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333 è
Francesco De Sanctis
La giovinezza

IntraText - Concordanze

piú

    Capitolo
1 1 | che si mangia”. Mi piaceva piú fare il tric trac o la dama 2 1 | piacevano assai, e stavo piú volentieri e mi sentiva 3 1 | volentieri e mi sentiva piú io in mezzo a quella gente 4 1 | inginocchio, e non dimenticai piú quel riso soave. Fu l’ultima 5 2 | stessa stanza, le prime due piú numerose nel mezzo, e le 6 2 | intendeva meglio di me e sentiva piú finemente.~In quella prima 7 2 | cervello entravano troppo piú cose che non potessi digerire.~ 8 2 | queste letture e restava piú impresso nella facile memoria, 9 2 | e d’oriente. Come andavo piú in , trovavo un labirinto, 10 2 | rappresentazione diveniva sempre piú arida e scolorita, e non 11 2 | pugni sul tavolo, e gridava piú di me, perché non voleva 12 2 | pareva significare: mai piú ci rivedremo. E quando fummo 13 2 | ad occhi aperti duravano piú giorni.~Un giorno ch’era 14 2 | Ascensione non mi è uscito piú di mente. Un’altra volta 15 2 | crede di meritare ancora di piú.~A farla breve, in quei 16 2 | pari dritto anche le cose piú goffe e piú volgari. Le 17 2 | anche le cose piú goffe e piú volgari. Le Notti di Young, 18 2 | con grande enfasi i pezzi piú romorosi. Avevo in capo 19 2 | e mi credevo da senno il piú dotto uomo d’Italia, e avevo 20 3 | oggi la zia. Non ne sapevo piú avanti. Giovannino ch’era 21 3 | avanti. Giovannino ch’era piú curioso di me ed aveva una 22 3 | certa malizia, mi narrò piú tardi non so che, ma non 23 3 | ella parlava e gestiva il piú bel napoletano. Aveva la 24 3 | casarecci, che a me piacevano piú che le vivande delicate. 25 3 | quando gli bisognò, non trovò piú il suo pane, e andava cercando 26 3 | Per fin anno non bevvi piú caffè, perché ci sentivo 27 4 | Genoviefa aveva qualche anno piú di me, ed era mia sorella 28 4 | attraverso Genoviefa, e fino piú tardi la Graziella di Lamartine.~ ~ ~ 29 5 | Aniello si teneva un po’ piú alto di noi, perché era 30 5 | vantava e diceva che lui piú piccino sarebbe stato a 31 5 | avvenire nelle sue forme piú luccicanti, pregiava piú 32 5 | piú luccicanti, pregiava piú quella sconfinata ambizione 33 5 | professione”, diceva col tono piú naturale Giovannino. “E 34 5 | quella scena non mi è uscita piú di memoria. Entrammo in 35 5 | fiaccata. Cosí non si parlò piú di Gesuiti, e me ne rimase 36 5 | ancora il laico, ma non c’era piú il prete.~La scuola dell’ 37 5 | scuola. La stanza era molto piú lunga che larga, e ci entravano 38 5 | in mano il Burlamacchi, e piú tardi l’Ahrens per il diritto 39 5 | in una torre di Babele, e piú andavo innanzi e piú spropositavo, 40 5 | e piú andavo innanzi e piú spropositavo, e quelle lettere 41 5 | segreta mi diceva: “tu vali piú di loro”. La lezione avuta 42 6 | fatti materiali, e badavo piú alle relazioni tra le cose 43 6 | di cose, e si attendeva piú ad imparare le parole e 44 6 | Oltre a ciò, ero miope, uso piú a guardare dentro a me che 45 6 | mi batteva il core. Poco piú in vedemmo non so quali 46 6 | glorioso. Nonna non c’era piú. La mamma mi venne incontro 47 6 | bella giovinotta un po’ piú grandicella di me, e io 48 6 | ultimo papà, non potendo piú tenersi, mi prese in braccio, 49 6 | gran risata, che mi turbò piú. Prese uni grossa pizzicata 50 6 | donne, alle quali piaceva piú Giovannino, meno novizio 51 6 | il braccio Vincenzina, la piú grande delle sorelle, e 52 6 | sonetto, – disse. – Tu sei piú piccino, e devi stare con 53 7 | dovevamo andare. La scuola piú riputata era quella di don 54 7 | Scolastica. Il suo scrittore piú recente