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Francesco De Sanctis
La giovinezza

IntraText - Concordanze

(Hapax - parole che occorrono una sola volta)


1-attac | attec-chiam | chiar-deter | detta-figur | fil-incon | incor-mando | maneg-parte | parti-racca | racco-sbada | sbagl-sping | spino-valor | vania-zucch

     Capitolo
1005 11| Griselda del Boccaccio, e le “Chiare, fresche e dolci acque”, 1006 10| A me quei divertimenti chiassosi non garbavano. Uscii verso 1007 10| come una balla. Sentimmo chiavare l’uscio con molto fracasso. 1008 24| dicevo che la dignità era la chiave della vita. Contravveniva 1009 21| giovanotto, vuoi forse ch’io ti chieda perdono?” Mi scappò una 1010 10| mandare alle famiglie, e chieder nuovo danaro. Quando scendevamo 1011 20| a piè del suo letto, e chiedergli perdono. Ricordavo la sua 1012 13| tornarono alla carica e chiedevano la loro porzione. e no; 1013 10| Quanti libri di zoologia, di chimica, di geologia, di medicina 1014 19| sui libri. Quel frequente chinarsi del petto e del capo mi 1015 12| dava salti, tirava calci, chinava le gambe e il collo, e io 1016 14| mentre io stavo a capo chino sopra un Cinonio, che fin 1017 11| finale; una descrizione della chiocciola di Daniello Bartoli, per 1018 19| elegante mingherlino, ben chiomato, ben vestito, di faccia 1019 15| vero maestro dee far le chiose al libro. Mi sono spiegato?” “ 1020 22| don Vincenzo, un giovane chirurgo che mi faceva l’amico, e 1021 28| chiarezza riflessa nel Don Chisciotte. Notai infine l’inesauribile 1022 12| conchiudevano che bisognava chiudersi e non lasciare piú entrare 1023 13| venissero le accuse, mi chiudevo ancora piú in me, e non 1024 21| tutte queste teorie che sono cianciafruscole, e batti al sodo: lettura 1025 28| barbaro, e Lope de Vega per un ciarlone. Rousseau e Voltaire erano 1026 21| confuso. Pensavo che qualche cicalone gli aveva dovuto travisare 1027 3 | e ne ho ancora oggi la cicatrice. Per fin anno non bevvi 1028 28| poesie hanno le loro fonti in cicli poetici anteriori, perché 1029 28| Suppone anche tutto un ciclo di poesie anteriori, una 1030 1 | a nascondersi, a gatta cieca. Io nella lotta usava una 1031 21| e non mette le parole in cima al pensiero, e non imita 1032 24| assedi, tempeste, tombe e cimiteri, e non scriverete piú lettere 1033 12| e m’invitarono a bere, e cioncai e giocai con loro, e non 1034 10| famiglia; e un po’ di moneta circolava, appariva e spariva; l’ingordigia 1035 28| competenza. Questi libri circolavano nella scuola; se li prestavano, 1036 28| insieme, e lo paragonavo a un circolo, dove la concentrazione 1037 20| cominciavano a ripulirsi e a circondarsi di un’aureola innanzi alla 1038 8 | per me gli Dei maggiori, circondati dalla turba delle minori 1039 23| sua volta un protagonista, circondato e illuminato da idee necessarie 1040 21| riempiture, le perifrasi, le circonlocuzioni, le parentesi, i lunghi 1041 25| né una scienza sola, per circoscritta che sia. Ogni anno si allarga 1042 24| Francesco Saverio Arabia, Cirillo di Trani, Paolo Kangian; 1043 6 | piena di rughe, gli occhi cisposi, e le labbra grosse e bavose. 1044 28| elaborazione de’ secoli. Citavo il motto del mio caro Leibnizio, 1045 7 | argomenti, e per copia di citazioni, frutto della mia immensa 1046 22| mostrare ch’era un bon omo e cittadino probo e un gran cuore, ma 1047 18| tornava a casa carico come un ciuco. Il appresso mi levavo 1048 22| ingiallita, d’aspetto volgare e civettuolo, sul balcone dove io 1049 13| Non posso resistere al clamore dei miei figli, ai quali 1050 12| svegliavo con grida e con pianti clamorosi, e lei veniva e mi toglieva 1051 27| divenne intollerante nel suo classicismo.~Allora, vietata la politica, 1052 17| quello stampo tutto suo di classicità ideale. Ivi io me la prendo 1053 27| era un genere favorito, classico significava pedante. E cosí 1054 28| centri di civiltà. Cosí classificai Omero, Virgilio, Dante, 1055 26| storia intima del poeta e una classificazione delle poesie, secondo lo 1056 9 | innanzi con gli anni, e la clientela era scarsa. Aveva una cert’ 1057 26| il popolo ebreo, nel suo clima fisico e morale. Tale lirica 1058 3 | fiore: purganti, salassi, clisteri, vomitivi e digiuni. Un 1059 15| morte di Ettore, Egisto e Clitennestra, Ifigenia, Lucrezia e Virginia, 1060 27| pullulati come vermi dalle cloache, degna loro stanza”. Ciò 1061 28| di Sofronia, la morte di Clorinda, e un cotal poco anche il 1062 12| già in via. “Ferma, ferma, cocchiere!” Fermò, e io mi gettai 1063 14| valido appoggio presso al re, Cocle e Delcarretto. Il