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Francesco De Sanctis
La giovinezza

IntraText - Concordanze

(Hapax - parole che occorrono una sola volta)


1-attac | attec-chiam | chiar-deter | detta-figur | fil-incon | incor-mando | maneg-parte | parti-racca | racco-sbada | sbagl-sping | spino-valor | vania-zucch

     Capitolo
4520 14| qui De Sanctis”. “Ma è uno sbaglio”, diss’io. “Ricamati d’oro 4521 10| d’una in altra parola gli sballai tutto. La mia semplicità 4522 16| tragicamente. Con questi giovinotti sballate due o tre regole, fate qualche 4523 27| saltò a dirmi: “Professore, sbarazzateci; questo nome di Eletti non 4524 10| gran porta ci facevano le sberleffe, e qualche voce ci giungeva, “ 4525 27| risa. L’abate, vedendosi sberteggiato, ricalcitrava, tutto rosso 4526 5 | tanta gloria. E l’abate sbirciando vide me tutto solo dall’ 4527 14| la mano del marchese, mi sbirciò dicendo: “Ah! il professorino”. 4528 15| incoraggiando. In pochi mesi mi sbrigai della grammatica, e capii 4529 14| signore, bocca ridente, che mi sbuca da una stanza, con splendore 4530 6 | trastulli fanciulleschi. Poi sbucai nell’orto, e salii il fico 4531 22| zio Peppe, quando la vidi sbucare di mezzo alle erbe, che 4532 26| Voltai le spalle e andai via sbuffando. Narrai il caso, e la compagnia 4533 8 | moveva a riso tutti. L’abate sbuffava, e non trovava loco, e non 4534 27| Savarese, il Gasparrini, lo Scacchi, il Cassola ed altri, che 4535 22| sceso lemme lemme, per una scala erta, che mi hanno detto 4536 28| parecchie lezioni. E mi ci scaldai tanto che, dovendo padre 4537 1 | foco, con le mani stese a scaldarsi, accostando un po’ lo scanno, 4538 18| ci scaldavo io, e ci si scaldavano gli altri. E quando, riscossomi 4539 18| non la finivo piú, e mi ci scaldavo io, e ci si scaldavano gli 4540 24| al di fuori di me, non mi scalfiva neppure. Il mio naturale 4541 27| gioventú.~Mi ricordo il grande scalpore che fece, quando gli venne 4542 10| a Giovannino. Ma quello scaltro ragazzotto fiutò la cosa 4543 5 | sbarrati verso i padri, ma scalza malizia, anzi senza sguardo, 4544 24| ai panni, e facevano le scampagnate con lui, tutto contento 4545 1 | scaldarsi, accostando un po’ lo scanno, sul quale era seduta. Spesso 4546 5 | stanzetta polverosa, con scansie a muro piene di vecchi libri, 4547 14| certa inclinazione a fare lo scapolo, il giovanotto. La sua immaginazione 4548 12| morti. Tirai di lungo, quasi scappando, e giunsi affannoso, che 4549 27| la figlia, e cercavo di scappar via quando sopravveniva 4550 1 | collo, quando si voleva scappare. Non c’era che non si 4551 22| vedeva venire zio Peppe, la scappava subito: quella figura erculea 4552 10| le mani come per dare uno scappellotto. Quegli scrittori vivi mi 4553 26| fece una brutta cera, e mi scaraventò certe parole grasse alla 4554 27| un diversivo, e talora mi scaricava di don Tommaso, e lo regalavo 4555 7 | lui cosí contraddetto mi scaricò un pugno sulla spalla, e 4556 19| al rossore delle guance scarne, mi levai turbato, che mi 4557 15| gran coso su quel volto scarno e pallido. Ma feci male 4558 27| allora in moda, e certi scarpini rumorosi. Fu accolto dai 4559 9 | era accresciuta; i mezzi scarseggiavano. Un bel giorno congedarono 4560 11| sue lezioni i giovani piú scarsi nell’italiano e nel latino. 4561 26| sentimento, di cui troppo scarso vestigio è nei nostri poeti. 