era Volfio, che 55 7 | prendevano parte tutti, e i piú pronti toglievano la parola 56 7 | amicizia con alcuni compagni piú simpatici, e si disputava 57 7 | leggicchiato gli autori piú moderni, rimase sbalordito 58 8 | Costabile mi parve un po’ piú alto, quando lo vidi in 59 8 | maggiorenti parecchi che piú tardi vidi nei primi gradini 60 8 | uno stuolo a parte dei piú valorosi. Noi stavamo agli 61 8 | Francesco Costabile ne sapeva piú di me, e ch’io era un ignorante, 62 8 | leggere con ordine e notare i piú bei modi di dire. Prima 63 8 | giovani una gara a chi salisse piú in grazia del marchese; 64 8 | in grazia del marchese; i piú diligenti andavano a lui 65 8 | mi avevo i messo in corpo piú roba che non potessi digerire. 66 8 | novella tra le mie carte piú prelibate; per lungo tempo 67 8 | marchese finí che non sapeva piú fare senza di me, e mi cercava 68 8 | Stefano, che si teneva da piú del marchese Puoti, e abusando 69 8 | pugnale, e non ci andai piú, e anche oggi quel motto 70 8 | orecchio.~Mi strinsi sempre piú col marchese. Nelle sue 71 8 | non so quanti altri dei piú ignorati. M’ero gittato 72 8 | sotto al nome non c’era piú la cosa. Il marchese perdeva 73 8 | trovava loco, e non potendo piú tenersi, uscí a dire: “Ma 74 8 | sua patria, e non ne seppi piú notizia.~Il marchese era 75 8 | presentò alla sua famiglia, e piú volte mi tenne a pranzo 76 9 | che i miei scolari erano piú maliziosi di me, e quando 77 9 | Seguii l’andazzo. Non sentivo piú messa, non mi confessavo 78 9 | messa, non mi confessavo piú. Tutto questo, stando 79 9 | distrassi, e non seguii piú il prete, e seguii le ombre 80 9 | di Gesú.~Andavo per via piú tranquillo, riconciliato 81 9 | sapere; ma il timore era piú forte del desiderio. Giunsi 82 9 | e a chiesa non ci tornai piú.~Mio zio era rimasto percosso, 83 9 | rimasto percosso, s’era fatto piú curvo, e rompeva spesso 84 9 | con me, e non mi volesse piú quel bene. Una sera, mentre 85 9 | le sei e mezzo”. Tornato piú tardi lo chiamai un’altra 86 9 | ci ravvisò. Noti lasciò piú il letto.~ ~ ~ 87 10| fatica, ma perché non erano piú d’accordo con la mia coscienza. 88 10| alla morte, non entravano piú nel mio spirito. Quel dover 89 10| Francesco. “Ma se non viene piú!” diss’io. E d’una in altra 90 10| povere piastre non tornarono piú. E cosí per tema di vederle 91 10| bricconcello. Non vidi mai piú questo scroccone e fu questa 92 10| e mi promettevo d’essere piú cauto.~Un giorno non ne 93 10| Un giorno non ne potevo piú; giacevo sotto la croce. 94 10| uomo dal lanternino si fece piú brutto e disse: “Belli figlioli, 95 10| Nessuno aveva in tasca piú un grano; ché i gendarmi 96 10| voci e gesti grossolani; i piú focosi minacciavano, e quelli 97 10| muto e tristo. Non avevo piú gusto per la scuola; non 98 10| per la scuola; non aprivo piú un libro; avevo la testa 99 10| sospettoso, immaginavo le cose piú assurde a mio danno, e fin 100 11| faccia, mi sentivo il respiro piú libero. Traevo profitto 101 11| alle sue lezioni i giovani piú scarsi nell’italiano e nel 102 11| fu uno sfogo, mi sentii piú leggiero.~In quell’anno 103 11| Pure quel suo contegno piú cortese che affettuoso mi 104 11| queste lezioni private avevo piú piacere che in quelle date 105 11| naturale affettuoso era piú appagato in conferenze, 106 11| d’amico. Ma uno dei miei piú vivi piaceri era il fare 107 11| solo a solo, cosa tanto piú cara, quanto piú rara. D’ 108 11| cosa tanto piú cara, quanto piú rara. D’ordinario andavo 109 11| dentro di me. Talora qualcuno piú ostinato mi si attaccava 110 11| gridavo forte e gestivo ancora piú, a gran sorpresa e noia 111 11| trovava distratto.