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Francesco De Sanctis
La giovinezza

IntraText - Concordanze


   Capitolo
1 3 | strozza. Eccomi in cucina, e mi fermai in punta di piedi, 2 5 | versione d’italiano in latino. ci cascò l’asino. Non fu 3 5 | Troisi; e non mi fermavo alla lezione; ma correvo 4 5 | con la mia superbia. Stavo dritto squadernando il sacro 5 5 | ch’era tardi, e io lasciai , e la gente mi applaudí, 6 6 | molte aveva assistito. S’era a sentirlo, a bocca aperta. 7 7 | movimento d’idee moderno, stava come un avanzo dimenticato 8 7 | lo zucchero e il caffè. mi mancava un teatro ove 9 7 | distinguesse l’ingegno. C’era una serie di domande e di 10 7 | sentivo soverchiato, e stavo stizzoso, perché sentivo 11 7 | i miei compagni stavano lí per battere le mani; 12 7 | miei compagni stavano lí per battere le mani; quando 13 8 | Sicuro; quell’italiano l’è un’altra cosa; vieni”... 14 8 | mia persuasione. E lasciai studi di filosofia e di 15 8 | anche Giovannino. C’era molti giovani valorosi, 16 8 | Meledrandi stava sempre col suo piglio beffardo 17 8 | e ci pareva che stesse lí per avventarglisi e pigliarlo 18 8 | ci pareva che stesse lí per avventarglisi e pigliarlo 19 9 | venuta quell’idea. Rimasi per un pezzo col capo appoggiato 20 9 | piú. Tutto questo, stando inginocchio, mi si affacciava 21 10| commerciale. E io rimasi in casa, con tutto il peso 22 10| parve un tesoro. Andavo in gran segreto, per tema 23 11| descrizioni; pur qualche cosa era che mi veniva dal cuore.~ 24 11| manoscritti miei. C’erano dentro compendi di libri 25 12| declamatemi l’Ugolino”. Quello era il mio Achille. E io, 26 13| perciò che zio Peppe stesse a fare le cose di scuola, 27 14| tempo”. Finalmente eccolo quel signore, bocca ridente, 28 14| io non capii, e rimaneva piantato e teso. “Va bene, – 29 15| militare, e via. Io ero , rosso e confuso per la 30 15| Io non capivo, e stavo tra la stizza e la vergogna, 31 15| applicazioni e gli esempi, e sempre sulla lavagna. Misi una 32 15| nei libri, ma nascevano vivi sulla lavagna, formati 33 15| o cattivi, e li fissava sulla lavagna, e ne faceva 34 15| giornali francesi. C’erano il “Siècle”, i “Débats”; 35 15| francese, e mi trovassi , e prendevo parte per l’ 36 15| mi pare quasi che stia compitando le lettere”. 37 15| e mi pareva che stessero le ore intere.~Un giorno 38 15| lettore anch’io, e che stavo aspettando il suo comodo. 39 15| stonatura; e mi piantavano con Thiers e Guizot, sicché 40 16| degno di quel nome. C’era da impiccarsi per malinconia. 41 16| miei giovani, che vedevamo attaccate a quelle mura 42 16| quando il marchese stava , allora mi sentiva io, e 43 16| quel manigoldo, piantato , ch’era una rabbia. “Amico, 44 17| disegno finito, rimasto in aria, mentre io, incalzato 45 18| alle distrazioni: sempre , l’occhio alla lavagna, 46 19| indifferenza e non parlato e messo come un cencio, mi sembrava 47 19| sapevo come l’era andata; ché dentro ci doveano essere 48 19| viso, e, vedendo che stavo non persuaso, aggiunse: “ 49 20| mostrata. Avrei voluto essere , a piè del suo letto, e 50 21| addosso a me; ma io stava ritto e insensibile, come 51 22| passeggiate di un tempo, a Capodimonte o sul Vomero; 52 22| aspetto volgare e civettuolo, sul balcone dove io soleva 53 22| Eh! oh! eh!” Io li lascio ad esclamare, e mi pianto 54 22| dell’occhio. Ella stava come una esposizione, e 55 22| affacciandomi, la trovavo sempre . Se con me erano altri giovani, 56 22| altri giovani, la stava pur e tirava occhiate di fuoco, 57 22| gente allegra che andava a fare baldoria. Mi si apriva 58 22| nella mia adolescenza, di appunto avevo mirato, tra 59 22| Vedi, vedi il pallone, è ”; e mi indicava col dito, 60 22| biancheggiante di case, e vedevo lei, e non potevo 61 22| quel mio , e che ella era e m’attendeva, e la bella 62 22| dimentico che lei fosse . “Cosa è la vita senza la 63 22| ché l’occhio andava pur , e quel pensiero era come 64 22| voleva andare, e stava sempre , tra quelle prime idee, 65 22| esser libero. La trovai , tra l’erbe; mi venne incontro 66 23| bene aerata, piena di luce. m’installai. Non era messa 67 23| che si vuole esprimere: è la sua ragion d’essere. 68 24| rimaneva estraneo, e stava solo per far raccolta di 69 26| scura: “Che sarà?” Trovai un signore grosso e tondo, 70 26| veniva il tiro: quel signore non mi avrebbe lasciato 71 27| mie stesse parole, lasciai la lezione e non volli continuare, 72 27| occhio a Francesco Corabi in prima fila, ch’era stato 73 27| piacere alla scuola; e erano la mia espansione, 74 27| cosa volete? quegli Eletti , per grazia mia, turbavano 75 27| perciò un po’ bruttina. Stavo come un amico di famiglia,


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