marchese, 1064 28| illusione di posatezza e coerenza scientifica. Il marchese 1065 26| il critico e il filosofo coesistono nella mente, accanto al 1066 10| classi superiori. Erano miei coetanei, e ci capivamo meglio. Posi 1067 27| il loro amico e il loro coetaneo, e mi amavano perché sentivano 1068 11| entusiasmo mi rendevano atto a cogliere le piú delicate gradazioni 1069 17| arte dello scrivere; niuna cognizione de’ nobili nostri scrittori; 1070 7 | Galluppi e dell’abate Ottavio Colecchi, dei quali l’uno volgarizzava 1071 | coll’ 1072 26| lirica amorosa, uso com’ero a collaborare coi giovani, feci fare parecchie 1073 25| la gioventú, e farla sua collaboratrice. È in questo lavoro di tutti 1074 26| detti generi di letteratura, collegandoli con quella parte della rettorica 1075 20| primeggiavano Guizot e Thiers, collegati di occasione. Quelle giostre 1076 21| marchese, nelle sue maggiori collere, non osava mai investirmi 1077 20| nominavano Pepe, Carascosa, Colletta. Quando Giuseppe Poerio, 1078 7 | Digesto, come una bella collezione di massime e di sentenze, 1079 25| orizzonte proprio, nel quale colloca le cose divenute sua proprietà, 1080 18| anche il perché del loro collocamento. Spesso tiravo fuori il 1081 3 | rinforzo.~Un giorno stavo collocato vicino al padre di un pensionista, 1082 12| e parevo fin ebbro, come Colombo per le vie di Madrid, quando 1083 23| dirimpetto al Falconieri e al De Colonia. Io mi divertivo a sue spese. 1084 22| quella sera le condensai, le colorii, fui eloquente. E quella 1085 24| giovane autore, con uno stile colorito e pittoresco, ci mostrò 1086 | coloro 1087 11| erano sopra di lui. Quel colosso della nostra immaginazione 1088 26| amico Guido Cavalcanti, e ci colpí non la vantata canzone sull’ 1089 12| Le immaginazioni furono colpite; la paura rendeva irresistibile 1090 2 | potessi digerire.~Ciò che mi colpiva in queste letture e restava 1091 8 | come avessi ricevuto un colpo di pugnale, e non ci andai 1092 18| padella in cucina”, e tutti colsero il garbo e la bonomia che 1093 26| credería?, tornai ad Agnese. Colsi il pretesto che sua mamma 1094 27| stavano riverenti i piú colti e stimati uomini della città: 1095 14| affitto superbo, e non volevo comandare a nessuno; anzi stavo contento, 1096 4 | sorella ed era l’anima mia. Mi comandava con l’occhio dolce. E cantava 1097 2 | tutto allo zio, il quale comandò fossi condotto innanzi a 1098 12| molti baciozzi di zie e di comari. Il discorso si oscurò subito, 1099 28| sentimento. Mi preparai la via, combattendo i metodi de’ piú celebri 1100 9 | parevi dovesse significare combattere, battagliare, disputare 1101 20| ministro e viene nella Camera a combatterlo! Ben fece Berryer ad accopparlo”.~ 1102 10| provenisse da debolezza. Poi combatteva questa dottrina, e parlava 1103 28| di Astolfo alla luna, il combattimento di Biserta, Olimpia e Bireno, 1104 27| degli studi. Egli aveva combattuto quella peste di oltralpe, 1105 15| che, quelli venivano da combinazioni esterne, superficiali e 1106 28| i metodi de’ piú celebri comentatori, che andavano a caccia di 1107 26| pronunziare, e il fatto comincia nei fanciulli, che imparano 1108 28| paggio ucciso; Argante, cominciando il duello, guarda a Gerusalemme 1109 27| la curiosità. Una, sera, cominciata già la lezione, entrava 1110 7 | faceva terrore. Lessi molti commentatori francesi allora in fama, 1111 10| me, che faceva con que’ commenti improvvisati opera sottile 1112 10| Padovano, un riputato avvocato commerciale. E io rimasi in casa, 1113 10| spedizioniere di una casa di commercio. Mi davano trenta carlini 1114 28| e mostrai l’intima sua commessura col poema, indicando la 1115 12| permettere che prendessi commiato dal figlio; egli non disse 1116 27| lagnanze, dicendo con voce commossa che l’era un fatto grave, 1117 28| anche delicati di Ettore, e commossi la scuola leggendo il famoso 1118 21| una lacrima, e lo guardai commosso. Poi, con la mia schiettezza, 1119 15| qualche lettura piacevole o commovente, e allora stavano cheti 1120 2 | Ciò che c’entrava e mi commoveva molto era il dramma in se 1121 4 | materia, mi percotevano e mi commovevano. Quando Young lamentava 1122 12| cielo; la voce tremava di commozione; talora nella declamazione 1123 8 | finestra, poco discosto dal comò. In fondo era un letto molto 1124 5 | esuli. Tornarono i miei compaesani, e videro zio Carlo, e molte 1125 10| premura diedi al mio bravo compaesano, chi lo sa?, due piastre, 1126 23| La chiarezza ha per sua compagna la semplicità, che è la 1127 26| erudizione classica niente comparabile a quella grandezza. Portai 1128 17| ragionate, filosofiche e comparate. Quei cinquecentisti mi 1129 22| stella, ~Ch’è la primma a comparé. ~Avrei voluto darle un 1130 15| occhiali ci stavano per comparsa.