~I momenti piú deliziosi li passavo nella 112 11| era sempre di cose nuove; piú che una scuola, pareva quello 113 11| de’ novizi e si volgeva piú volentieri agli “Eletti” 114 11| di alcuni testi di lingua piú a lui cari, come i Fatti 115 11| lettura svegliava gli spiriti piú sonnolenti, e vi suscitava 116 11| rendevano atto a cogliere le piú delicate gradazioni di quei 117 11| dire non li ho dimenticati piú; ma mi è uscito di memoria 118 11| sant’Alessio non mi lasciò piú, mi correva appresso dove 119 11| casa sua, e mi ci sentivo piú tranquillo, piú disposto 120 11| sentivo piú tranquillo, piú disposto al lavoro; gli 121 11| ferrea di Vico gli piaceva piú che tutti i lisci e gli 122 11| frati e Santi. Era in lui piú virilità che tenerezza; 123 11| discussioni che stringevano ancora piú la nostra amicizia.~Intanto 124 11| dire che mi parevano non i piú acconci, ma i piú eleganti. 125 11| non i piú acconci, ma i piú eleganti. Parlai una buona 126 11| scrivere si vuol porre mente piú alla proprietà de’ vocaboli 127 11| osservazione acuta, che piú tardi mi venne alla memoria. 128 11| ogni conoscenza, e non vidi piú quell’uomo che avea lasciato 129 11| manoscritti non sono tornati piú, e di lui non ho avuto piú 130 11| piú, e di lui non ho avuto piú notizia. Cosí rimasi solo 131 11| In casa non mi ci potea piú vedere, e già col pensiero 132 12| fulminante, con le circostanze piú strazianti. Si parlava di 133 12| di morti al giorno, e coi piú minuti particolari si descrivevano 134 12| la campana dei morti; i piú agiati fuggivano alle loro 135 12| pareva ammansito, riprese con piú furore l’estate dell’anno 136 12| medici confondevano ancor piú le menti. Chi affermava 137 12| tempo, per non fiaccare piú gli animi, s’era tolta dagli 138 12| altri. Anche oggi dei miei piú cari amici ricordo le fisionomie, 139 12| inclinazione a esagerarle ancora piú, a metterci i miei colori 140 12| insegnanti ambivano il titolo piú decoroso di professore, 141 12| assistevano alla lezione, e piú tardi vi parteciparono. 142 12| Innanzi a loro sentivo anche piú vergogna di fare il maestro, 143 12| danaro da loro, e ci andavo piú spesso, e le ore fuggivano 144 12| spirito, non mi accorgevo piú del colera, se non quando 145 12| giorni che infuriava di piú il colera, e il duca, per 146 12| il bricconcello.~Un’ora piú tardi ero già in via a Porta 147 12| e non mi venne che assai piú tardi, quando non guardavo 148 12| tardi, quando non guardavo piú al carlino. Giunto in quei 149 12| la via si faceva sempre piú sassosa e ripida, e la mula 150 12| chiudersi e non lasciare piú entrare nessuno, e per poco 151 12| La notizia accese ancora piú le fantasie, e le facce 152 12| mio, forse non ti vedrò piú”. Ed era presaga! Non dovevamo 153 12| era presaga! Non dovevamo piú rivederci.~Trovai in Napoli 154 12| Io era tra’ suoi scolari piú diligenti, e quando c’era 155 13| colera aveva ripreso con piú di vigore. Ma avevo ben 156 13| agrodolci, e che dovevo essere piú buono, e fare a modo dello 157 13| accuse, mi chiudevo ancora piú in me, e non dicevo verbo, 158 13| dipingevo il suo nuovo stato coi piú bei colori. Ma non voleva 159 13| A Napoli non si poteva piú vivere, a Morra c’era da 160 14| Quel camerone oggi non v’è piú: se ne sarà cavato un par 161 14| senza dimani. Nei casi piú tristi si consolava dicendo: “ 162 14| Raccontava con molto sale le piú strane storielle della sua 163 14| Domenico, non mi ricordo piú il cognome; abitava in via 164 14| di circa due ore, tra le piú vive impazienze. “Che modo 165 14| l’avvocato? non ne voglio piú