lui Morte sparì, né mai più si vide.
- CXVIII. Ravviva i Pesci morti col tocco.
- CXIX. Fissando il bastone in terra fa scaturir’ un’altra Fontana, che ancor hoggidì si chiama l’acqua del Santo.
- CXX. Risuscita un Fanciullo di cinque anni caduto dal tetto.
- CXXI. Risuscita un Giovine morto nella neve.
- CXXII. Risuscita una Bambina soffocata nella Culla dal Demonio.
- CXXIII. Risuscita molti Morti, in tutto al numero di Venti, e più.
- CXXIV. Al medesimo Assunto.
- CXXV. È veduto da terra elevato, di sei cubiti, inginocchiato, & estatico; col Corpo trasparente, radiante il viso; con una Tiara fulgida elevata su ‘l capo.
- CXXVI. Vide in quell’Atto la SS. Trinità; per quan- to si può vedere da un Semplice Viatore, secondo la Dottrina de’ Theologi, e principalmente del gran S. Tomaso d’Aquino, Principe assoluto di tutti.
- CXXVII. Alluma la lampada estinta, in Chiesa, col fiato semplice.
- CXXVIII. Accende col fiato puro i freddi Tizzoni.
- CXXIX. Accende un’altra volta la Lampa tocandola con le semplici dita.
- CXXX. Accende anche la Lampada col fiato.
- CXXXI. L’accende estinta, un’altra volta, col Cordone.
- CXXXII. Al medesimo Assunto.
- CXXXIII. Con una candela accesa, che tien’in mano, mostrandola con un cenno dalla lontana alle candele estinte dell’Altare le alluma.
- CXXXIV. Libera un Arciprete da un Canchero, che gli magnava la faccia.
- CXXXV. Sana in Paula innumerabili Infermi d’ogni Sorte.
- CXXXVI. Prende il fuoco nelle mani alla presenza di un Cameriere del Papa, di un Prete Oltramontano; e molte altre volte.
- CXXXVII. Inverminisce la Carne, portata da’ Secolari, per disprezzo, nel di lui Refettorio.
- CXXXVIII. Al medesimo Assunto.
- CXXXIX. Si ricovra a’ suoi piedi una Cerva, incalzata da’ Cacciatori.
- CXL. Al medesimo Assunto.
- CXLI. Fa snidar dalla Fabbrica del Convento di Paula quantità di Vespe.
- CXLII. Fa scelta di diece Compagni di Religiosissima Vita.
- CXLIII. Prescrivere la Forma di vivere a’ suoi Discepoli.
- CXLIV. Compone col dettame dello Spirito Santo le sue Regole.
- CXLV. Iddio gli manda l’Arcangelo S. Michele collo Scudo della Carità, per insegna dell’Ordine istituito.
- CXLVI. Al medesimo Assunto.
- CXLVII. Guarisce al Baron di Belmonte, con un’ Herba semplice, una Piaga incurabile.
- CXLVIII. Risana innumerabili Moribondi, & Agonizzanti.
- CXLIX. Libera una Nave pericolante in proferir dalla Riva tre volte Gesù.
- CL. Illumina molti Ciechi.
- CLI. Dona la Vista ad una Pargola.
- CLII. Guarisce innumerabili Zoppi, Cionchi, e Storpi.
- CLIII. Riparte l’udito a più sordi, e la parola a più Muti.
- CLIV. Col Nome di Gesù fa parlare singolarmente un Muto.
- CLV. Feconda il Mare, prima sterile di Pesci.
- CLVI. Monda molti Lebrosi.
- CLVII. Sana del flusso di Sangue D. Polissena di Aragona, Marchesa di Geraci, con molte altre Femmine, in diversi tempi.
- CLVIII. Fa Cento Miracoli in men di tre Giorni; e quanti Malati tocca tutti risana.
- CLIX. Va in Paterno, e vi opera inesplicabili Maraviglie.
- CLX. Fa, che si appiani un Colle, per fondar ivi il suo Monastero.
- CLXI. Predica con molto frutto degli Ascoltanti.
- CLXII. Trattien col comando a mez’aria le Mura cadenti, che ancora hoggidì si ammirano in Paterno piombanti.
- CLXIII. Fe’ sostener al Demonio l’architrave della Porta della Chiesa di Pa erno all’hor, che si metteva in opera.
- CLXIV. Fa trovar cotta senza Fuoco una Fornace di Calcina.