~Però, passata la prima 1131 2 | presa in mano una squadra da compasso, assaliva vigorosamente 1132 18| loro qualcosa, o biasimo o compatimento o lode, consegnando le carte. 1133 11| miei. C’erano dentro compendi di libri filosofici e legali, 1134 15| mia vita intellettuale si compendiava nel caffè del Gigante e 1135 27| mi brillavano innanzi, si compendiavano in quest’uno: piacere alla 1136 24| personale. In questa parola compendiavo tutta la moralità, e dicevo 1137 25| applauso, e io mi sentii compensato abbastanza dell’insuccesso.~ 1138 24| sollazzi giovanili, piú per compiacenza che per desiderio, aperto 1139 24| Parigi, veniva in Napoli per compiere i suoi studi, affidato alle 1140 8 | marchese era tutto intento a compilare una grammatica a uso dei 1141 17| corso che Condillac aveva compilato a uso di non so qual principe 1142 28| Escludevo che l’Iliade fosse compilazione di rapsodie, fatta da qualche 1143 28| serie cavalleresca. Chiamare compilazioni le ultime e grandi poesie, 1144 5 | Cinea. “Che farem noi?” “Compiremo gli studi, e poi eserciteremo 1145 15| mi pare quasi che stia compitando le lettere”. Altro che mezz’ 1146 26| imparano in modo cosí barbaro a compitare. Il marchese ci si arrabbiava. 1147 19| divisione nella famiglia era compiuta. Papà, sempre un po’ poeta, 1148 28| appunto per questo sono compiute persone poetiche, le quali 1149 6 | già i miei sedici anni. Compiuti erano gli studi letterarii 1150 21| sia che avessi qualche componimento da criticare, sentivo piú 1151 18| parola dicevo i derivati e i composti, i sensi antichi e nuovi, 1152 12| Porta Capuana. Mi avevo comprato una buona bottiglia di rum, 1153 2 | è nei nostri ginnasi, e comprendeva Grammatica, Rettorica, Poetica, 1154 21| estensione e traslati di comprensione. Io mi andava baloccando 1155 28| narrativo, sotto il quale compresi il poema epico e la leggenda, 1156 19| Le lacrime da lungo tempo compresse scoppiarono con abbondanza. 1157 11| entusiasmo che non giungeva a comunicare: c’era qui il riflesso e 1158 25| marchese; la mia natura poco comunicativa, anzi restia, me lo impediva. 1159 12| divenuto tutto ad un tratto comunicativo, ne presi il mio partito, 1160 12| campanelli che accompagnava le comunioni, pareva la campana dei morti; 1161 17| pensiero, il significato; quei conati dietro all’unità, cercando 1162 23| moltiplicavano. E quantunque io concedessi ingresso gratuito a tutti 1163 28| nelle condizioni in cui lo concepisce il poeta. Le rappresentazioni 1164 10| fanciullo. La natura non mi avea concessogarbo, né malizia. Parlavo 1165 26| dimostra l’eccellenza di quelle concezioni. Leopardi ha dovuto conquistarsi 1166 11| con una lettera villana, conchiudendo col minacciare. Rimasi attonito, 1167 12| i soprastanti del paese conchiudevano che bisognava chiudersi 1168 20| lo applaudirono molto, ma conchiusero contro, ciò che a me parve 1169 17| studi vecchi e nuovi, io conciavo pel delle feste i cinquecentisti, 1170 6 | meditativa, quel carattere conciliativo, punto dommatico, quell’ 1171 5 | la rivelazione. Come si conciliava tutto questo, non so; ma 1172 7 | Cicirelli. In verità, quella conciliazione pareva anche a me forzata; 1173 20| ci narrava spesso del De Conciliis, gloria, diceva, della nostra 1174 21| marchese, il “perché”, “conciossiaché”, “manifesta cosa è”; nelle 1175 2 | andavo innanzi con voce concitata e con gesti vivaci, come 1176 20| paragoni tra il suo fare concitato e la calma del Borelli, 1177 24| giovane bonario e affezionato, concittadino di Magliani. Da Molfetta 1178 27| preda ai fantasmi, e non conclusi nulla di nulla. La sera 1179 17| interessanti, ma niente di concorde e di sistematico. Quelle 1180 20| miei piú cari ideali, la concordia tra il fare, il dire e il 1181 21| che altri gli volesse fare concorrenza. Cusani, dato agli stessi 1182 9 | stimolò molto lo zio perché concorresse anche lui. Zio vi consentí 1183 9 | Università, e s’era aperto il concorso. Zio Pietro stimolò molto 1184 16| finiva piú. Io era come un condannato a morte, pallido, livido: 1185 22| capo, ma quella sera le condensai, le colorii, fui eloquente. 1186 26| nel cervello del poeta, condensate in sintesi gravide, solevo 1187 5 | era una cosa buona sino a Condiliac, ma non bisognava andare 1188 14| un allegro compagnone, e condiva la mensa con di bei motti 1189 13| chiedeva non belle frasi di condoglianza, ma soccorso di danaro. 