sapere”. E feci il giuramento 166 14| di Annibale, e non vidi piú in vita mia né processi, 167 14| sapore, e mi ci strinsi di piú, come a naturali compagni 168 14| ed egli affidava a me i piú ignoranti, a fine di scozzonarli, 169 14| perché la scuola non aveva piú con essi quell’aria di nuovo 170 14| serbati per sé i migliori e i piú anziani, ai quali dava lezione 171 14| non se la sarà dimenticata piú. Un “oh!” lungo e sgraziato 172 14| mani per incoraggiarmi, e piú di tutti il mio leccese, 173 14| maggiore ingegno e studiava piú, e io me ne promettevo molto 174 14| marchese si trovava allora nel piú alto della sua fortuna; 175 14| sulla pubblica opinione, e piú ancora la nomina del marchese 176 15| stizza e la vergogna, e piú ero stizzito io, piú loro 177 15| e piú ero stizzito io, piú loro erano impertinenti, 178 15| Rocchi, un povero prete piú che sessagenario, messo 179 15| sapevo perché, e m’irritavo piú. Quando io non capivo, facevo 180 15| sincerità, che quelli ridevano piú forte: i bricconcelli leggevano 181 15| cheti come olio, e talora i piú curiosi davano sulla voce 182 15| curiosi davano sulla voce ai piú impertinenti o distratti. 183 15| analisi, e uno degli esercizi piú cari ai giovani era, posta 184 15| delle idee, e le gradazioni piú delicate del pensiero, incarnato 185 15| Solevo scegliere i luoghi piú acconci a lusingare l’immaginazione, 186 15| grazia una mezz’oretta di piú, e gli alunni delle altre 187 15| stato sempre antipatico. I piú svelti facevano di bei lavoretti. 188 15| divenne cosí popolare, che i piú grandi, quelli dell’ultimo 189 15| giornale, non lo lasciavano piú. Io mi rodevo e dicevo tra 190 15| farlo venire in sé, guardai piú volte l’orologio, e una 191 15| pigliare il giornale; ma lui, piú lesto di me, disse: “Pardon”, 192 15| preferendo quella lettura, tanto piú gustosa quanto piú ritardata, 193 15| tanto piú gustosa quanto piú ritardata, all’adempimento 194 15| che non ci sarei capitato piú. Ma poi ci capitavo spesso; 195 15| capitavo spesso; la natura era piú forte dei giuramenti.~Quelle 196 15| musica. Bellini morto, era piú vivo che prima. Era il tempo 197 16| vico Nilo, ed è un termine piú presentabile. Del resto, 198 16| impiantò la scuola nel modo piú semplice: un tavolino nudo, 199 16| discreto numero di sedie piú o meno impagliate, e lunghe 200 16| medesimo di quella sala la piú bella decorazione.~Il mercoledí 201 16| familiare, e usava un po’ piú di riserbo nei modi e nelle 202 16| Talora venivano alcuni dei piú provetti suoi discepoli, 203 16| tra un cerchio dei giovani piú attenti, e si faceva la 204 16| fantasticare, e, non reggendo piú al gioco, mi veniva la distrazione; 205 16| rideva e non la finiva piú. Io era come un condannato 206 16| delicatezza, e non avrei osato mai piú di dire a taluno: “Andate 207 16| spalle e non ci pensate piú, e non mi fate la faccia 208 16| dava la giravolta; spesso piú ripensavo e piú mi si guastava 209 16| spesso piú ripensavo e piú mi si guastava il pensiero 210 16| pensiero o la frase; non vedevo piú la cosa, l’andavo cercando 211 16| cercando e non la trovavo, e piú mi si assottigliava il cervello, 212 16| assottigliava il cervello, e piú quella mi si oscurava. In 213 17| distrazione. Leggevo le pagine piú noiose come si fa d’un romanzo. 214 17| erano cacciate via dalle piú fresche, e le piú lontane 215 17| dalle piú fresche, e le piú lontane talora non mi apparivano 216 17| talora non mi apparivano piú che come un barlume.