- CLXV. Fa sorgere all’istante Sette Alberi di Castagni, con Sette frutti della loro specie, affin di placar’uno sdegnato contra di lui, per havergli tolto il Santo un Albero della medesima qualità, per la Fabbrica della sua Chiesa.
- CLXVI. Comanda ad un gran Fuoco, che si estingua, & è subbito ubbidito.
- CLXVII. Dirizza sovente le Travi storte, e ne fa comparir dalla sera alla mattina, diciotto, ch’erano rozze, lavorate per la Fabbrica della Chiesa.
- CLXVIII. Divide ad un fendente del suo bastone col suo comando, un grand’Albero, e compone la rissa di due Fratelli arrabbiati.
- CLXIX. Moltiplica moltissime volte il Pane, & il Vino, con altre cose comestibili.
- CLXX. Forma collo dito ammollato nel proprio sputo la faccia ad un Bambino, nato senz’occhi, senza bocca, e senza naso mostruosissimo.
- CLXXI. Fa entrar’illeso in una Fornace accesa di Calcina, che rovinava un Semplice Religioso, chiamato Santolino, a pontellarla col suo bastone.
- CLXXII. Entra in una Fornace di Calcina ardente, co’ suoi Religiosi, a votarla tutta senza lesione.
- CLXXIII. Converte molti Peccatori con iscoprir ad essi le loro Colpe segrete.
- CLXXIV. Gli presenta un Contadino un Canestro di Prugne; & Egli separando le rubate da quello, accetta solo le colte dall’Esibitore di Esse nel proprio Giardino.
- CLXXV. Apparisce di notte, cinto di luce, ad un Infermo grave, & il risana.
- CLXXVI. Fa nascer miracolosamente le Fragole.
- CLXXVII. Libera un Gentilhuomo Cosentino, che già si affogava in un Fiume, cresciuto per le Pioggie.
- CLXXVIII. Libera moltissimi Indemoniati.
- CLXXIX. Al medesimo Assunto.
- CLXXX. Cuopre humilissimo tanti suoi Miracoli, attribuendoli alla virtù naturale, & alla Gratia Divina solamente.
- CLXXXI. Convince colla dolcezza della Patien- za, e col prender’a nude mani le braci di un Predicatore, che publicamente calunnioso il biasimava.
- CLXXXII. Fa pullulare miracolosamente in Paterno due Vene di acqua viva.
- CLXXXIII. Fa mutar fino con le preghiere ad una grandissima Pietra.
- CLXXXIV. Svanisce alle preghiere del Santo una delle due vene d’acqua, perché discordi per usurparsela si battevano i Paesani di Paterno.
- CLXXXV. Nol bagna punto, a Ciel aperto, un Diluvio d’acqua.
- CLXXXVI. Fa, che si riduca una grand’acqua, che allagava la strada dinanzi al suo Convento in una piccola buca.
- CLXXXVII. Col semplice tatto delle mani libera due Pazzi; e sana molti altri Frenetici in diversi tempi.
- CLXXXVIII. Al medesimo Assunto.
- CLXXXIX. Trasmuta un tronco di Pino in una Candela di Cera bianca, colla quale felicita un Parto pericoloso.
- CXC. Feconda moltissime Donne sterili colla sua Intercessione.
- CXCI. Se ne va a fondar’un Convento nella Terra di Spezzano, e vi opera, come in Paula, & in Paterno molte maraviglie.
- CXCII. Sottomette mansueti al giogo i Giovenchi indomiti.
- CXCIII. Sana la gamba di un Giovenco spezzata.
- CXIV. Fa sorgere improvisamente nella Terra di Spezzano una Vena d’acqua freddissima.
- CXCV. Ristora con un pezzolino di pan duro tre Moribondi per la fame.
- CXCVI. Passa a Corigliano; e nel fondarvi un Convento Opera al suo solito Prodigij.
- CXCVII. Conduce colla sola striscia del suo bastone per lo spatio di una lega un Ruscello al suo Convento di Paterno.
- CXCVIII. Al medesimo Assunto.
- CXCIX. Guarisce dell’Appoplesia il Conte di Chiaramonte, Figlio del Principe di Bisignano.
- CC. Libera un Tale da una gran Passione di Amore; poiché in toccargli lievemente un’Orecchia ne fa uscire uno Schifo Verme.
- CCI. Al medesimo Assunto.