1190 2 | il quale comandò fossi condotto innanzi a lui. Ma non ci 1191 10| dicevano: “Avanti, avanti”. Ci condussero in prefettura, e poi a Santa 1192 16| metteva tra quelle panche a confabulare, a interrogare, a spiegare; 1193 26| appiccicato il Bidera. Ci conferiva anche il gusto che mi si 1194 19| giorni, insino a che me ne confessai con l’antico medico di casa, 1195 5 | e non ebbi la forza di confessare la mia sconfitta, e inorpellai 1196 9 | sentivo piú messa, non mi confessavo piú. Tutto questo, stando 1197 25| serietà mi è mancata”. La mia confessione, fatta con tutta bonomia, 1198 25| sentimenti buoni e cattivi; siate confessori a voi stessi. Nessun uomo 1199 11| malattia dello zio, e non confidando in un giovinetto che aveva 1200 27| mettere da banda gli studi, e confidare nella onnipotenza del genio, 1201 14| Dopo pochi prendemmo confidenza, e ce lo menavamo a braccetto 1202 6 | tutti mi facevano le loro confidenze; guardavo stupido, come 1203 26| delle genti primitive, e si confonde con i tempi mitici ed epici. 1204 12| professore, per non lasciarsi confondere coi maestri di musica o 1205 24| buonissima voglia, senza confondermi con loro. Medicina efficace 1206 12| Gli opuscoli dei medici confondevano ancor piú le menti. Chi 1207 22| eccoci ora col lei. Tu mi confondi la grammatica, signor maestro!” 1208 9 | stanchissimo, e sentiva i conforti di D. Nicola del Buono che 1209 19| questi libri di medicina”. Mi confortò piú quel riso che quelle 1210 15| uditori. Sentivo in lui confusamente qualche cosa che rispondeva 1211 23| il prosaico, ecc. Queste confusioni e queste divisioni avevano 1212 28| sembrava un peccato mortale. Confutai le argomentazioni del Tasso 1213 27| di Luca suo fratello, in confutazione de Le ultime parole di un 1214 27| e non volli continuare, congedai tutti bruscamente. Se ne 1215 9 | scarseggiavano. Un bel giorno congedarono un maestro, e messero me 1216 27| sorriso pieno di bonomia, e mi congedò.~Me ne andai solo e correndo, 1217 7 | poco teneva dietro a quella congerie di regole e di fatti, di 1218 16| altissime, che pare ti si congiungano sul capo e ti rubino la 1219 12| e le due bestie parevano congiurate a farmi cascare. Spesso 1220 5 | baciavano; i giovani si congratulavano; i papà gli accarezzavano 1221 24| lettere di complimenti, di congratulazioni, di lode, voi, giovani sdegnosi 1222 9 | per forza la fede della congregazione, ci rendeva odiosa ogni 1223 21| potesse esservi gente di simil conio. Giunsi a casa, e mi gittai 1224 1 | c’insegnava a declinare e coniugare, ci dava le spalmate, e 1225 11| classica o rettorica, ma erano connaturati con lui, fatti sua carne 1226 26| abbia il suo valore nella connessione delle cause e degli effetti; 1227 28| dozzinali e pedantesche, che si connettono ai primi anni de’ miei studi 1228 11| profondo solco nell’anima mia.~Conobbi in quel torno un tale Ambrogio 1229 11| ricordo come ci vedemmo e conoscemmo; fatto è che nacque tra 1230 7 | frate secolarizzato, e suo conoscente, un tal Garzia. La scuola 1231 12| rappresentato sulle facce de’ conoscenti.~Le occupazioni mi erano 1232 5 | sensi acquistava tutte le conoscenze. Quel Bonnet me lo trascrissi 1233 26| parvero una rivelazione. Conoscevamo la Divina Commedia a menadito; 1234 6 | mio, con quale senso tu conosci Dio? Con la punta dei tuo 1235 17| scienza? Se allora avessi conosciuto Hegel, avrei battezzato 1236 15| facendosi piccino per meglio conquistare i suoi uditori. Sentivo 1237 26| concezioni. Leopardi ha dovuto conquistarsi lui il suo concetto, e si 1238 26| scuola del Puoti, e volli consacrare quella distinzione ufficialmente, 1239 9 | quale piaceva molto ch’io mi consacrassi alle lettere, e fin d’allora 1240 28| tutti i figli di Eva; la consacrazione del dolore e del sacrificio, 1241 27| senza uno scopo chiaro e consapevole. Quello star solo e concentrato 1242 28| nella persona poetica, senza consapevolezza del poeta. Dire che Achille 1243 18| biasimo o compatimento o lode, consegnando le carte. Poi prendevo i 1244 26| aristocrazia dell’ingegno. Per consenso tacito di tutti, i migliori 1245 9 | concorresse anche lui. Zio vi consentí a malincuore, e passò ore 1246 8 | dopo un par d’anni ci erano consentiti i cinquecentisti; i moderni 1247 22| giorni che i medici mi hanno consentito di prendere un boccon d’ 1248 5 | Montesquieu, non la sua.