~Tutta 217 17| destò in me sul principio la piú viva curiosità; ma presto 218 17| concetti, non mi tenevo da piú di nessuno dei miei discepoli; 219 17| spirituale che non si ruppe mai piú, e che anche oggi m’intenerisce, 220 17| avea sempre ragione; e coi piú sottili argomenti dimostravo 221 17| andare su su dalle parti piú semplici verso il discorso, 222 17| abbozzata una volta, uno schizzo piú che un disegno finito, rimasto 223 17| molte osservazioni erano piú sottili che vere, se il 224 18| buona ora, e non la finivo piú, e mi ci scaldavo io, e 225 18| prima lettura non andai piú in del primo periodo 226 18| famiglia, e ci feci sopra le piú nuove e le piú sottili avvertenze, 227 18| sopra le piú nuove e le piú sottili avvertenze, indicando 228 18| drammatica. Un’impressione piú durevole forse fece la descrizione 229 18| benedetto libro non l’ho aperto piú dopo quel tempo, sono passati 230 18| Di rado davo un tema; il piú delle volte se lo sceglievano 231 18| anche oggi dalle scritture piú orribili me la soglio cavare. 232 18| Quello era l’esercizio piú utile. Posso dire che s’ 233 18| Posso dire che s’imparava piú a quel modo che con tante 234 19| stancai e non gli parlavo piú. Quel mio silenzio mi pareva 235 19| lui parve, non sentendo piú i miei rimproveri, d’essere 236 19| peso, e s’indurí e si senti piú libero. Io che non gli vedevo 237 19| calmarmi, chiamandomi coi piú dolci nomi, e pigliandomi 238 19| puntura cosí acerba. Quanto piú alto e puro era il mio ideale 239 19| vita, tanto mi appariva piú riprovevole quella condotta.~ 240 19| cominciato, non finivo piú che non finisse il libro. 241 19| un romanzo funebre. Lessi piú volte la descrizione del 242 19| sottile morivano per lo piú i giovani e le ragazze, 243 19| di medicina”. Mi confortò piú quel riso che quelle parole, 244 19| pareva vero di non dover piú incontrare per via quel 245 19| il braccio si piegava, e piú ci poneva forza e meno mi 246 20| irrequieto nella condotta, piú del brillante che del sodo, 247 20| Ci vedevo uno dei miei piú cari ideali, la concordia 248 20| strano. E mi parve anche piú strano quell’antipatico 249 20| cerchia assai ristretta. I piú non ci pensavano e badavano 250 20| la voce si faceva un po’ piú alta. Io per esempio ero 251 20| pensava per parentesi, e piú o meno, secondo i casi e 252 21| immersi subito nelle quistioni piú delicate di quel tempo. 253 21| a quel tribunale; stavo piú volentieri col Torto e diritto 254 21| precisione. Volgendo l’attenzione piú al contenuto che alla forma, 255 21| a preferire non la frase piú pura, ma la frase piú propria 256 21| frase piú pura, ma la frase piú propria e piú esatta, che 257 21| ma la frase piú propria e piú esatta, che fosse, come 258 21| glorificava il vero purismo. Cosí piú tardi ci furono anche i 259 21| quello che si potea dire al piú degli ultra-puristi o falsi 260 21| del marchese non era quasi piú altro che una conversazione 261 21| discepolo tra discepoli, e dei piú umili. Il marchese, nelle 262 21| distinguo, non ci crede piú”. Poi fece una lezione a 263 21| nostra lingua è copiosissima piú che ogni altra di vocaboli 264 21| dire, e si vuole scerre il piú bel fiore, e gittar via 265 21| componimento da criticare, sentivo piú diletto e piú sicurezza 266 21| criticare, sentivo piú diletto e piú sicurezza che nelle astrazioni, 267 21| ma dei pensieri. Venuto piú tranquillo, m’intenerii 268 21| per iscritto i concetti piú importanti delle mie lezioni. 