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Francesco Fulvio Frugoni I fasti del miracoloso S. Francesco di Paula IntraText CT - Lettura del testo |
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Come frequentemente sia condotto a buon Porto dal Nostro Santo il Parto disiato.
PROLUSIONE VIII.
Chi dà la Forma, contribuisce per conseguenza i conseguenti alla Forma. Non doverà dunque controvertersi, se concedendo FRANCESCO a' suoi Supplicanti la Prole desiderata, Egli col suo Patrocinio la cavi sicura alla luce, e fra le tempeste perigliose del Parto la scorga al Porto felice. Ma più anche si stende la di lui assistenza, mentre non interpellato al Concetto, porge la forza di poterlo spiegare fra le [131] procellose angustie di Morte a respirare tranquille l'aure vitali. Provonne il vero fra le moltissime la Baronessa di Anlesy nella Francia, che mandò poi un Espresso per esprimerne i Convenevoli alle Ceneri ancor'ardenti del Santo, & a protestar quella Tomba di Santità una Culla di Vita. Gl'innumerabili Bambi d'argento, che pendono intorno dalle pareti de' di lui Sagri Altari, cogli Habitini votivi, e colle candide Cere, sono dimostrationi, non che apparenze dell'irrefragabile Assunto; non meno che tanti Pargoli, che vestiti da Minimi sovente per Christiana Sfera s'incontrano. Vagliami qui, per moltissime, la memorabile Gratia, subitamente impetrata, alla sola presenza del venerato Capuccio del Santo, che opera frequentemente in Genova maraviglie; dal Signor Angelo della Porporata, e Nobilissima Famiglia de' Lomellini. Palpitava di questo Cavaliero la Moglie in estremo deliquio, per le insuperabili pressure del Partorire; ma con fortunato non men, che improviso successo al comparire di quella prodigiosa Reliquia si trovò in salvo col naufragante suo Parto; Che perciò il Marito di essa trovandosi Padre felice liberò la sua Fede, e coronò la sua Divotione, col pronto sborso di Mille Scuti d'Oro effettivi, per estinguere parte di tanto Debito, a beneficio [132] di quel Monastero, Casa di refugio agli Afflitti. Leggesi nelle Geste Famose di questo Grande, che colle Candelle Benedette da lui solite a ripartirsi, precautionasse dagl'imminenti pericoli molti, che ad Esso ricorsero; E singolarmente copiosissime Parturienti da alcuna delle quali non potendosi, che con funesta Carneficina estrarre la Genitura, furono quelle da tanto Infortunio preservate, nell'avvenire: Così da FRANCESCO, Ape soave del Paradiso, non pure s’hebber le cere, ma ancor dolci i Favi, non solo il lume ma ancor la soavità, che gustaro que' tutti, che l'invocarono. In Madrid, Corte del Re Cattolico, il Bastone della Statua del Santo, portato a molte, che agonizzano ne' cimenti perigliosi del Partorire, come Verga di Iesse, o di Aronne, produce subito il fiore, e la maraviglia. Così nelle altre Regioni, gran parte delle quali è stata da me trascorsa, ho notitia, non solo astrattiva, ma ancora evidente, che oltre gl'Infermi di varij Morbi, vengano anche al contatto divoto dell'Habito di FRANCESCO, o di qualche altra sua Santa Reliquia, le femmine al partorire, con sensibile alleviamento soccorse. Formò Egli già collo Sputo in Cosenza, (come accennai di sopra) un Bambo [133] svisato; & un altro poi dall'Empirea Magione, in Milazzo coll'Olio solo della sua Lampada, riflettendo dall'alto in quell'Embrione, per chiarificarlo, i suoi lumi, e segnando sul viso informe di quell'indigesto Carname la luce del volto divino, per cancellarne le tenebre dell'originale Peccato. Lo stesso Prodigio replicossi in Messina sopra un Pargolo privo d'occhi, e di naso, e colla bocca socchiusa, che se prima pareva Pietra impulita di Paragone, fu poscia tal in effetto, mentre vi si coppellò sopra l'Oro finissimo dell'Intercessione valsente di FRANCESCO: il quale, se quando visse quaggiù Mortale accese tal volta la Lampada dinanzi all'Altar senza lume, dopo che visse immortale allumò gli occhi