~Di conserva con la metafisica andava 1249 21| ma se l’uso si ostina a conservarne qualcuno, dobbiamo noi cozzare 1250 23| valore assoluto. Essa va considerata per rispetto a quello o 1251 25| cosí i versi non vanno considerati solo in se stessi, come 1252 28| in sé o astratto; ora io considerava la sua vita nelle forme 1253 15| buona”. Seguí snocciolandomi consigli buoni quanto inutili. La 1254 8 | spedito e semplice. “Ma in che consiste questa via di mezzo?” domandavano. 1255 8 | gl’imitatori. Quello stile consisteva in una certa scelta di parole 1256 27| Io usai parole dolci per consolarlo e fargli animo. L’abate 1257 5 | fece una carezza, come per consolarmi.~Quando fummo di ritorno 1258 6 | e c’erano le tre sorelle Consolazio, e parecchi compagni. Andammo 1259 14| piastre di argento, a gran consolazione della famiglia, e massime 1260 17| certo scambio di vocali o di consonanti, mi parevano un gioco di 1261 8 | autorità e il marchese mi consultava nelle cose della lingua 1262 21| mi tanta parte di me, consumata in quel tripudio di un cervello 1263 24| Si faceva del chiasso, si consumavano allegramente i cinquanta 1264 19| colà, osai dare alla mia contadinotta un’abbracciata. Consalvo 1265 5 | gusto, e talora non dormiva contando le ore, impaziente di trovarmi 1266 28| sempre il maestro, sempre in contatto codiscepoli, e in quelle 1267 15| Altro che mezz’ora! Io contavo i minuti, e mi pareva che 1268 28| una storia tradizionale, contemperata con l’atmosfera sociale 1269 26| astrazioni, può cavarlo di e contemplarlo nella sua purezza, questo 1270 28| pareva che dalle piú alte contemplazioni scendessi nelle piú umili 1271 11| metteva innanzi a tutti suoi contemporanei. Una sera, non so come, 1272 18| vivace gioventú non si poté contenere, e proruppe in applausi, 1273 27| una fiera noia, ma sapeva contenermi, e lui, immerso nelle sue 1274 8 | pigliarlo pel collare; ma si contenne, e gli fece un’ammonizione 1275 14| nostr’aria spensierata e contenta. Egli si mise per terzo, 1276 20| Peppe, e io mi rannicchiai contentone in uno stanzino oscuro. 1277 25| uomo fa senza del libro dei conti; oh come dee mancare il 1278 9 | sentir messa il appresso. Continuando il cammino col vago disegno 1279 22| fiera le faceva paura. Cosí continuarono le cose per parecchi mesi. 1280 22| braccio senza cerimonie, e mi contò la sua storiella di quei 1281 23| che in Napoli si chiama la controra. Io era volto verso 1282 26| tedesco; le chiamate della contraddanza poco mi volevano stare in 1283 7 | alzava la voce, e lui cosí contraddetto mi scaricò un pugno sulla 1284 11| imperatorio, non pativa contraddizioni. Se alcuno di noi giovani 1285 12| producevano sulle loro facce contraffatte dalla paura. Sentivo talora 1286 23| preso un’abitudine affatto contraria, ché non vedevo le forme, 1287 17| principii opposti; opinioni contrarie”. Io avevo l’aria di voler 1288 27| vista di quei lineamenti contratti, temevamo di recargli offesa. 1289 24| era la chiave della vita. Contravveniva alla dignità la menzogna, 1290 20| dello spirito. Ci aveva contribuito il ministero Thiers, dal 1291 19| mal sottile. Il fatto mi contristò assai. Non mi pareva vero 1292 20| spiacque la cosa, e fece un contro-testamento, nel quale lasciò tutto 1293 6 | io con maggior veemenza controbatteva, incoraggiato dal manifesto 1294 10| Bufalini e di stimolo e di controstimolo. Ci parlava di tempi nei 1295 28| Gerusalemme conquistata. La controversia s’infuocò, e finí con un 1296 28| veneranda, appunto per le basse contumelie di cui era fatto segno.~ 1297 23| eleganza, la quale perciò non è convenevole, quando non sia richiesta 1298 24| che chiamano cerimonia e convenevoli. No: preparatevi a scrivere 1299 22| Vittorio Emanuele. Giunto al convento dei Pasqualini, dov’ero 1300 14| fratello Vito, come s’era convenuto. Ma se a Morra ero un ricco, 1301 5 | non a sentir versi, ma a conversare e a manicare, e non osavano 1302 24| Nondimeno gli volevano bene, conversavano volentieri con lui, e lo 1303 21| il marchese parlava a un convertito. Cosí camminavo e fantasticavo; 1304 2 | per Pompeo, la quale si convertiva in altrettanto odio contro 1305 22| schizzinosa e fingea le convulsioni, con la bava sulle labbra. 