269 21| parlando, mi rivenivano, ma con piú luce e piú energia. Quel 270 21| rivenivano, ma con piú luce e piú energia. Quel sunto mi è 271 22| prendere un boccon d’aria, non piú che un’oretta. Mi è parso 272 22| niente. Qui ho abitato, piú di trent’anni or sono”. “ 273 22| stagnavo come in una palude. Piú era lo sforzo, e piú m’ingarbugliavo 274 22| palude. Piú era lo sforzo, e piú m’ingarbugliavo e non facevo 275 22| giú cosí all’improvviso; piú volte mi erano passate per 276 22| nelle stanze, e i punti piú belli della lezione mi tornavano 277 22| quella stella che luce piú”. E in tuono di vezzosa 278 22| progresso; non si stava piú alla lingua e alla grammatica; 279 22| voleva stringere un po’ piú le cose. “Sono stanca, – 280 22| vigliettino: “Carino. Con un po’ piú di pazienza e di garbo ti 281 23| guarito, perché non guardavo piú al balcone, e rimandavo 282 23| persuase, e non la vidi piú.~La nuova casa era nel larghetto 283 23| a San Paolo. Mi parve la piú bella casa che uomo potesse 284 23| quelli che vi rimanevano piú di un anno, e avvenne che 285 23| curiosità, non se ne partí piú, e pigliava un gran gusto 286 23| ascendente, che non fiatò piú e stava cheto e attentissimo. 287 23| stile. Secondo che andavo piú innanzi, piú ci vedevo chiaro, 288 23| che andavo piú innanzi, piú ci vedevo chiaro, e piú 289 23| piú ci vedevo chiaro, e piú stavo saldo in questa idea. 290 23| intendevo per cosa quello che piú tardi ho chiamato l’argomento 291 23| esagerazione, il meno o il piú del vero, ciò ch’era proprio 292 23| bocca chiusa, e lei senza piú mi si mise sotto il braccio. 293 23| siate buono; avete fatto il piú, fate il meno, solo pochi 294 24| pagava dodici ducati al mese. Piú tardi capitò un greco, certo 295 24| guardai a spese. Gli diedi la piú bella stanza e provvidi 296 24| ben venuto e furono tra i piú studiosi. Questa eletta 297 24| e nella critica. Non era piú quistione solo di lingua 298 24| esaminato non solo in sé, ma piú in relazione all’argomento. 299 24| cattivo. Nei giudizi il piú indulgente ero io, che trovavo 300 24| trovavo sempre nei lavori piú mediocri qualche pregio, 301 24| condanna. Questo mi rendeva piú preziosa la loro approvazione, 302 24| e questo avveniva per lo piú con frequenti richiami da 303 24| due che avevano acquistato piú autorità erano Magliani 304 24| che non l’ho dimenticato piú. Quando finí, gli fummo 305 24| che gli amicava anche i piú rozzi. Partecipe a tutti 306 24| tutti i sollazzi giovanili, piú per compiacenza che per 307 24| Questo ingentiliva gli animi piú zotici, e li disponeva a 308 24| pizzico. E non avvenne mai piú cosa simile.~In mezzo a 309 24| ora”, mostrando loro un piú alto segno. Dicevo che il 310 24| acqueta mai, e poggia sempre piú alto. Questo teneva in moto 311 24| sentito, voi non descriverete piú battaglie, assedi, tempeste, 312 24| cimiteri, e non scriverete piú lettere di complimenti, 313 24| sulla vita comune. L’esempio piú puro e piú attraente era 314 24| comune. L’esempio piú puro e piú attraente era Camillo De 315 25| superficialità nelle cose sono i due piú gravi indizi di decadenza 316 25| In Italia l’espressione piú piccante di questa decadenza 317 25| qual vizio io chiamai la piú grave malattia dell’intelletto, 318 25| inarrivabile, ma ancora e piú l’educazione dello spirito 319 25| limitatamente anche nei piú grandi. Ricordandomi certi 320 25| i punti che mi parevano piú interessanti, e dai quali 321 25| ruminata e studiata nei piú piccoli particolari, rimaneva 322 25| amicizie e si formano le piú nobili qualità dell’anima, 323 25| nobili qualità dell’anima, le piú alte aspirazioni, il culto 324 25| pesante e pedante, spesso piú acuto che vero. Della metrica 325 25| poeta. Colui era un fabbro piú o meno perito, non un artista. 