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Luigi Zanazzo
Usi, costumi e pregiudizi del popolo di Roma

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  • Parte II. Usi, costumi, credenze, leggende e pregiudizi del popolo di Roma.
    • 222. — Le “Capate„.
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222. — Le “Capate„1.

Le capate se chiamaveno queli mucchi de vaccine de campagna, che, infinenta che qui nun c’era l’ammazzatóra, tutti li ggioveddì e li vennardì, entraveno sciôrte drento Roma, e cce faceveno succede er finimonno.

Va bbè’ cche cc’ereno li bbùtteri a ccavallo che le metteveno in riga; ma la ggente ar solo vede quele penne, pe’ ppavura che je scrivessino quarche lettra in de la panza, scappàvano chi dde qua, cchi dde llà, a rifuggiasse in quarche pportone o bbottega; che — ddice er Belli in un sonetto magno — era un morì dda’ ride’.

Allora ogni macellaro ammazzava le su’ bbestie in der su’ macello, come aùsa incora in de li paesetti de montagna.

’St’usanza è ddurata a Roma infinenta ar 1820 o ppoco meno.




1 Capate erano quei branchi di bestie vaccine che sul principio del passato secolo s’introducevano in Roma disciolte nel giovedì e venerdì di ogni settimana per condurle ai macelli.






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