Per
singularissimo Privilegio ottiene il
Santo da Dio la Fecondatione agli
Sterili.
PROLUSIONE VII.
Dono del Cielo FRANCESCO, e conceputo più per lo vigor della Gratia, che
per quello della Natura, fu fissamente destinato da Dio, a guisa di Stella
pronuba, a fertilizzare gli Sterili Steli de' sol fioriti Himenei.
Vivendo Mortale comprovò, fra tante altre
dimostrationi, questa infallibile Verità, perché Francesco Primo, il gran Re
de' Galli, fu fior, e frutto dell'Intercessione di FRANCESCO DI PAULA, il gran
Santo de' Miracoli, che vaticinollo alla Madre di quel Monarca Aloisia di
Savoia, la quale in riconoscenza fedele impose al suo Concetto felice il Nome
del suo Tutelare implorato.
Tal si palesò il gran FRANCESCO a Madama la
Duchessa di Borbone, Figlia di Luigi Undicesimo, coll'impetrarle la Prole.
Tale a Francesco Primo, & a Claudia, Regi de'
Galli, coll'inaugurare ad Essi un Delfino, che al suo comparire, come venuto
dal Cielo, recò la calma, all'opposto [121] di quelli, che spuntando
dal Mare recano le Tempeste.
Tale a' Principi di Salerno, & ad altri
foltissimi, che a lui ricorsero, ottenendo la felicità disiata d'essere Padri
lieti, multiplicò la Divotione crescente degli Spirituali suoi Figli, &
ampliò colla profusione de' suoi favori l'abbondanza de' suoi Divoti.
In questo (sì come in tutte le altre sue Geste)
convien professarlo mirabile, s'ha da proclamar l'unico, non che il raro.
Quindi a lui tocca direttamente il Titolo di SANTO FECONDO, con cui dalla Pietà
Cattolica individualmente si cole. Il pregio della sua ferace Verginità
guadagnolli l'Attributo di fertilezza. Egli sempre dimorò fra le Spine incolto;
e pure fruttificò fra le preghiere ossecrato. Amico de' fiori pudichi,
tramutogli in frutti soavi, e fe' pullulare gli estinti semi al fervore de' suoi
raggi non mai estini.
Asceso a gioir'immortale non tralasciò di
fecondar'il Mortale gemente. Col suo benefico influsso, poiché trovossi nel
Trino Aspetto di un Dio svelato, colmò la Terra di Benedittioni salubri. Fe'
rigermogliare gli Scettri, che parevano inariditi, correr le piene, che
sembravano inarsicciate. Ravvivò le Famiglie, che apparivano estinte: raccozzò
le Linee, che si deploravano tronche: suscitò le Stirpi, che languivano spente:
ristorò le [122] Case, che dirupavano rovinose. Ravvivò i Talami, che
divenivano Tumuli: Fortificò i Troni, che crollavano deboli: Sostenne le
Corone, che cadevano titubanti.
Così diranno, arricchiti da FRANCESCO, Generosa
Stella, arridente alla Genitura de' Principi, li Duchi di Mompensiero, Sovrani
di Dombes, che per lo mezo di Esso, ben supplicato, ottennero la gran Dama,
Madre della Spiritosissima Principessa vivente, Primogenita del Famoso Gaston
di Borbone, Duca di Orleans Defunto, unico Fratello del Re Ludovico il Giusto,
non ancora sepolto nella memoria, ma risorgente tutt'hora per la sua Pietà
rediviva, e per essere stato così partiale al nostro Heroico Santo.
Così li Conti di Vaudemonte impetrarono Henrico
Marchese di Atona; e poi Carlo, e Francesco Principi di Lorena.
Così li Duchi di Nivers dopo la deplorata
sterilità, furono Padri di Nobilissima Figliolanza, che ristabilì la Gloriosa
Sede del Mantovano Dominio, colla fulgidissima Posterità; e die' alla Polonnia,
al Palatinato, & all'Austria Reine, Principisse, & Imperadrici, capaci
per lo senno, come meritevoli per la Nascita di reggere tutto il Mondo.
