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Francesco De Sanctis
La giovinezza

IntraText - Concordanze

disse

   Capitolo
1 1 | E mia nonna mi guardò e disse: “Che fai?” “Fo come quello”, 2 1 | galantuomo e non da lazzarone”, disse ella ridendo. Ed io mi feci 3 2 | di Rollin e di Crévier, – disse lui, – ma non la puoi leggere 4 2 | il naso grosso e lungo, e disse: “No, Cesare”, con l’aria 5 2 | Quando ci levammo, zio disse a D. Nicola: “Che ti pare 6 2 | ma è una testa dura”, e disse questo con una freddezza, 7 2 | fece gridare: “ah!” Poi disse: “Eh! testa dura, scrivi 8 2 | mi tirò per il braccio, e disse afferrandomi per l’orecchio: “ 9 3 | bella trovata. “Domani, – disse, – si fa il pane nuovo, 10 3 | uscio sonò un poco, e zio disse: “Chi è?” Fatto ardito dalla 11 3 | fece la faccia seria, e disse: “Ciccillo mi dirà la verità”. 12 3 | gli occhi negli occhi, e disse: “Ciccillo, chi ha rubato 13 4 | Genoviefa”. “Ca quella è morta”, disse lui sbalordito e facendo 14 5 | mise la mano alla bocca e disse: “Ferma che è tardi”, e 15 5 | altro lato, e venne e mi disse. “Hai dovuto faticar molto 16 5 | po’ le coseIppolito mi disse ch’era tardi, e io lasciai 17 6 | che ci vengono incontro”, disse zio Pietro. Scesi di cavallo 18 6 | fatte molte visite, ci disse zio Pietro che ci voleva 19 6 | traballare sulle gambe. “Dimmi, – disse; – è, vero che niente è 20 6 | diavolo col tuo sonetto, – disse. – Tu sei piú piccino, e 21 7 | Allora in aria di sfida disse che la disputa si facesse 22 7 | prese il davanti, e mi disse: “Ma bravo! Si vede che 23 7 | miei complimenti”. Questo disse con un tal piglio freddo 24 8 | Costabile. “Insegna l’italiano”, disse lui. “E credi tu ch’io debba 25 8 | stecchito e allampanato, disse ch’io era de frigidis et 26 8 | Giovanni Villani. “Badiamo, – disse: – voi dovete notare tutti 27 8 | e mi fece un rabbuffo e disse: “Sapete voi cosa significano 28 10| interruppe, e mi guardò fiso e disse: “Ma non c’è nessuna persona 29 10| intronavano la testa. D’Amore disse: “Non si può passare; andiamo 30 10| sono di Morra io pure, – disse lui, – e ti voglio dare 31 10| bel sorrisetto, e colui disse a me, pigliando le due piastre: “ 32 10| lanternino si fece piú brutto e disse: “Belli figlioli, se fate 33 10| zio che piangeva. Me ne disse delle belle; io non cercai 34 11| Guido e frati Cavalca”, mi disse una volta. La differenza 35 11| vicino, e si rallegrò meco, e disse ch’io avevo molta disposizione 36 11| tardi mi venne alla memoria. Disse pure che quell’onde coll’ 37 11| dolce e modesto, ch’egli non disse verbo. “Nelle cose della 38 11| Nelle cose della lingua, – disse, – si vuole andare molto 39 12| cosa di grosso. “Cosa c’è?” disse lui. “C’è che..” “Insomma, 40 12| commiato dal figlio; egli non disse di no, ed io entrai. Il 41 12| ma un uomo di spirito mi disse: “Piangete troppo”. Ricordo 42 14| vedere il tutto”, come disse. Non era senza ansietà sul 43 14| che capi il latino, mi disse subito che da lui non avrei 44 14| dispregiativo. “Un professorino!” disse il marchese, piantatosi 45 14| della fretta. “Va bene”, disse a me, sorridendo, con un 46 14| visto il mio imbarazzo, disse: “Addio, signor De Sanctis, 47 15| Aggiungi che l’aiutante mi disse: “Signor maestro”, appena 48 15| viso. “Tu hai poco mondo, – disse lui, prendendomi la mano; – 49 15| chiosa chiosa”. “Poi, – disse lui, squadrandomi da capo 50 15| si accostò gravemente, e disse: “Pardon”, e si riprese 51 15| ma lui, piú lesto di me, disse: “Pardon”, e ci ricadde 52 15| soldi di regalo per lui, disse: “Grazie”. “Come si fa? – 53 15| aspetta”. E lui senza moversi disse: “Ho finito”. Io respirai; 54 16| me che gli dicevo addio, disse: “No, no, vi pare! vi accompagno 55 16| Poi, cavato l’oriuolo, disse: “È ora di pranzo, buona 56 19| e allegra. “Cos’hai?” mi disse, veggendo la mia brutta 57 19| ho visto mai cosí bene, – disse lui, toccandomi il polso. – 58 19| accarezzandomi il mento, disse: “Gitta al foco tutti questi 59 21| ingrati come qualche altro”, disse, e guardò a me. Io sentii 60 21| toccò il gomito ridendo, e disse: “Già, ti è venuto il ticchio 61 21| lato. Vedendomi sospeso, disse: “Eh! giovanotto, vuoi forse 62 21| al centro del quadrato, e disse: “Figliuoli, il purismo 63 21| male erbe”. Su questo tuono disse molte belle cose. La gragnuola 64 21| aveva in luogo di padre, disse: “Senti, Francesco, lasciami 65 22| or sono”. “Gesummaria! – disse lei, come vedesse l’orco; – 66 22| che sono antico di qua”, disse un uomo grosso, cavandosi 67 22| il cappello. “Dove vai?” disse lui, guardandomi sospettoso. 68 22| una donna, e il cuore mi disse: “Torna, torna, ché zio 69 22| sdegnosa, mi prese la mano e disse: “Tu mi devi dare del tu, 70 22| marito e moglie?”~Qui la disse un po’ grossa. Io mi feci 71 22| Per ora, me ne contento”, disse lei.~Cosí infocati, facemmo 72 22| Dove amor ci porta”, disse lei ridendo. E io la guardava 73 22| sera tarda zio Peppe mi disse: “Passeggiamo?” “Sono stanco”, 74 22| apposta per noi. “Fa caldo, – disse lei, – sono stanca; sediamo 75 22| contemplazione. “Vedi , – disse lei, – quella stella che 76 22| tenni. Vide la mossa, e disse argutamente: “Quella è la 77 22| È una lavandaia”, mi disse lei a bruciapelo e fissandomi. 78 22| menarla in salotto. “No”, disse lei, resistendo. Io le parlavo 79 22| parlavo a voce alta. “Zitto, – disse lei, – che non si svegli. 80 22| è la cucina”. “E sia”, disse lei. Entrando, ci giunse 81 23| uno strumento scordato, disse: “E mi volete lasciar cosí 82 23| fermammo a un uscio. Lei disse: “Fatemi ancora una grazia; 83 23| Lei entrò con impeto e disse: “Ecco, vi presento il signor 84 23| a bassa voce. Poi la mi disse: “Andiamo, signor contino”. 85 23| un riso di caricatura mi disse: “Signor contino! signor 86 26| della mia inesperienza, e disse che lasciassi fare a lui, 87 26| Il signor Albanesi non mi disse niente; io capii che se 88 26| bella cosa una sola ora!”; disse Pisanelli, guardando il 89 27| teneva come suo figliuolo, disse: “Adagio! Fosse una canzone, 90 27| giorni mi chiamò a sé, e disse: “Sentite, don Francesco, 91 27| vedendomi cosí sospeso, disse, restituendomi la carta: “ 92 27| mio addio alla Caterina, e disse: “Qualcosa qui c’è sotto; 93 27| di liti”. “Semenzaio! – disse lui che non capiva la parola, – 94 27| un maestro di scuola! – disse lui con dispetto. – La lite 95 27| di bonissime viscere, ci disse parole dolci e paterne.


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