- CCII. Al medesimo Assunto.
- CCIII. Al medesimo Assunto.
- CCIV. Passa con due Compagni sopra il suo Mantello il Faro di Messina.
- CCV. Al medesimo Assunto.
- CCVI. Al medesimo Assunto.
- CCVII. Al medesimo Assunto.
- CCVIII. Al medesimo Assunto.
- CCIX. Il Faro di Messina prima perigliosissimo, dopo il passaggio del Santo navigabile anche da’ piccoli Burchielli.
- CCX. Risuscita a pena giunto in Sicilia un Impiccato di tre giorni.
- CCXI. Benedice in passando dalla lontana da parte di Dio la Città di Messina.
- CCXII. Nella Fabbrica del Convento di Milazzo, Egli solo affetta sovra la Porta della Chiesa due così grosse Pietre, che venti Huomini non le potevano movere.
- CCXIII. Dalle due Pietre sudette non si è mai potuto torre una Scheggia.
- CCXIV. Dimestica i Tori indomiti, & attaccando al collo di uno di essi una lettera diretta al Superiore di Paterno, comanda loro, che vadano a rassegnarseli, in servigio di quel Monastero: Quindi essi ubbidienti traghettano di Sicilia in Calavria, passando a nuoto un tratto di Mare di quaranta miglia, e camminandone cento, e venti in circa per terra, giungono a Paterno, e si consegnano ubbidienti a quel Correttore.
- CCXV. Tramuta l’acqua salsa del Mare in dolcissima.
- CCXVI. Ritorna in Paterno, dove fa, in un sol giorno; Trecento Miracoli.
- CCXVII. Predice fra le altre sue innumerabili Profetie, la Libertà della Republica Serenissima di Genova.
- CCXVIII. Si rende più volte invisibile in Italia; & in Francia.
- CCXIX. Predice l’invasione de’ Turchi sopra di Otranto. Prega il Signore per la Libertà del medesimo, e l’ottiene.
- CCXX. Riparte Candele benedette a’ Soldati del Conte di Arena; e restano tutti preservati nella guerra di Otranto.
- CCXXI. Ricusò con disprezzo la Candela un Soldato, e solo rimane ucciso.
- CCXXII. Invitato dal Re Luigi XI, sta perplesso di andar in Francia: né si muove senza il comando del gran Pontefice Sisto IV.
- CCXXIII. Lascia, al partir di Paula per Francia alla Sorella un Dente mascellare in ricordo.
- CCXXIV. Benedice, al suo partir, la Calavria sopra di un Monte vicino a Castrovillare, fermato sul pian di una Pietra, nella quale lascia perpetue le sue vestigia.
- CCXXV. Fa restituire dal proprio Asinello i ferri al Maniscalco, che ne pretendea il pagamento.
- CCXXVI. Lascia in una Casa dove fu alloggiato andando verso Napoli il suo Ritratto da lui delineato col carbone nel Muro.
- CCXXVII. Al medesimo Assunto.
- CCXXVIII. In Salerno, e nella Cava feconda di continua Posterità le Famiglie delle Case dove fu alloggiato, per altro prima infelici, e sterili, nelle Geniture.
- CCXXIX. Da Ferdinando, Re di Napoli, è veduto ad una melodia Celeste, risplender di notte alto dal suolo sei cubiti, in atto di estatico, e contemplativo: Il che soleva frequentemente in tutta la sua Vita accader al Santo.
- CCXXX. A la presenza del Re in Napoli spezza una Moneta d’oro, e fa stillarne il sangue.
- CCXXXI. Al medesimo Assunto.
- CCXXXII. Al medesimo Assunto.
- CCXXXIII. Risuscita in Napoli una quantità di Pesci cotti.
- CCXXXIV. In Napoli prende colle mani il fuoco, che si era acceso nella di lui Stanza; e ‘l gitta dalla finestra.
- CCXXXVI. Andando a Roma cammina sul Mare vicino ad Hostia.
- CCXXXVII. Il Pontefice Sisto IV. vuol’ordinarlo di sua mano Sacerdote; & Egli per Humiltà il ricusa.
- CCXXXVII. Un Rosario dato in Roma al Maresciallo di Brandicourt, caduto per inavertenza nel fuoco, vi sta, tutta la notte, illeso.
- CCXXXVIII. Predìce il Pontificato al gran Cardinale della Rovere, che fu poi Giulio Secondo.