Così li Duchi di Lorena, Henrico Secondo, e
Margherita Gonzaga, hebbero la Duchessa Nicòla, Dama d'immortale [123]
memoria, Specchio di Purità, di Costanza, di Religione, e di Fede.
Così Achille Herbolano, Consigliero, e
Patrimoniale Regio nella Brettagna, e la Divotissima Moglie di lui,
consigiandosi colle preghiere con l'invocato loro FRANCESCO, stabilirono, nel
successore bramato, il lor Patrimonio abbondante.
Così li Duchi di Medina Sidonia D. Alonzo Perez di
Gusmano il Buono, e D. Anna di Silva Migliore, si professarono grati.
Così li Duchi di Vejar D. Francesco Lopez di
Zuñiga, e D. Giovanna Marta Capistrana di Mendoza, propagarono la loro Chiara
Prosapia allo splendore inesausto di questo Lume Immortale.
Così quel Celebratissimo Principe Francesco Maria
della Rovere, Secondo di Nome, e Primo di Merito, incomparabile Duca di Urbino,
e fra tutti li Potentati del suo Tempo il più Urbano, dalla Duchessa Livia,
Pronepote del gran Giulio Secondo, che fe' tremar la Terra col suo gran Cuore,
e fermar'il Cielo al suo risoluto comando, hebbe il Figlio Federico Ubaldo,
desiato rampollo della sua Quercia Sagra, che ancora, mal grado l'invida Parca,
spiega in Firenze le sue Vittorie, quanto più pacifiche tanto più
Grandi, e tanto più belle quanto più virtuose; & in Genova bipartiti i suoi
Rami [124] Eccelsi, che abbondano di frutti d'oro, e di valor
riveriti, nelle due preclarissime Famiglie de' Signori Marchesi Gio. Battista,
e Clemente della Rovere, d'una delle quali è un inclito germe il Marchese
Giulio vivo compendio, per esser così gran Cavaliere, di tutti gli aviti suoi
Fasti.
Così Ferdinando Terzo, e D. Maria Anna, Imperatori
Augustissimi, spirando ad Essi, qual Austro fertile, l'aura di quest'Astro
Propitio, videro concetto de' loro Voti, più, che delle Viscere loro.
L'Austriaco Ferdinando Quarto Re de' Romani; che per un Anno intero, vestito
dell'Habitino di Minimo, fe' balenar le Speranze primitiali di crescer Massimo;
come appunto seguì non bastandogli le Altezze più sublimi del Mondo; Peroché
cedette il Trono Imperiale all'Invittissimo Leopoldo Regnante, inclito Germe
pur pullulato al calor di FRANCESCO, della Pijssima Casa d'Austria
Partialissimo Protettore.
Così rampollarono li due Germani Arciduchi del
Tiròlo, Figli del Prudentissimo Leopoldo Arciduca Austriaco.
Così
l'Altezza Elettorale di Massimiliano Duca di Baviera, dopo l'estinta Loteringia
sua Moglie, che lo lasciò doppiamente Vedovo, perché senza Prole, unitosi con
sagro nodo a Marianna Arciduchessa dell'Austria, benché raffreddato dal Verno
prossimo dell'Età canuta, [125] accalorato da' fomenti divoti
dell'invocatione di FRANCESCO, suo Benefico Tutelare, vide fruttarsi le
fervorose richieste nell'Augusto Elettore, che hoggidì con tanta Gloria
risplende, accoppiato alla gran Principessa Adelaide, Fiore il più bello, il
più virtuoso, il più fragrante, che mai producessero le Alpi sublimi del
Piemonte Reale.
Così dal Saggio Principe Francesco di Lorena fu
conseguito il Principe Carlo, Speranza di quel Valoroso Ducato.
