Capitolo
1 2 | chiuso nella mia cameretta da letto, che avevo comune con Giovannino,
2 2 | della mia memoria, perché letto appena o udito un discorso
3 2 | dei miei compagni aveva letto tanti libri, sapeva tante
4 3 | orecchio, mi gettavo giú di letto, e correvo allo zio e dicevo: “
5 3 | quell’ora stava disteso sul letto sonnecchiando. Zia Marianna
6 3 | e sonno sulle tavole del letto acquattata. Appunto in quella
7 3 | mi vidi nella stanza da letto, mi venne un riso sul labbro,
8 7 | Si vede che avete molto letto; fo i miei complimenti”.
9 8 | dal comò. In fondo era un letto molto semplice. Di fianco
10 8 | vedete, era una camera da letto e da studio insieme, molto
11 8 | vedere il quaderno del libro letto. Io voleva ch’egli credesse
12 8 | miei compagni aveva tanto letto. E poi, ciascuno aveva le
13 9 | raumiliato e stanco mi buttai sul letto e ingombra la mente di fantasmi
14 9 | fatica fu potuto rimettere a letto. Aveva perduto tutto il
15 9 | ravvisò. Noti lasciò piú il letto.~ ~ ~
16 10| fece cerchio intorno al letto, e zio con l’aria di un
17 10| volete?” “Ma non c’è un letto, ma non c’è una sedia, ma
18 10| stanco morto me ne andai a letto. La mattina mi levai fresco
19 11| incancellabile. Non avevo letto ancora nulla del Poliziano;
20 12| sembrate uno spirito”. “Vado a letto, – diss’io, – e dammi un
21 14| avevo potuto impetrare un letto. Con quello m’impossessai
22 14| s’installò Enrico col suo letto e con alcuni vecchi mobili.
23 17| ne ho cavato?” Del libro letto mi rimanevano notizie varie,
24 17| medesimo; e il mio costume era, letto il libro, metterlo da parte,
25 19| smarriti corsi nella stanza da letto per vestirmi e correr giú,
26 20| essere lí, a piè del suo letto, e chiedergli perdono. Ricordavo
27 20| Diedi una bella stanza da letto a zio Peppe, e io mi rannicchiai
28 22| rispondeva a tuono. Quando fu a letto, per fare il suo sonnellino
29 26| me nuovissimo. Non avevo letto mai la Bibbia, e i giovani
30 26| cui stavano due stanze da letto di un commissario di polizia.
31 27| libro di molto strepito e letto avidamente: chiamava l’opera
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