estinti coll'olio solo della sua Lampada; & anche questa mantenne accesa senz'olio, come accadette in Palermo; bastando soverchiamente a tutti questi mirabili Effetti il lume ardente del di lui Merito chiaro, e l'Olio puro della di lui Carità diffusiva. Qui pongo per termine d'interminabile Maraviglia la Madre di Blandina Gualtiera, Vecchia di Anni Settantacinque, e Vedova di trenta, le cui poppe grinze, si trovarono piene di latte a nodrire il Bambolo suo pronipote già moribondo per seguir la Madre senza alimento in laguidezza estrema caduta. Alzò la sfiancata [134] Donna più il Cuor, che gli occhi a FRANCESCO per chieder mestissima aiuto in un diserto di affanni, come un'altra Agàr nella Selva, e sfolgorandole quest'Angiolo salutare sentì scaturirsi, non che uno, due fonti in seno di vena candida. Tanto fu il cavare l'humor vitale dalle due secche Mamme, come da due Pomici aduste. Sembravano quelle due Seccagne di Morte, & ad un tratto si cangiarono in un Porto di Vita. Se il Fanciullo fissava il guardo nella Barbuta Beffana, lo discacciava subito la paura: se figgeva la bocca nella mamella feconda trattenevalo subito la dolcezza. Spettacolo degno di scherzo, ma pio: di riso ma sagro, vedere, con istupor della stessa Natura rinata, succhiar'un Bambino la Vita da una figura di Morte, e da uno Scheletro così magro rimaner'impinguato il Pargoletto vezzoso. Non mai comparve rosa più rugiadosa in una macchia di spine; né mai si videro unite disuguaglianze sì contraposte. Fra que' solchi senili si ravvivò questo seme già spento, e da quelle selci scabrose proruppero zampilli refrigeranti. Da quelle pomici aduste sorsero torrenti vitali, e veleggiò la Gratia su quelle poppe, che nel porto di un seno senile affondate si sollevarono a portar'alimenti così opportuni agli assediati spiriti del pargoletto spirante. Prodigio non più mai veduto, che dalle glebe [135] arsiccie spuntassero viveri così providi, e che da due pietre scabre percosse da due fievoli labbra scintillassero faville sì chiare a riaccendere le pupillette ammorzate del bambolo moriente. In questo fatto rinovò FRANCESCO dal Cielo la maraviglia, con cui fe' più volte in terra dalle selci più secche scaturir le fontane più limpide. Favola fu, che da una Lupa famelica fosse lattato Romulo infante; ma non è favola che da una Capra grinza sia stato lattato questo tenero Agnello. Capra più di quella, che allevò Giove, degna di esser fregiata di Stelle, poiché se quando il Sol fiammeggia in Leone, la nascita di quel Segno sidereo suol recar la morte per mancanza dell'esausto humore alle viti semisvenute, la vecchia nodrice del figliuol'arido di Blandina languente, sorgendo decrepita in tempo, che il Sol divino in FRANCESCO, Leone di Carità, sfolgorava, recò il vigore ad una vita semimorta, e giacente. Spruzzato il cielo dalle mamme di una Giunone lattante Amore fe' pompa candida di una via seminata di gigli, e tempestata di perle, accioché le sfere, che secondo molti son solide, havessero come la terra i loro Hesperidi; e che secondo alcuni son fluide, havessero come l'acqua i loro Eritrei; Ma non invidia la terra al Cielo le sue delitie, poiché le nacquero in grembo, ancorché nel verno d'età spinosa, i giardini pensili [136] in due mamelle cadenti; Et anche ne' secchi scogli vi comparì succosa la via di latte, a cui formarono stellette brillanti le redivive pupillette del bambolo ravvivato da un Sole. All'hora verificossi un'altra volta la Profetia, mentre que' due colli incolti stillarono latte; e l'Aridezza convertissi in Vivaio. Ciò seguì nell'Anno 1597 in Milasso a rinovellar lo stupore della Decrepita Elisa, se non in partorire, in alimentare un Infante, che come Giovanni uscito dalla foresta, fu tutto voce nella Città per gridare, quanto nel nostro prodigioso FRANCESCO, Iddio si sia fatto conoscere, per ogni verso, & in ogni tempo, mirabile.
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