Così la gran Reina, Anna d'Austria, Madre del
Potentissimo Re de' Galli Luigi Decimoquarto, essendo rimasta tra li suoi
Gigli, per lo spatio di Ventidue Anni infruttifera d'utero, ma non di capo, né
di cuore, dopo una Primavera lungamente noiosa, diede alla Francia un Autunno,
tanto più lieto, quanto più sospirato.
Così Filippo Quarto il Grande, Glorioso Re delle
Spagne, lasciò infiorato il suo Trono da un rampollo tenero, che va crescendo
alle Celesti rugiade per istabilimento felice di quella vasta Corona.
Così D. Giovanni di Gesù Ibarguen, e D. Catarina
di Molina in Baeza, nella Vigilia del nostro Santo celebrarono la Festa di un
vezzoso Bambino.
Così D. Alonzo di Armenta, e Zuniga, con D. Menzìa
Teglio, Cugina, e Sposa, contra l'opinione Galenica, furono Genitori contenti.
[126] Così D. Francesco Cid di Molina, e
D. Maria di Ervas, testificarono col Nome del Santo, imposto alla loro nata
Delitia, che dalla officiosa Carità del medesimo la riconoscevano con
gratitudine al Beneficio corrispondente.
Così D. Rodrigo di Villa Franca, e D. Maria di
Paro in Lisboa si rallegrarono da FRANCESCO felicitati.
Così da Principi di Scilla della Sterilità si
evitò la Cariddi.
Così da' Principi di Buccheri fu raccozzato lo
Stame della loro Discendenza già quasi tronco.
Così li Conti di Scialano, Marchesi di Lenoncurt
provarono l'effetto della loro candida fede, e della divotione ferividissima,
che professano al Santo, di uno de' cui Conventi se sono hereditarij fondatori,
quegli della loro Casa altrettanto nobile quanto pia è stabilissimo fondamento.
Così nella Città di Fermo confermarono i Vanti di
questa fecondatrice Influenza il Cavalier Francesco de' Pedibus, che empennò
l'ale, non meno al cuore, che al piede a ringratiarne il Santo; E Doralice
Valeriana sua Virtuosa Consorte, la quale d'altra Valeriana, ad abolir la sua
sterilezza, non si prevalse, che dell'Oratione ardentissima a questo provido
Intercessore.
Così la Marchesa di Vitrì: la Principessa di Condè
Carlotta Margherita [127] di Memoransì: la Duchessa di Nemurs, e di
Aumala Anna di Lorena: l'altra Duchessa di Nemurs, e di Aumala Elisabetta di
Vandomo: La Marchesa di San Giorgio Giovanna d'Aloy, & altre moltissime,
nella Francia, furono dal Cielo esaudite.
Così la Contessa di Nassau ne' Paesi Bassi con
altre Dame, e Principesse, non solo nella Fiandra, ma nell'Alemagna, e nella
Polonia, nelle Spagne, nell'Italia, e nel giro di tutta l'Europa; oltre
infiniti di minor conditione colsero la Messe de' loro affetti votivi, e de'
loro Semi fertilizati.
Così D. Olimpia Principessa di Rossano ottenne
dall'ossecrato FRANCESCO il Principe Borghese, splendore de' Fasti avìti, e
Gloria de' Fatti Romani.
Così Gio. Filippo, e Veronica Spinoli Principi di
Molfetta, hebbero dal Cielo in Dono Francesco Maria Duca di San Pietro in
Galatina, frutto d'alte Speranze, & herede di Ricchezze immense, pari alla
Nobilissima sublimità del suo Stelo, fiorito, e fecondo di tanti Heroi.
Così anche vantavasi nato, come ne fe' al mio
orecchio fede costante, il Principe Hercole Teodoro Trivultio, Grande per la
Virtù non meno, che per lo Titolo, e per lo Merito Insigne, come per la Stirpe
preclaro.
