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Luigi Zanazzo
Usi, costumi e pregiudizi del popolo di Roma

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  • Parte III. Giuochi fanciulleschi divertimenti, passatempi esercizi
    • 55. — San Pietro e San Paolo uprìtece le porte.
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55. — San Pietro e San Paolo uprìtece le porte.

I due capi-giuoco, per esempio, la conta e la mamma, si mettono prima d’accordo, ma in segreto, per dare un nome convenzionale all’inferno ed un altro al paradiso. Per esempio, riso all’inferno, e céci al paradiso.

Quindi si pigliano per le mani, tenendole tese e alzandole in alto per lasciarvi passare di sotto i compagni, i quali, formando una catena, dicono:

San Pietro e San Pavolo uprìtece le porte.

E i due capi-giuoco soggiungono:

Le porte sono uperte, per chi cce vôle entrà.

Ed i compagni vi passano. L’ultimo di essi viene però fermato da uno dei capi-giuoco, il quale gli domanda:

Che vôi o riso o céci?

Se egli risponde riso che equivale a inferno, è condannato subito ad andarvi; se invece dicesse céci, andrebbe in paradiso.

Poi si ricomincia da capo, e l’ultimo che sta per passare, torna ad esser fermato, interrogato e condannato come il precedente compagno. E così di seguito, fino a che sono tutti collocati. Allora, come di solito, gli eletti scherniscono i compagni condannati all’inferno, col dirgli: tappi di cacatore, o altro.




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