- CCXXXIX. Predìce il Pontificato a Giovanni de’ Medici; che fu poi Leon X.
- CCXL. Passa per Genova; & è honorato da tutta quella Città Nobilissima.
- CCXLI. Vien alloggiato in Genova nel Regio Palazzo del Principe Doria.
- CCXLII. Predìce, in passando per Genova il suo Convento di Gesù Maria sul Monte Sano.
- CCXLIII. Se n’entra in Francia, dopo haver fatti nel viaggio molti Miracoli.
- CCXLIV. Smontando in Terra nella Provenza, presso il Capo del Colombo, lascia impresse nella prima Pietra, che calca le sue pedate, le quali hoggidì ancora si riveriscono.
- CCXLV. Entrando nella Città di Bormes la libera da un fierissimo Contagio, che in appresso non l’ha mai più afflitta, ancorché prima ne fosse sovente ammorbata.
- CCXLVI. Ravviva in Bormes una quantità di Pesciolini, gittandoli nel Mare.
- CCXLVII. Il Popolo di Borme li taglia per divotione l’Habito fino al ginocchio, il quale (alzatosi il Santo, che sedeva) appar cresciuto alla primiera lunghezza.
- CCXLVIII. Libera, in passando, la Città di Fregius dal Contagio.
- CCXLIX. Fa sorgere nel Delfinato ad una Sem- plice battuta del suo Bastone una Fontana freschissima ad alleviar dalla sete que’ Popoli.
- CCL. Esce il Delfino di Francia ad incontrar’il Santo dalla Città di Ambuesa.
- CCLI. Incontra il Re Luigi XI un miglio fuori del Palagio Reale.
- CCLII. Essendo la Galea, che portò il Santo in Francia scossa nel ritorno da una tempesta fierissima, i zoccoli di esso, gittati per disprezzo in Mare da un Forzato, subito il rabbonacciano.
- CCLIII. Si ferma alloggiato nella Corte di Francia.
- CCLIV. Al medesimo Assunto.
- CCLV. Al medesimo Assunto.
- CCLVI. È perseguitato il Santo fieramente dal Medico del Re; ma con patienza inalterabile ne sormonta le Calunnie.
- CCLVII. Al medesimo Assunto.
- CCLVIII. Al medesimo Assunto.
- CCLIX. Rifiuta molti Doni pretiosi, inviatili dal Re Luigi XI.
- CCLX. Al medesimo Assunto.
- CCLXI. Rifiuta una Statua di N. Signora, tutta d’oro, guernita di Pietre Pretiose, inviatali dal Re per tentarlo.
- CCLXII. Ricusa un gran Borsone di Doppie, presentatogl’immediatamente in segreto dal Re.
- CCLXIII. È veduto dal Re, e dalla Corte di Francia, nel Parco di Plessis, sollevato da Terra più di una Picca in Estasi, coronato di raggi tutto acceso, e splendente.
- CCLXIV. Dispone mirabilmente alla Morte il Re Luigi XI. il quale prima estremamente quella abboriva.
- CCLXV. Muore Luigi XI divotamente nelle braccia del Santo.
- CCLXVI. Colle sue continue Preghiere ottien la Vittoria nella Battaglia di S. Albino al Re Carlo VIII sovra i Brettoni, havendogliela prima predetta.
- CCLXVII. Un Soldato Napolitano, con una Candela Benedetta, che haveva nella Celata, datali dal Santo nella Battaglia di S. Albino rintuzza illeso una palla di Artiglieria, che il colpisce nella fronte.
- CCLXVIII. Essendo ritirato, già otto giorni, nella sua Cella a meditare, non apre, né risponde al Re Carlo VIII che battendo all’ uscio replicatamente il pregava di ascoltarlo, con queste parole Ave Maria! Monpaire je veux vous parler.
- CCLXIX. Invia due Religiosi al Re D. Ferdinando di Castiglia, che voleva decampar dall’assedio di Malaga, avvisandolo, che nol faccia, perché fra tre giorni i Mori si renderebbero, come poi seguì: Quindi furono, e sono denominat’i Minimi nelle Spagne Religiosi della Vittoria.
- CCLXX. Ad istanza dell’Imperator Massimiliano Primo manda in Alemagna a fondar la sua Religione, contraposta alla Setta di Lutèro. Bellarm. Conc. 6. de Glor. Mirac.