1306 15| categorizzando, subordinando e coordinando tutto. Mi ricordai i metodi 1307 27| Principe. Queste letture, coordinate con letture mie e con mie 1308 23| espresse. In questa guisa coordinavo insieme, sulla stessa base, 1309 20| sentimento letterario, ch’era coperchio ai racconti del Ventuno 1310 10| ridevano alla mia anima si copersero di nuvole. Il presente era 1311 23| nel mezzo una gran tavola coperta di marmo, con sopra libri 1312 23| alla meglio con lunghi sofà coperti di tela bianca. C’era nel 1313 19| sedia, sopra un terrazzino coperto, onde si vedeva un bel cielo 1314 14| e io abbassai il capo e copiai. Uscii invelenito. Mi tenevo 1315 27| E voi, signor Magliani, copiate lord Byron?” Magliani si 1316 8 | chiacchierava, si leggeva, si copiava, si correggeva errori di 1317 23| con esempli e applicazioni copiose, quasi sempre nuove. A me 1318 17| erano studiosi della lingua, copiosi di regole e di esempli, 1319 21| lingua; la nostra lingua è copiosissima piú che ogni altra di vocaboli 1320 14| copiare. “Ma io non sono un copista”, dissi, mutando colore. 1321 3 | con un fazzoletto che gli copriva la faccia. Nella stanza 1322 27| ma ancora come un’azione coraggiosa. Comparivano certe leggende 1323 2 | bellezze. Io era come una corda che suonava al tocco delle 1324 6 | Danton, Robespierre, Carlotta Corday, e poi venne Napoleone. 1325 26| Ci separammo con segni di cordiale amicizia: che infine quel 1326 22| di notte. Zio Peppe s’era coricato e russava potentemente. 1327 5 | problemi, di scolii e di corollarii, di sillogismi, entimemi, 1328 26| composizione e dello stile.~Coronammo quelle lezioni con un pio 1329 10| epigrafi, quelle ceneri coronate, quegli Adami rabuffati, 1330 26| bicchiere di malaga che coronava il pranzo, una cattiva malaga 1331 20| la sua sessantina: alto e corputo, quasi gigantesco, e quando 1332 6 | digeriti. Questo era il mio corredo di erudizione filosofica 1333 1 | qualche rottura, e la nonna a correrci dietro, e ci strillava e 1334 28| regole eterne dell’arte. Non corresse, ischeletrí il poema.~Il 1335 28| materia, senza farla piú corretta. Cosí avvenne che parecchi 1336 8 | Giovannino ed io divenimmo correttori di stampe. Io me ne tenevo, 1337 13| il taciturno. Teneva corrispondenza epistolare una volta per 1338 17| questa tendenza filosofica, corroborata da studi vecchi e nuovi, 1339 21| arricchir la lingua senza corromperla, dove i puristi pretendevano 1340 27| sviavano da’ forti studi corrompevano il gusto e il cuore. Non 1341 5 | scolastici, come Storchenau, Corsini; c’era anche una metafisica 1342 10| studiare il maiuscolo e il corsivo, il francese e l’inglese.~ 1343 26| quali gli altri sono come il corteggio ed il coro. Potevo temere 1344 26| dei sommi, scompagnati dal corteo dei mediocri, è come concepire 1345 11| Pure quel suo contegno piú cortese che affettuoso mi rendeva 1346 14| vecchio stampo, di modi cortesissimi, e leale sotto apparenze 1347 10| leggendo il Galateo ed il Cortigiano, e vago sempre di fatti 1348 27| che seppi essere il barone Corvo, assisteva alle mie lezioni, 1349 28| da me. Notai il carattere cosmopolitico, universale, cattolico della 1350 15| tanto curioso: quel gran coso su quel volto scarno e pallido. 1351 20| ambasciatore a Londra, e costui cospira contro il suo ministro e 1352 15| ci sono i soffioni che cospirano contro il marchese Puoti, 1353 11| Gargallo, il padre Cesari, il Costa e sopra tutti essi Pietro 1354 26| sublimità. Il Casa e il Costanzo erano lumi del Parnaso. 1355 26| indicando la spesa che mi costava il greco. Mi portai da fanciullo, 1356 19| seppe dirmi niente. Tornai costernato. Passai la sera in casa 1357 3 | ricorrevano al sale inglese, a costo di, vedermi scoppiare. Di 1358 25| La lezione che ieri mi costò molta fatica, ma non fu 1359 15| Poliorami” e “Strenne”; le menti costrette in piccol cerchio impiccolivano 1360 28| i tipi e le idee, perché costruiva una scienza della storia; 1361 11| questa o quella parola o costrutto non è alcuno esempio negli 1362 8 | suoi giri di frasi, certe costruzioni convenzionali, e avevo imparato 1363 | cotesto 1364 20| lo creava un furbo di tre cotte. Pure, dentro di me era 1365 10| maestro Nicola d’Andria e di Cotugno e di Bufalini e di stimolo 1366 21| muso arcigno. “Tempesta ci cova”, pensai io, e salutai. 1367 8 | una lunga tavola in fondo, coverta di un tappeto verde screziato 1368 22| stanze terrene, simili a covili: un putridume. Le vedo imbiancate, 1369 6 | Porta di Massa in un certo covo puzzolente, dov’era buon 1370 27| rendeva pan per focaccia, e covriva de’ piú curiosi epiteti 1371 21| conservarne qualcuno, dobbiamo noi cozzare contro l’uso?” Questo linguaggio, 1372 26| contemplazione delle cose create si argomenta la potenza 1373 26| potenza e la grandezza del Creatore; e qualche Treno di Geremia. 