326 25| arricchendosi, va sempre piú rompendo i suoi nativi confini, 327 25| confini, e si va sempre piú accostando alle forme popolari 328 25| modo la poesia produce con piú libertà nelle sue forme, 329 25| quale mi studiai di dare le piú precise determinazioni alle 330 25| i pensieri, i versi che piú facevano impressione. “Notate 331 26| un discorso che non trovo piú fra le mie carte. Il sugo 332 26| sociali a cui salgono i piú degni, dei quali gli altri 333 26| perché Giambattista Vico era piú ammirato che studiato. Io 334 26| sentimento morale nel suo senso piú elevato. Staccare l’uomo 335 26| accorgevano, sapevano che a me era piú grato il loro raccoglimento 336 26| mia anima, e rassomigliava piú a una chiesa che a un teatro.~ 337 26| prima grandezza, disposti piú all’ammirazione che al biasimo. 338 26| ammirazione, e parvero i monumenti piú importanti della nostra 339 26| che non mi sfuggivano le piú lievi gradazioni del pensiero 340 26| la voce insinuante, fatta piú alla dolcezza che all’energia, 341 26| mostrava il valore del giovane piú che qualunque esame, ciò 342 26| ripercoteva nella memoria per piú d’un giorno, e i piú bei 343 26| per piú d’un giorno, e i piú bei luoghi mi giravano per 344 26| sulla forosetta, e ancora piú la canzone sulla Mandetta, 345 26| di dolcezza e di grazia; piú che poeta, io lo chiamai 346 26| sentimenti. Ciò piacque molto; ma piú tardi mi parve un romanzo 347 26| romanzo e non ci pensai piú. Venendo ai nostri tempi, 348 26| Manzoni cosa letteraria, eco piú del talento individuale 349 26| genere si poteva chiamare il piú grande monumento della nostra 350 26| una lezione che destò la piú viva impressione, e gli 351 26| quelli, che non ho ritrovati piú.~Leopardi era il nostro 352 26| giudicai voce del secolo piú che interprete del sentimento 353 26| modo nella forma, che solo piú tardi un’acuta riflessione 354 26| nella fantasia, genera le piú amabili creature poetiche. 355 26| creature poetiche. Le sue piú belle poesie sono quelle 356 26| avevo modo di scendere nei piú fini particolari della composizione 357 26| maestro Cinque. Non sapevo piú del walzer tedesco; le 358 26| motteggi m’impacciavano di piú.~Si danzava quasi sempre 359 26| non mi avrebbe lasciato piú quieto. Avrei potuto accopparlo, 360 26| permesso non si sarebbe parlato piú. Poi in tuono paterno aggiunse: “ 361 26| passato non ci si pensa piú”. La parte d’uomo di spirito 362 26| riso leggero non le veniva piú. Cercammo rianimarci l’uno 363 26| usciva fredda. E non la vidi piú. Verso la fine dell’anno, 364 26| ducati tentatori, mi sentii piú ricco. Rimaneva don Raffaele, 365 26| società elegante, stavo piú volentieri a guardare le 366 26| rimasta impressa, e per piú tempo sono andato raccontando 367 27| traduzione era scelta per lo piú come la migliore, sulla 368 27| marchese, ed era il suo piú fido interprete presso i 369 27| tutto pavoneggiandosi; e piú prendeva il tuono solenne 370 27| prendeva il tuono solenne e piú ci metteva d’enfasi, e tanto 371 27| metteva d’enfasi, e tanto piú erano romorose le risa. 372 27| tutto rosso dalla stizza, e piú s’incolleriva lui, e piú 373 27| piú s’incolleriva lui, e piú si rallegravano gli altri. 374 27| grave, e domandai ad uno dei piú allegri il suo giudizio. 375 27| libertà, umanità, tutti i piú alti ideali che mi brillavano 376 27| cader l’uso, e non si parlò piú di Eletti. “Ed eccoci in 377 27| tribunale a far liti, il piú spesso per conto proprio. 