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Francesco Fulvio Frugoni I fasti del miracoloso S. Francesco di Paula IntraText CT - Lettura del testo |
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VENERDÌSETTIMO
DEDICATO
ALLA DIVOTIONE DEL SANTO
VERSO LA VERGINENOSTRA SIGNORA.
Pendette Gesù Bambino dalle Poppe beate della Verginale sua Madre: Pendette afflitta Maria dalle Piaghe amorose del suo Figliuol Crocifisso. S’ella gli canta alla Culla Nenie soavi, sotto la Croce il deplora con funesti Epicedi. Se nodrillo Bambino col Latte, adulto il lava col pianto. Se colle fasce infantili lo strinse nella Capannuccia di Betelemme, nelle funeree bende il ravoglie dentro il Sepolcro sotto il Calvario. Costante al par di dolente sotto il durissimo Legno, che le si pianta nel cuore, se ne sta immobile, come un Tronco; & a tanta procella di sangue, che tutta le diluvia sull’Anima, non si ritira, perché que’ Chiodi, che fissano il Corpo Divino del suo moribondo Unigenito nel Calvario, arrestano i passi della Gemente, poiché [358] traffiggono la più cara parte delle di lei viscere sviscerate. All’hora sì, che parve sorgente Aurora, perché Stabat, più intrepida dello stesso Sole, che provò l’Occaso nel caso del suo Fattore, restando a mezo Cielo sepolto, quando vide l’Eterno nel mezo delle Terre fissato. Ma stava incrollabile a tanti colpi la gran Donna celibe, col solo appoggio del suo stabile Amore, havendo ritenuto il concetto delle sue Potenze quando gli Elementi l’havean perduto. Provò nulladimento que’ dolori alla Morte assistendo del suo Diletto, che non haveva patiti nel partorirlo; e ben poteva dirsi angosciata, perché si sentiva morire il suo cuore. Si vide ammorzar sì gli occhi la sua pupilla; ma con ispettacolo non degenere dalla Patienza del Figlio, si dimostrò tanto dalla Compassione battuta, e non atterrata, quanto dalla Passione fu Christo abbattuto, e non atterrito. In tal positura la meditava sovente FRANCESCO; & oh quante volte con reiterati singhiozzi replicò l’Eco pietosa a’ gemiti mesti dell’accordogliata Colomba! Non sapeva no, l’accesso Contemplativo, meditar sulla Croce tiepido il Figlio, e non compatir a’ piè della Croce, qual ghiaccio, irrigidita dal suo dolore la Madre. [359] Questa gli serviva di stilo per trovar l’Hore della sua compuntione divota nell’Horiuolo Solare del Crocifisso, vero Orizonte dell’Anima innamorata di Dio. Spiegò veliera la mente in quel tempestoso Mare del Redentor naufragante sopra di un Legno; e la di lui Stella, fra tante caligini dense, onde vedeva coperto il Mondo, fu sempre la Vergine, più scintillante all’hora, che ritrovossi vicina al Polo. La prefisse FRANCESCO i suoi Pensieri bellissima Cinosura non mai offuscata, etiandio quando fu spento il Sole. Ella fu sempre l’obbietto di attributione d’ogni Gesta di lui; & Egli non mai operò maraviglia di tante, che ferono rimaner attonita la Natura, che non le appropriasse a Maria, come di tutte le Gratie la Dispensiera. Gesù, e Maria furono i Cardini de’ di lui Affetti: furono i Tropici de’ di lui movimenti; & havendo Egli ottenuto dalla Santa Apostolica Sede, che l’Ordine suo s’intitolasse de’ Minimi, vi aggiunse (come osservò Genebrardo) di Giesù Maria, per ingrandirlo con una Santa Ambitione; A fine ancora (cred’io) di radolcirne con questi due Favi melliflui, l’asprissima quaresimale, perpetua, Astinenza, così temuta, e rifuggita con tanti raggiri dal Secolo molle, e codardo. Non fe’ ricorso alcuno a FRANCESCO, [360] ch’Egli non gli additasse, in rifugio, la gran Madre della Clemenza. Con questo mistico Platano, che ha le foglie a foggia di scudi, apprestò le difese a’ perseguitati. Con questa elettissima Mirra condì l’Anime morte, affine di preservarle dall’imminente putredine. All’odore di questo gran Cedro esaltato nel celeste Libano, discacciò delle Colpe serpenti le morditure venenifere. Con questa Palma eccelsa di Cades inaugurò trionfali Vittorie all’Humanità militante. Con questo Ulivo ferace de’ Campi Empirei recò la Pace a tanti Spiriti combattuti dalle loro Passioni. Ben vedi hora tu da queste Premesse la conseguenza, che cavar dei, per ottener’a’ tuoi Voti l’intento. Se fai ricorso al Crocifisso non puoi trovarlo senza la Vergine, che fu l’amata, e l’animata sua Croce, con cui sui strinse più molto incarnandosi, che coll’altra in morire; Ne mai lasciolla di vista, ancorché negli ultimi sfinimenti; e finché negli occhi hebbe la pupila viva, hebbe moribonda la Madre. Se richiedi a FRANCESCO, che t’interceda a’ tuoi fini successo fausto, bisogna, che il prieghi ancora ad esserti favorevole, colla Tesoriera della