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Francesco De Sanctis
La giovinezza

IntraText - Concordanze

parlava

   Capitolo
1 3 | ridere lo zio; perché ella parlava e gestiva il piú bel napoletano. 2 5 | l’aspetto dolce e grave, parlava piano, sobrio nel gesto. 3 5 | tutto bene spolverato. Parlava spedito, e accompagnava 4 6 | compagni. Giovannino mi parlava già dei suoi amori; tutti 5 7 | l’inspirarono; e quando parlava Napoleone mi appariva in 6 8 | prender lezione. Costabile parlava e rideva e godeva del nostro 7 9 | maliziosi di me, e quando io parlava con molta gravità delle 8 10| inesplorati. Zio Pietro ci parlava spesso del suo maestro Nicola 9 10| stimolo e di controstimolo. Ci parlava di tempi nei quali si curava, 10 10| combatteva questa dottrina, e parlava di lenitivi e di emollienti 11 11| antico romano italianizzato. Parlava come scriveva, alla maniera 12 11| in tempesta; ma il conte parlava cosí dolce e modesto, ch’ 13 12| circostanze piú strazianti. Si parlava di famiglie intere spente, 14 12| casa e fuori casa non si parlava che di questo. Ma l’impressione 15 14| veniva sempre bene, perché parlava con abbondanza di cuore, 16 15| interesse. Di politica si parlava poco, e io stesso sentiva 17 16| mi si cuciva ai panni, e parlava parlava, e io non sentivo 18 16| cuciva ai panni, e parlava parlava, e io non sentivo niente 19 19| a nulla, e quando mi si parlava del fatto, mi era trafittura. 20 19| e lei da me, e nessuno parlava. Da questo grottesco intermezzo 21 20| sentissero gli altri. Quando parlava era una festa; facevamo 22 21| sissignore”; il marchese parlava a un convertito. Cosí camminavo 23 22| fissare la mia idea, ch’ella parlava cosí lesta come camminava, 24 22| mi lasciava dire, e poco parlava. Io non trovava miglior 25 22| fuga della mia bella. Egli parlava un po’ alla libera, e mi 26 27| aveva, anche in Napoli. Parlava come Carlo quinto. Sovente 27 28| letterari, di cui allora si parlava molto piú con presunzione


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