4562 16| tra quel monte di libri, scartabellando. “Per Iddio! ma siete matto 4563 20| lo martellava e lo faceva scattare; e non si guardava mai intorno, 4564 27| Pareva come un bel gioiello scavato di sotterra, e di cui nessuno 4565 15| loro gustosissima. Solevo scegliere i luoghi piú acconci a lusingare 4566 27| trecentisti e cinquecentisti, e scegliessi con accuratezza quei luoghi 4567 18| il piú delle volte se lo sceglievano loro. Io tornava a casa 4568 9 | aria di civiltà, una certa sceltezza di maniere, che gl’imprimeva 4569 18| frasi o i periodi da me scelti, dov’erano gli errori, e 4570 10| occhi bassi, cosí tra lo scemo e lo sbadato. Io capii in 4571 11| altrui, quel contare le scempiaggini o le monellerie di questo 4572 28| piú alte contemplazioni scendessi nelle piú umili sfere. La 4573 10| chieder nuovo danaro. Quando scendevamo pel ponte, quei ladroni 4574 26| artista. I giovani si misero a scernere il buono dal cattivo, e 4575 10| gridando e protestando invano. Scesero poi tra gendarmi alcuni 4576 22| volevano ancora andare. Sono sceso lemme lemme, per una scala 4577 6 | settembre e zio veggendomi cosí scheletrito, volle farmi bere un po’ 4578 17| innanzi alla gioventú uno schema di grammatica filosofica 4579 15| ordinato sotto categorie e schemi, logicamente. Cosí nacquero 4580 6 | cavallereschi. Studiammo scherma sotto il Parisi. Imparammo [ 4581 12| occupazioni mi erano anche schermo contro il morbo, e non mi 4582 8 | da camera, che si mise a scherzare col Costabile, domandando 4583 22| mangiai distratto. Zio Peppe scherzava sulla mia distrazione, e 4584 16| quel tono di familiarità scherzevole, che piaceva tanto in casa 4585 6 | o alle palle, correndo, schiamazzando. Ero in piena aria, in piena 4586 28| di carità, che aboliva la schiavitú e stringeva in un solo patto 4587 1 | alla corsa, al salto sulla schiena, a nascondersi, a gatta 4588 25| a chi ha innanzi viva e schietta la cosa.~Lo studio delle 4589 10| rubiconda e sazia, di modi schietti. “Chi è questo signor Durelli? 4590 24| sdegnosi dell’adulare, e schivi di quelle civili menzogne 4591 26| invidia e di piccole gare; ma, schivo d’intrighi e di raccomandazioni, 4592 11| a tutti, e la collera mi schizzava dagli occhi, e tutti dicevano, 4593 2 | pareva un peperone ardente, schizzavano gli occhi, mi par di vederlo, 4594 22| giardino, che faceva la schizzinosa e fingea le convulsioni, 4595 17| abbozzata una volta, uno schizzo piú che un disegno finito, 4596 27| fantastico e il sentimentale, sciarade, logogrifi, volgarità e 4597 22| birichino, e s’aggiustò la sciarpa.~La passeggiata fu cosí 4598 22| terra, raccattando la sua sciarpina che le si era sciolta dalla 4599 10| imparavamo nei diversi rami dello scibile.~Stavo allora leggendo il 4600 11| lui mi si scioglieva lo scilinguagnolo, mi veniva la chiacchiera. 4601 5 | mia immaginazione! Quella scintilla elettrica me la sentiva 4602 21| quell’attrito mandavano scintille. A che giovano le memorie? 4603 12| voleva, e per una cotal sciocca braveria, e perché non voleva 4604 26| che andavano in chiesa a sciogliere non so qual voto. Noi ci 4605 27| solita litania; ma io mi sciolsi dal suo braccio, e dissi: “ 4606 16| stanzone da studio, e con scioltezza si mise a voltolarmi libri 4607 5 | nacque una putrida in versi sciolti, un volume di carta scritta, 4608 6 | sentivo nessuna voglia di sciorinare le mie letture; già pochi 4609 26| cattiva malaga che mi pareva sciroppo e mi facevano pagar salata. 4610 22| Io mi feci rosso come uno scolarello colto in fallo. E lei, sdegnosa, 4611 5 | braccetto il sensismo e lo scolasticismo.~Nelle scuole di Napoli 4612 5 | teoremi, di problemi, di scolii e di corollarii, di sillogismi, 4613 21| Io sentii la punta e mi scolorai. E il Gatti mi toccò il 4614 2 | diveniva sempre piú arida e scolorita, e non ci pigliava parte 4615 18| senso, ch’io annotava e scolpiva, si trasformava nella mia 4616 26| e la storia dei sommi, scompagnati dal corteo dei mediocri, 4617 25| ma lo studio delle cose, scompagnato da esse, conduce alla barbarie. 4618 19| abiti non li trovo. Erano scomparsi insieme con i miei danari. 4619 28| conquistata. Il poeta era scomparso sotto la rigidità del critico. 