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Luigi Zanazzo
Usi, costumi e pregiudizi del popolo di Roma

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  • Parte II. Usi, costumi, credenze, leggende e pregiudizi del popolo di Roma.
    • 247. — Ponte Quattro Capi.
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247. — Ponte Quattro Capi.

Come saperete tutti, Sisto Quinto1, che regnò ccinque anni, fece fa’ ccinque strade, cinque funtane, cinque guje, cinque ponti, e llassò ccinque mijoni drento Castello.

Uno de li ponti che ffece arifà’ fu quello chiamato ponte Quattro capi.

E lo volete sapèssì pperchè sse chiama accusì?

Perchè ddice ch’er papa fece rifà’ quer ponte che stava peccascà’, da quattro bbravi architetti, che, ttramente lo staveno a llavorà’, vìnnero a quistione tra dde loro ar punto tale, che cciamancò un tómbolo d’un pidocchio2 che nun ce scappasse l’ammazzato.

Saputa ’sta cosa da Sisto Quinto, che, ccome saperete, ce n’aveva poche spicce, fece agguantàttutt’e quattro l’architetti e ddetto un fatto te fece tajà’ la testa sur medemo ponte, e le fece aspone llì.

Poi, sempre per ordine der papa, quele quattro teste furno fatte fa’ dde pietra, e ffurno mésse accusì scorpite, da capo ar ponte indove incora ce stanno e cche j’hanno dato er nome de ponte Quattro-Capi.




1 Vedi nel I vol. delle Tradizioni pop. romane, la leggenda su Sisto V.



2 Un tômbolo d’un pidocchio: un nonnulla, cioè quanto il cadere d’uno di quegli innocenti animaletti dalla testa sulla spalla.






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