- CCLXXI. Predice a Carlo VIII la Nascita del Delfino.
- CCLXXII. Tiene il nato Delfino al Sagro Fonte, e gl’impone il Nome.
- CCLXXIII. Carlo VIII a persuasione del Santo, restituisce al Re Cattolico la Contea del Rosseglione, e di Cerdagnia.
- CCLXXIV. Libera co’ suoi Prieghi, e de’ suoi Religiosi adunati il Re Carlo VIII dall’evidente pericolo della Battaglia di Fornovo.
- CCLXXV. Penetra il Cuore del Re Luigi XII e ‘l compunge in corregerlo, inducendolo ad esser’un Honesto Principe.
- CCLXXVI. Due Dame, Principesse grandi, nella Francia, per altro di estrema Antipatia tra di loro, si accordano solo per essere divotissime del Santo.
- CCLXXVII. Predìce il Nascimento di Francesco Primo Re di Francia.
- CCLXXVIII. Promesse, divinamente illuminato, a molte Principesse, nella Francia, & a diverse altre Sterili Frutti & Benedittione; e con le Candele Benedette agevola molti Parti stentosi.
- CCLXXIX. All’accendersi una Candela Benedet- ta dal Santo, cessa un fierissimo Turbine.
- CCLXXX. Un’altra Candela, benedetta dal Santo gittato in Mare, libera un Naviglio da una gran Tempesta.
- CCLXXXI. Opera sempre Miracoli innumerabili per tutto il tempo, che vive in Francia.
- CCLXXXII. Tiene un braciero infocato nelle mani senza brucciarsi; affin di riscaldare alcuni de’ suoi Religiosi renitenti ad accertar’il Voto della Vita Quaresimale.
- CCLXXXIII. Passa i Quaranta Giorni dell’ultima sua Quaresimale, ad imitatione di N. S. nel Diserto, senza mangiar, né bere colla sola Sagra Communione, disponendosi a morire.
- CCLXXXIV. Predice il Giorno, e l’Hora della sua Morte.
- CCLXXXV. Si communica per Viatico, il Giovedì Santo, prostrato col cordone al collo dinanzi l’Altare.
- CCLXXXVI. Pronuncia prima di morire questa Oratione.
- CCLXXXVII. Muore disteso sopra una Croce.
- CCLXXXVIII. Muore sopra un fascio di Sarmenti.
- CCLXXXIX. Muore nel Venerdì Santo all’hora che morì Christo Nostro Signore.
- CCXC. Muore cantandosi nella Chiesa, contigua alla sua Cella, la Passione di N. S. in proferirsi dal Sacerdote all’Altare, e da lui medesimo quelle Parole: In manus tuas com- mendo Spiritum meum.
- CCXCI. Spira pronunciando. IESUS MARIA.
- CCXCII. Muore in un Serenissimo Deliquio.
- CCXCIII. Miracolosissimo dopo Morte.
- CCXCIV. È canonizzato da Papa Leone X. secondo la predittione del Santo medesimo.
- CCXCV. Il Re di Francia, Francesco I. nella Cannonizatione del Santo, fa stampar Monete colla sua Imagine da una parte; e quella del Santo dall’altra con questo motto intorno. Regiae stirpis Propagatori.
- CCXCVI. Il di lui Sagro Corpo arso dagli Heretici non potè mai abbrucciarsi, che co’ Crocifissi divelti empiamente dagli Altari.
- CCXCVII. Il di lui Sepolcro in Tours Miracolosissimo, coronato d’Imagini di Regi, di Prencipi, di Regine, e Dame, e di pretiosi Voti.
- CCXCVIII. Abbonda dal Cielo continuamente di Gratie a’ suoi Divoti, & opera sempre Miracoli innumerabili.
- CCXCIX. Al medesimo Assunto.
- CCC. Conclusione.
- PERORATIONE DELL’AUTORE AL SANTO.
- INDICE DELLE COSE NOTABILI.
Crediti
Fonte a stampa | I fasti del miracoloso s. Francesco di Paula descritti dal padre lettore Francesco Fulvio Frugoni di Francesco Fulvio Frugoni IN VENETIA, ET IN MILANO, Per Giuseppe Ambrogio Maietta, a S. Radegonda, 1681 | Fonte della trascrizione elettronica | Liber Liber https://www.liberliber.it/ - Progetto Manuzio | Marcatura ETML | Redazione IntraText |
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