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Francesco Fulvio Frugoni
I fasti del miracoloso S. Francesco di Paula

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  • I FASTI DEL MIRACOLOSO S. FRANCESCO DI PAULA; SPIEGATI NELLA DIVOTIONE DE' TREDICI VENERDÌ   PARTE PRIMA.
    • PROLUSIONE II.
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PROLUSIONE II.

 

Oh che gran Corte è quella del Cielo, dove non sono Intrighi, né Frodi, né Adulationi, né Insidie, né Gare, né Fintioni, né Invidie, né Politiche, né Peripetie, né Rivolutioni, né Ingratitudini, né Dissimulationi, né Stratagemi, né Dispareri, né Livori, né Odij, né Martelli, né Gelosie, né Strabalzi, né Precipitij, né Cadute, né Disgratie, né Sdegni, né Ingiustitie, né Tirannie, né [12] Partialità, né Differenze, né Controversie, né Machine, né Rovine.

Il Principe è così Sovrano, come Padrone, e così Padrone come indipendente da chi si sia. È Serenissimo non per lo titolo, ma per la Realità: la cui Altezza non ha pari per esser Egli l'Altissimo: la cui Maestà non ha simile, perch'egli è l'Unico: il cui Saper non ha eguale, essendo Egli la stessa Sapienza: il cui poter non ha limiti, per esser Egli l'Onnipotente: la cui presenza non ha termini, per esser Egli l'Incircoscritto: la cui Bontà non ha paragone, perch'Egli è l'Ottimo: la cui richezza non ha numero, essendo Egli l'origine d'ogni Tesoro, il Tesoro d'ogni origine, la Miniera d'ogni Bene, il Bene d'ogni Miniera.

Nel Gabinetto segreto dell'Augustissima Triade, dove in Tre distinte Persone un Dio solo indiviso presiede, si trattano incessantemente materie di Stato Eterno, e si risolvono le Missive importanti al Governo dell'Universo. La Providenza detta i Rescritti: la Giustitia vi fiscalizza; e la Misericordia è la benignissima Segretaria, che riparte gl'Indulti, e nella Segnatura di ogni Gratia sottoscrive ogni Supplica.

Anche lassù si va per via di favori; ma in altra maniera di quello, che qui a basso si pratica. Assistono i Santi, Cortigiani non finti, a quel Re de' Secoli, a' cui piedi, [13] velati dalle ale Serafiche, curvano spennato il volo le Aquile della Terra. Fumano i Monti, tocchi da quella mano, che fa palpitare palpante, e fe' risolvere in fumo tanti Regi fumosi.

Sono que' Palatini Celesti tutti di un volto, e di un cuore: con questo adorano affettuosi il loro gran Principe: con quello svelatamente, faccia a faccia lo godono.

Ei gli ama, e gli honora, & a ciascuno riparte la Portione della loro Felicità a proportione del loro Merito. Hanno tutti libero a lui l'acesso, perché portano, Camerieri d'Honore, la Chiave d'oro della Gratia, che Gloriosi li rende, e non Vani, Alti, e non Alteri, Sublimi, e non Superbi. Per essi non v'ha Portiera, e quelle Tenebre, che formano all'Increato Sole Nascondiglio, si abbattono, e si dileguano al Lume, che li circonda, e gli eleva. Tutti li mira Iddio con indifferenza illuminadrice; ma a chi più, e a chi meno, come suol far amorevolissimo Principe a' suoi Dimestici, apre i Tesori ineffabili della sua Sapienza, e del suo Potere.

A questi dunque bisogna ricorrere, per impetrar'il Divino aiuto nelle presenti, e pressanti disavventure. Noi li preghiamo, ed Eglino, che sono i Colombi in Caverna Maceria, della Beatitudine, sicuri in quel Nido Felice, in cui non ponno [14] entrar'i Serpenti, che ne furono discacciati, intendono i nostri gemiti, s'impietosiscono a' nostri singhiozzi, pur che questi siano di Colombi candidi per la Purità della Vita, che gli abbellisce, come quelli lo sono per la fulgidezza della Vitalità, che gli adorna.

In quel gran Libro della Prescienza Voluminosa leggono i Santi li Nomi nostri funestati sovente da' calamitosi vapori, co' quali gli oscurano le nostre colpe, & impetrando a queste il Perdono, da quelli ne scancellano le sciagure. All'impeto di quell'inesausto Nilo, che travasando da Triplicato Fonte non ha, che una Origine, e scorrendo sonoro rallegra la Città di quel Dio vivo, che si diffonde a' Beati, non divenuti questi Catadupi, ma raffinato l'udito, esaudiscono pronti le nostre richieste dolenti.

Come le Stelle, etiandio le più tarde, o di minor mole, ancorché paiano ascoste, non sono otiose a pro della Terra; così non v'ha nel Cielo Spirito alcuno Glorificato, che lasci di versar'alle nostre fervorose Preghiere salubri 'nflussi; tanto maggiormente, perché si trovano vicini a quel Polo acceso di Amore, sotto cui non alligna freddezza alcuna Settentrionale di Mondo.