378 27| liti, e non mi lasciava piú, capacissimo di prendermi 379 27| Giammaria, che teneva uno dei piú alti posti in magistratura, 380 27| altro affare; ma non c’entro piú io. Però, se il vostro cuore 381 27| Niente, niente”, diss’io, piú confuso e piú rosso a quelle 382 27| diss’io, piú confuso e piú rosso a quelle parole. Don 383 27| conclusione. Io non risposi piú. Andai ancora un pezzo in 384 27| accuratezza quei luoghi che piú mi parevano dover dare nel 385 27| secoli non solleticavano piú, e la gioventú si gittava 386 27| focaccia, e covriva de’ piú curiosi epiteti questi letteratucoli. 387 27| scolari. Non posso riafferrare piú le mie impressioni. Rammento 388 27| scuola del Puoti. Per lo piú le novelle erano fatte sullo 389 27| cuore umano, per guardare piú addentro. Ma nella mia scuola 390 27| Il marchese non ci vide piú. “Lord Byron? E voi leggete 391 27| degna loro stanza”. Ciò che piú gli spiaceva ne’ romantici, 392 27| lui stavano riverenti i piú colti e stimati uomini della 393 27| radici fino nei seminari piú ritrosi. Mi ricordo il seminario 394 27| testo erano sparsi nelle piú lontane scuole. Ultimamente 395 28| Basilio Puoti c’era divenuta piú veneranda, appunto per le 396 28| conclusione fu che ci demmo con piú ardore agli studi, cercando 397 28| allora si parlava molto piú con presunzione che con 398 28| esse astrazioni. Le regole piú importanti non sono le generalità, 399 28| falso. Gli Dei non esistono piú innanzi alla nostra coscienza, 400 28| ero cresciuto. Lascio le piú dozzinali e pedantesche, 401 28| studi scolastici. Pochi anni piú tardi ero pieno di molte 402 28| scuola del Puoti, e ancora piú nelle rettoriche e poetiche 403 28| marchese, ma ne’ quali sentivo piú piacere che in que’ faticosi 404 28| naturale del mio spirito, e piú che altro la mia abitudine 405 28| trovai garbo e buon senso piú che in nessun altro nostro 406 28| Debbo al Galilei un concetto piú sano e piú preciso dello 407 28| Galilei un concetto piú sano e piú preciso dello scrivere poetico.~ 408 28| alcuni di essi, stimati piú belli. Dante era poco meno 409 28| C’era meno presunzione e piú studio.~Quelle generalità 410 28| guardavano nella poesia le forme piú grossolane, questi le sottraevano 411 28| Come l’uomo è l’ultima e piú progredita forma della serie 412 28| giudicando io Virgilio come il piú grande stilista dell’antichità. 413 28| della storia del mondo, e piú particolarmente italiana 414 28| combattendo i metodi de’ piú celebri comentatori, che 415 28| osservazioni che non dimenticai piú, e furono la base sulla 416 28| pluralità di azioni, che a’ piú sembrava un peccato mortale. 417 28| letture io ero minuto ne’ piú delicati particolari dello 418 28| perché pareva che dalle piú alte contemplazioni scendessi 419 28| contemplazioni scendessi nelle piú umili sfere. La verità è 420 28| m’ingegnavo d’accostarmi piú a loro, di dir cose che 421 28| materia; l’aspirazione a forme piú elevate e piú musicali, 422 28| aspirazione a forme piú elevate e piú musicali, sino al puro sentimento. 423 28| Ariosto corretto e regolare, piú conforme alle leggi del 424 28| punito, perché trovò critici piú severi di lui, che accusarono 425 28| cavalleria, per ridurle piú vicine al probabile, immeschiní 426 28| la materia, senza farla piú corretta. Cosí avvenne che 427 28| critico. Volendo accostarsi piú al verosimile e allo storico, 428 28| profane, ch’erano la parte piú geniale del poema. Seguendo 429 28| immaginazione e sensibilità, dotato piú di dolcezza che di forza, 430 28| contenuto. Quando, in età piú matura, volle porvi rimedio, 431 28| ispirazione cristiana la parte piú eletta del suo poema: il 432 28| Poliziano e dell’Ariosto, è però piú nutrita e s’imprime piú 433 28| piú nutrita e s’imprime piú facilmente nella memoria.


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