Pietà, come tanto di lei favorito. Ma ti trovi forse d’haverla così mal servita co’ tuoi poco rispettosi ossequij, [361] che con ragione disperi di riportar da quella (benché l’interpositione di FRANCESCO sia grande) le gratie, che chiedi. Esclama la tua Sinderesi, che non meriti alcun Rescritto benigno dalla celibe Principessa degli Angeli, perché sei tanto impaniato nelle lordure del senso, e tante volte ti sei co’ Demonij confederato, quante contra il tuo Creatore peccasti. La tua impurità non ti rende, che meritevole de’ fulmini dell’Aquila Divina della Giustitia, e non degli sguardi amorevoli di una così candida, e bella Colomba. Maria è la Madre Castissima; hor come presumerai d’esserle Figlio, se fosti della Castità cotanto nemico, e persecutore! Maria è lo Specchio della Giustitia; Hor qui riflessi potrai ricerverne in te, che sei così opaco per l’Impietà. Maria è Genidrice del Redentore; Hor se tante volte offendesti il di lei Figlio, che ti salvò, hai anche offesa la di lei Madre, che ti protesse. Maria è la Vergine, per Antonomasia Fedele; Hor tu, che sei tanto infido, e non vivesti mai, che d’Inganno, perché l’implori al tuo bisogno benefica? Maria è Vaso Spirituale; Hor tu vaso di carne, pieno di senso, non sei capace, non di ricever’in te le consolationi, che da quella si diffondono agli Spiriti Honesti, e purificati. Maria è Vaso insigne di devotione; Hor tu cotanto indevoto, che ti stanca una Messa, che non sia breve, una Predica [362] di un’hora; ma non una Commedia di sei hore, un Libro di cento fogli, e di mille laidezze, qual’Indulto puoi ottenere, così dissimile, dalla Supplicata Reina, hor, che la necessità, non la Pietade, ad inchinartele ti costrigne. Cangia dunque tenore; e tieni per fermo, che non esce il Dispaccio alcuno di quella gran signatura di Gratia, che Maria nol faccia pria suggellare coll’impronto di quelle Piaghe Divine, che può ben chiamar sue, poiché le cagionarono tanto dolore, e nella di lei carne purissima restarono impresse. Hai questa sorte, che FRANCESCO ti sarà Mediatore, per farti suggellare la gratia bramata; ma mentr’Egli ne prega la Madre, tu vogli il tuo cuore al Figlio, pregandolo con simili sviscerati
AFFETTI AL CROCIFISSO.
Deh perché vi rimiro ancora cogli occhi asciutti lagrimoso, ma non lagrimato mio Dio? E tanto più mentre veggo con voi, confitta dal suo dolore, la vostra cara Madre, che geme più sopra le mie Piaghe, che per le vostre, poiché le vostre sono salubri, e le mie letali. Pur ardisco di ricorrere ad essa, come a rifugio de’ Peccatori accioché mi nasconda da’ vostri sdegni col manto della sua Protettione. Ah che non può mai la somma pietà di lei lasciar, [363] che perisca chi fu riscattato col vostro pretiosissimo Sangue, che dalle purissime vene di quella ha la sua Sorgente. Né voi mio Nume, così prodigo delle vostre Misericordie, potete lasciar di abbondarmele col mezo di essa, che, non sarebbe la Madre dell’Innocenza, e del bello Amore, se questo non fosse nato per mia ingratitudine forza, e quella non si fosse humanata per mia colpa. Ah mio Santissimo Salvatore non mi abborrite per gli meriti tanto sublimi della vostra gran Genidrice, a cui essendovi degnato di ubbidire in Terra, tanto vi piace di compiacere nel Cielo.
SUPPLICA AL SANTO.
E voi, mio Gloriosissimo Protettore; non mi abbandonate in questo rincontro, ma rendetemi colla vostra Intercessione propitia la vostra adorabile Protettrice. Io mi presento qui co’ miei Affetti prostrato alla Croce, come all’Asilo de’ Tribulati, e perciò mi sono appressato alla Vergine, che alla Passione del suo Diletto non seppe staccarsene mai; & a voi, che la portaste sempre nel vostro Spirito Crocifisso. Se il Redentore spirante, raccommandò alla sospirante sua Madre il Discepolo amato: Voi, che anche nel morire tanto vi assomigliaste al vostro confitto Amore, raccomandate alla Vergine quest’Anima [364] mia così afflitta, e degna più di gastigo, che di perdono. Il mio Christo non ricusò nella Croce di condur seco un Ladro nel Paradiso, perché lo vide ver’ quella parte dove stava Maria; Hor s’Io mi ricovro verso di Essa, benché così scelerato confido d’impetrar’ogni Gratia, e di vedermi aperta la Gloria. Ah non dispero, no, perché ricorro ad un Dio Crocifisso, che mi apre le braccia: ad una gran Protettora, che mi stende il manto; e finalmente a voi, che così partiale di Giesù, e di Maria, nel pronunciarne i Nomi soavissimi moriste per andar’a gioire con Essi, & ad essere Avocato degli Afflitti come son’Io, che vi dimando così dolente, come affidato il Soccorso. X
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