Così fu ottenuto un secondogenito dal Marchese
Anton Giulio Brignole Sale, quel grand'Ingegno, che prima così caro
[128] alle Muse rabbellì le Lettere sfigurate colla simmetria de' suoi
vaghi componimenti, e poi rimasto Vedovo della nobilissima, e virtuosissima
Sposa, tocco nel cuor da un estro divino, lasciato il Permesso per lo Calvario,
e per Gesù abbandonando Apollo, divenne Tromba del Crocifisso, e col suo sale
purgato, e stemprato nella facondia Vangelica, attese a condire le sciapitezze
de' Peccatori, armoneggiando ogn'hor più eloquente a guisa di Cigno incandidato
da una esemplarissima vita fino alla morte, che appunto come Cigno fe' sulle
sponde del Pergamo al disgorgo di un Sacro Meandro, che scaturiva dalla sua
bocca eloquente, e dal suo petto avvampante di zelo empireo.
Così la gran Christina di Francia, Figlia, &
imagine per la Saggezza di un animo Intrepido al pari di generoso, di Henrico
Quarto il Grande, Sposa Reale del Prudentissimo, e Pijssimo Duca Vittorio
Amedeo, partorì per l'Intercessione di FRANCESCO un Giacinto, che fu
traspiantato ancor tenero nel Giardino del Paradiso; Indi Carlo Francesco
Emanuele Secondo, Diamante per l'intrepidezza del suo cuore, su cui si
stabilisce l'augusta Casa della Savoia.
Così dalla Virtuosissima Maria Giovanna Battista,
del medesimo degna Consorte, si cole hora nato da' Popoli ossequiosi Vittorio
Amedeo Francesco, Fiore [129] de' Principi, e Principe de' Fiori,
perché nato nel cuor del Maggio, onde concorsero le Rose Reine ad imporporargli
la Real Cuna cogli ostri loro nativi.
Così le nobilissime Eccellenze di Carlo Emanuel Filiberto
di Simiana, e di Giovanna Maria de' Grimaldi: Figlio quegli del gran Marchese
di Pianezza, in cui diramato si honora l'augusto sangue di Savoia: Cassiodoro
del nostro Secolo, che ha sposato così bene la Politica al Vangelo, e la Ragion
di stato al timor di Dio, & il più singolare Individuo, che vantar possano
mai le Virtudi; poiché nelle sue perfettioni assorbe quanto di cospicuo si
ammira nell'humana Specie disperso: Sorella quella di Luigi Principe di Monaco,
Duca, e Pari di Francia, che fa campeggiar con tanto splendore la generosa
gloria de' Fasti aviti, ottennero nel giorno appunto del Santo, l'anno 1667 il
vezzosissimo Marchesino di Montasia, consolatione opportuna de' Genitori
dolenti per la perdita amara del dolcissimo Marchesino di Castelnuovo, che
volossene al Cielo pargoleggiando ad esser'un Angelo tutelare di quella
Heroica, & antichissima Discendenza, & a sollecitare col mezo di
FRANCESCO lo ristabilimento di quella gloriosissima Casa.
Chi maggiore Induttione richiede di tanti, che
ottennero da FRANCESCO invocato felicemente la Prole, appaghi la [130]
divota curiosità nelle Geste di lui descritte, e nelle memorie di Esso, che in
tante Cittadi, e Luoghi sono più sopra i Cuori, che nelle Pagine impresse.
Conchiudo dunque cogli Esempi, accennati così alla
sfuggita di tante Madriperle, che alle rugiade di questo grand'Astro,
coll'aprir le bocche divote nelle preghiere, si trovarono fecondate, convenirsi
a lui giuridicamente, e con eminenza, per privilegio specialissimo concessogli dal
suo Sovrano tal Attributo: Che FRANCESCO singolarmente, colla Gratia Divina,
sia quello, che habitare facit sterilem in Domo Matrem Filiorum laetantem.
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