1374 26| fantasia, genera le piú amabili creature poetiche. Le sue piú belle 1375 5 | elementi e assistere alla creazione. Il professore si studiava 1376 28| poesie, solo perché non sono creazioni miracolose, ma produzioni 1377 7 | gittava per terra tutte le credenze, e diceva la sua con un 1378 27| del mio amore, finii col crederci anch’io, e mi trovai innamorato 1379 26| testa anche a me, e, chi il credería?, tornai ad Agnese. Colsi 1380 8 | letto. Io voleva ch’egli credesse alla mia parola; e quando 1381 25| Anche un cinquecentista credette di potere insegnare a scrivere 1382 25| la spiegazione. Voi non credevate alla mia competenza, e io 1383 8 | italiano”, disse lui. “E credi tu ch’io debba ancora imparare 1384 27| banche, le cambiali, il credito sono diavolerie ch’essi 1385 26| quegli mi sfuggiva come un creditore. Mutai la servitú, ch’era 1386 12| alle loro cure. C’erano i creduli, che narravano cure miracolose; 1387 25| restia, me lo impediva. Credulo nella sincerità degli altri, 1388 15| vecchi negozianti mi facevano crepare di rabbia con la loro flemma. 1389 17| decimottavo, con un segreto che mi cresceva l’appetito, vedendomi sempre 1390 13| passava il tempo, e i bisogni crescevano e i cuori s’indurivano.~ 1391 10| ogni virtú. Finivo mezzo cretino, inetto a capire un libro, 1392 2 | Storia Romana di Rollin e di Crévier, – disse lui, – ma non la 1393 10| vi metterò giú giú, nel criminale, e v’insegnerò io l’educazione”. 1394 28| a far sue tutte le idee cristiane, la cui nozione fondamentale 1395 28| Abbattutosi in quel contenuto cristiano, ebbe poca virtú di trasfondersi 1396 21| qualche componimento da criticare, sentivo piú diletto e piú 1397 5 | sdrucciolava fra tutti i crocchi, dispensando sorrisi e strette 1398 6 | affezione. Giungemmo alle Croci, che è un piccolo monte, 1399 10| io. Avevo la faccia di un crocifisso. E andai oltre, studiando 1400 10| grana che mi trovai, e lui crollando il capo e protendendo le 1401 22| faccende. Scorsi tutta la sua Cronaca, pigliando di qua e di , 1402 13| essere stato un fanciullo crudele.~Giovannino andò in casa 1403 16| non ho che fare”. E mi si cuciva ai panni, e parlava parlava, 1404 9 | sanguisughe e digiuni e cuffia di ghiaccio. Riebbe la parola, 1405 28| fossi un predicatore di culti nuovi. Certo, in quella 1406 16| decorazione c’era, ed era nel cuor mio e dei miei giovani, 1407 13| i bisogni crescevano e i cuori s’indurivano.~Io n’ero arrabbiatissimo; 1408 22| di mezzo a cui spiccavano cupole e campanili. Alzai il capo, 1409 20| discorso mi sembrò cavilloso e curialesco. Queste furono le mie prime 1410 26| tempo correvano opinioni curiose sopra molti nostri lirici. 1411 5 | con l’angolo a b c e la curva e la retta f, e i triangoli 1412 10| scuola sulle mie spalle curve. La sera andavo sempre alla 1413 9 | percosso, s’era fatto piú curvo, e rompeva spesso in atti 1414 22| le grasse risi della mia dabbenaggine.~Il appresso Zio Peppe 1415 26| vicino, stimandomi un giovane dabbene, di cui aveva inteso a far 1416 1 | piú fare il tric trac o la dama con zio Francesco che correre 1417 12| a letto, – diss’io, – e dammi un buon bicchiere di vino, 1418 14| presentarmi a un avvocato famoso e danaroso. Era un tal Don Domenico, 1419 11| descrizione della chiocciola di Daniello Bartoli, per il quale sentiva 1420 24| Ero cosí inflessibile, che dannavo non solo gli ornamenti e 1421 10| le cose piú assurde a mio danno, e fin d’allora mi sentii 1422 6 | morte di Luigi XVI, Marat, Danton, Robespierre, Carlotta Corday, 1423 9 | pareva gente sofistica e dappoco dirimpetto alla solenne 1424 5 | era una certa curiosità, e dapprima si udiva con pazienza. Poi 1425 14| apparenze diplomatiche. Presi a dar lezione ai due suoi figliuoli, 1426 24| Voglio riferirne alcuni, che daranno un concetto della scuola: “ 1427 19| maggior castigo che potessi dargli, e che gli fosse coltello 1428 10| recitare a memoria, quel darsi i pizzicotti mentr’io mi 1429 14| venivano da alcune copie, dategli per uso dei suo studio, 1430 | davanti 1431 2 | Gerusalemme, e mi trovai sul davanzale della finestra col braccio 1432 10| ha parlato; il mio nome debbessere scritto, non sono 1433 25| l’analisi, due forze che, debitamente esercitate, gli dànno la 1434 18| margine le correzioni con le debite osservazioni, e talora tiravo 1435 13| babbo, che aveva fatto un debito garantito da zio Carlo, 1436 25| le loro forze e le loro debolezze. Mi promettevo un grand’ 1437 25| quinario, del settenario, del decasillabo. La lettura dei versi prese 1438 23| lusso, ma non mancava la decenza. In fondo, a sinistra, era 1439 27| carattere impossibile; ma, uso a deciferare tutti i geroglifici dei 1440 17| sarei riuscito un gran decifratore di manoscritti e di papiri, 1441 10| Capitolo decimo~LA CRISI~Fu quello un momento 1442 26| del secolo decimottavo e decimonono, lui