La Bontà indeffettibile del nostro Nume, sempre adorabile, è tutta così eccessiva, che ha multiplicati gl'Intercessori, [15] per multiplicarci le Gratie. In quello Specchio tersissimo di Empirea Luce mirano, que' Venturosi Guerrieri, che vinsero la loro Carne ribelle; gli affetti nostri riverberati, quando non ribelliamo allo Spirito; e se col cuor si voltiamo a Dio, Essi co' gli occhi si rivoltano a noi.

Se tu stai per cadere, oh quante mani benefiche a sostenerti! Se ti trovi oppresso, e legato, oh quante braccia forti si stendono al tuo sollievo, & a sciorti! Se sei Infermo, oh quanti sono i Semplici, che ne' Giardini Eterni alla tua salute prosorgono! Se sei Calunniato, oh quanti Eloquenti Declamatori del vero la tua riputatione difendono! Se sei Esule, oh quanti Benignissimi Protettori ti accolgono! Se sei insidiato, oh quanti Scudi a chi ti bersaglia si oppongono! Se sei Povero, oh quanti Providi Dispensieri ti ripartono il sustento! Se sei sterile, oh quanti frutti dall'Albero della Vita ti spuntano! Se sei Naufrago, oh quante Tavole per salvarti a te si presentano! Se sei ferito, oh quanti Esculapij preparano il Balsimo alle tue Piaghe! Se sei tiranneggiato, oh quante Città di rifugio stanno aperte a riceverti! Se sei Errante, oh quante guide sicure ti si offeriscono! Se sei deriso, oh quanti a consolarti mesto ti arridono! Se sei Moribondo, oh quanti per convoiarti al passaggio estremo si schierano! [16]

Folli gli Heretici pervicaci, che si privano, colla Fede, di que' soccorsi, che i veraci Cattolici sperimentano tanto frequenti. I Meriti de' Santi suppliscono il difetto de' nostri; e già che più non hanno a pregar per loro, ben volentieri s'impiegano in esercitare la bella Virtù dell'Oratione per noi, affin di ottenerci, come ci fa sperar la nostra Fiducia, di poter giugnere dove non può arrivar la nostra Giustitia.

Habbiamo un grande Avvocato (& è vero) che basta, & è la stessa efficacia a difenderci appresso l'Eterno Padre. Col semplice Testo delle sue Piaghe faconde, marginate di Sangue eloquente, per noi favella; Ma questo gran Mastro habilitò anche a nostro vantaggio, a perorare per nostra difesa tutt'i Santi nostri 'nvocati, partecipando ad essi per Privilegio, ciò, ch'a lui solo appartiene per Eminenza, come al Capo de' Predestinati, & al Promotore de' Beneficij: Così nella Ruota Sovrana s'impiegano que' Felici Oratori per farci ottenere favorevoli le Decisioni, ugnendola coll'Olio della Misericordia, accioché non istrida sul Polo dell'Ira contro di noi. Son tutti hora residenti nella gran Signatura di Gratia, finché venga il tempo di quella rigida di Giustitia, all'hora, che di Avvocati Propitij si convertiranno in severi Giudici.

E che fai dunque hora tu, o miserabile [17] Angustiato? Confiderai ne' Principi della Terra, più, che non farai ne' Principi del Cielo? Appoggierai le tue speranze alle Canne vote, più, che sopra le Basi ferme? Adorerai gl'Idoli dell'Ambitione, più che i Divi della Felicità? Sconsigliato, se 'l fai, poiché col correre dietro alle Larve non puoi, che cadere nell'ombre.

Non senza qualche Teseo puoi uscire dal Laberinto di un Minotauro. Quando solleciti al tuo sollievo i Mortali caduchi, chiami 'n tuo aiuto i Titani superbi. Sono cert'uni come il Demonio, mentre non esiggono meno, che l'Anima, quando soccorrono; e liberando da un momentaneo pericolo, astringono chiunque li supplica a patire un perpetuo Supplicio. Rivolgiti dunque a quegli humili esaltati dalla loro Virtù, che col temporaneo profitto ponno impetrarti eterno il guadagno: a quelli, che altro interesse non hanno, che di sottrarti più dalla miseria di quelle Perdite eterne, che ti sovrastano, che dall'oppressione di quegl'infortunij presenti, che ti conclucano.

Come un Pulcino di Rondinella grida, se sei spennato, che il Cielo ti darà l'ale per ispiegarle ad una Primavera ridente. Ha l'Altissimo tanti Orecchi quanti Beati; non dubitare perciò, ch'Egli non ti senta. Se non havesse munite di Santi Protettori le Città sue Fedeli come di fortissime Torri, dalle quali pendono a migliaia [18] gli Scudi, veglierebbero in darno a premunirle i Custodi.

Ah sappi, che per allentar l'Arco teso della Divina Giustitia, bastano quelle Anime Spose, e Sorelle di Dio, che gli ferirono il Cuore con un occhio amoroso, e con uno de' lor capelli: cioè con una Vita Penitente, e Disciplinata.

 

 

 

Di Nostra Dama, e di tutti gli altri Beati,

la Protettione efficace, superficialmente

descritta.

 




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