incosciente, che lo 1443 12| c’intenerivo. Sovente lo declamai in casa Fernandez, e mi 1444 12| dimenticare Ugolino. Lo andavo declamando anche per via, e parevo 1445 22| sul balcone dove io soleva declamare le ottave del Tasso. Mi 1446 2 | Tasso da noi impasticciate e declamate, e l’autore di questo bel 1447 12| avanti, signor De Sanctis, declamatemi l’Ugolino”. Quello era 1448 27| addosso, al primo suo lavoro. Declamava certa orazione, in tre punti, 1449 12| pensava al nuovo mondo. Lo declamavo in tutte le occasioni, e 1450 26| sentimento, e spesso non sono che declamazioni, opere letterarie e convenzionali, 1451 1 | maestro e c’insegnava a declinare e coniugare, ci dava le 1452 15| una sintesi, che si andava decomponendo in analisi, e uno degli 1453 17| per darmi il piacere di decomporla e procedere analiticamente 1454 17| Io sosteneva che quella decomposizione di “amo” in “sono amante” 1455 17| della parola, dopo di averla decomposta e trovato il suo senso logico. 1456 14| Ma quando vidi ch’era il decreto di mia nomina a professore 1457 14| e di mio cugino, con una dedica al marchese Puoti. Feci 1458 12| non sapevo e non volevo definire: insomma mi piaceva di star 1459 | degl’ 1460 27| come vermi dalle cloache, degna loro stanza”. Ciò che piú 1461 27| queste erano miserie non degne della sua collera.~ ~ ~ 1462 16| presentabile. Del resto, esso era degno di quel nome. C’era da 1463 26| assai dolce ti tegno: ~Tu déi omai esser cosa gentile, ~ 1464 14| appoggio presso al re, Cocle e Delcarretto. Il marchese, lieto della 1465 15| ho mai osato di oppormi deliberatamente a cosa che in fondo la mia 1466 19| aspetti della vita. Di sentire delicatissimo, quell’ambiente volgare 1467 19| finivano quasi sempre col delirio e la morte, mi spaventavano 1468 8 | Caro, il Castiglione, mi deliziavano. Nessuno dei miei compagni 1469 27| mio cervello; allora mi ci delizio e divento minuto, anche 1470 26| canzone sull’amore, ma le deliziose strofe sulla forosetta, 1471 11| distratto.~I momenti piú deliziosi li passavo nella scuola 1472 7 | in fama, come Toullier, Delvincourt, Duranton.~Come suole avvenire, 1473 5 | subito al finale: Quod era demonstrandum. Per nascondere al maestro 1474 10| famiglia anche quel po’ po’ di denaro che mi veniva da qualche 1475 24| nella storia di quella depravazione progressiva si notarono 1476 20| ministro mi pareva inferiore al deputato. Nelle mie passeggiate e 1477 28| considerazioni generali:~1. Derivando le forme dal contenuto, 1478 28| studiare l’organismo de’ poemi, derivandolo dal contenuto cosí com’era 1479 18| ciascuna parola dicevo i derivati e i composti, i sensi antichi 1480 17| spiegazione della regola ora nella derivazione da lingue precedenti, ora 1481 12| principesca, e mi gettai al desco senza badare al tovagliolo 1482 25| miei studi di medicina, descrissi i quattro famosi temperamenti, 1483 20| di gran forza, dov’erano descritte con mirabile facondia certe 1484 24| avete prima sentito, voi non descriverete piú battaglie, assedi, tempeste, 1485 12| piú minuti particolari si descrivevano i casi di contagio. Non 1486 24| che si sentono e non si descrivono. Era un senso indefinito 1487 12| scuole, le botteghe erano deserte.~Il morbo, che dopo alcuni 1488 27| nell’album di una signora: “Desiderando di piacere a qualcuno, tu 1489 3 | era un’avara, e ci faceva desiderare anche un po’ di pane. E 1490 15| quelli dell’ultimo anno, desiderarono ch’io li esercitassi nello 1491 9 | lui quello che pur tanto desideravo sapere; ma il timore era 1492 | desse 1493 | dessi 1494 | desso 1495 27| c’era del nuovo che tenea desta la curiosità. Una, sera, 1496 24| non perdevo autorità e non destavo antipatia. Stavo tra loro 1497 14| ancora pagare le copie che mi desti dei Santi Padri”, e mise 1498 27| talora anche il sabato, destinato all’esame dei componimenti. 1499 5 | chiacchierata sul nostro destino, quando stavamo per terminare 1500 21| quella lingua, navigando cosí destramente tra le esagerazioni degli 1501 28| Cristianesimo. Da questo desunsi i caratteri del contenuto, 1502 26| volli ficcare il naso, determinando le gradazioni e i passaggi.~ 1503 26| generi, – dissi, – sono determinati non dalle forme, ma dal 1504 23| grande importanza nella determinazione dello stile. Esprimere la 1505 25| studiai di dare le piú precise determinazioni alle mie idee. Dissi che


1-attac | attec-chiam | chiar-deter | detta-figur | fil-incon | incor-mando | maneg-parte | parti-racca | racco-sbada | sbagl-sping | spino-valor | vania-zucch

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