4620 17| esercizio di composizione e scomposizione rinvigoriva gl’intelletti 4621 8 | parte benedicendo, parte scomunicando. “Questa è parola poetica, 4622 10| ragazzaglia”, e non dico le parole sconce. Ma chi l’udiva? Quando 4623 9 | avessi potuto tollerare gli sconci parlari dei cattivi compagni, 4624 27| quando avveniva qualche sconcio, dicevano: “Non lo facciamo 4625 5 | luccicanti, pregiava piú quella sconfinata ambizione di Pirro che quella 4626 5 | forza di confessare la mia sconfitta, e inorpellai un po’ le 4627 15| c’era misericordia. Uscii sconfitto, in collera contro di me 4628 27| sono diavolerie ch’essi scongiurano con un segno di croce. Io 4629 3 | segno di croce, come per scongiurare il demonio. Poi camminando 4630 22| scelta. Io gli feci mille scongiuri, che la era una giovane 4631 3 | punta di piedi, pallido, sconvolto, stesi la mano alla cesta, 4632 26| ette. Conoscevo un po’ la scopa e lo scopone; ma non capii 4633 26| Conoscevo un po’ la scopa e lo scopone; ma non capii mai il mercante, 4634 3 | inglese, a costo di, vedermi scoppiare. Di sotto a quella cura 4635 19| da lungo tempo compresse scoppiarono con abbondanza. Egli cercava 4636 20| turchi, e mi pareva ogni scoppiasse la guerra. Ma non ne fu 4637 10| posto in cosí mala luce, che scopre sé e non vede gli altri.~ ~ ~ 4638 10| l’aver cura di lui? Ero scoraggiato; mi pareva che tutti mi 4639 23| vocina rauca di uno strumento scordato, disse: “E mi volete lasciar 4640 21| bel fiore, e gittar via le scorie e le male erbe”. Su questo 4641 28| Nelle opere spigliate o scorrette del Metastasio, del Bettinelli, 4642 5 | scolastiche in un italiano scorretto, ma chiaro e facile. Gli 4643 22| dolcezza. Vivi sudori mi scorrevano sulla fronte, e lei si cavò 4644 28| che accusarono il poema di scorrezione, e non lo trovarono né omerico, 4645 24| pretensioni si notavano scorrezioni grossolane, anche sgrammaticature. 4646 22| alle pubbliche faccende. Scorsi tutta la sua Cronaca, pigliando 4647 19| subito in aria; io mi ci scorticavo la mano, la levava a gran 4648 28| opinioni e pregiudizi furono scossi, ma non cancellati.~Cominciò 4649 28| dalle quali non era lecito scostarsi. Sotto nome di princípi 4650 2 | capitarono i romanzi di Walter Scott. Leggevamo in segreto come 4651 7 | Hume, e Smith, e la scuola scozzese, e un pochino anche Kant, 4652 17| quando il marchese mi diede a scozzonare quella brava gioventú. Il 4653 14| piú ignoranti, a fine di scozzonarli, perché la scuola non aveva 4654 8 | coverta di un tappeto verde screziato di macchie d’inchiostro. 4655 27| sono oggi piovuti di cielo! Scribacchiatori pullulati come vermi dalle 4656 22| mandava dei bigliettini. La scrittura era bella, ma non mancavano 4657 18| tanto che anche oggi dalle scritture piú orribili me la soglio 4658 24| tombe e cimiteri, e non scriverete piú lettere di complimenti, 4659 2 | leggerlo e tanto meno di scriverlo, scrivevo l’italiano in 4660 12| la mano, e mi promise di scrivermi, e mi fece molte cerimonie. 4661 8 | sera il marchese volle si scrivesse una novella. Doveva essere 4662 25| vostro esame di coscienza; scrivete i fatti, i pensieri, i sentimenti 4663 13| plagas del babbo, e di me scrivevano plagas a zio Peppe: “Che 4664 2 | disse: “Eh! testa dura, scrivi questo nei giorni nefasti, 4665 13| briccone di Ciccillo; gli scrivo subito”. “Zio Peppe, volete 4666 10| Non vidi mai piú questo scroccone e fu questa la prima truffa 4667 5 | un grand’uomo, faceva una scrollatina di spalle. Quella mia indifferenza 4668 25| arresti alla superficie, ma scruti le cose nella loro intimità, 4669 9 | Naturalmente io era lo scudo della mia famiglia, e quando 4670 26| Ci andai con la faccia scura: “Che sarà?” Trovai un 4671 23| sgualdrina. Quelli facevano scuse, e si tirarono con lei da 4672 24| questi era De Meis, che si scusò allegando le sue occupazioni, 4673 26| e abitano nei cieli, e sdegnano la bassa terra. Il mediocre 4674 25| giunsero all’orecchio, e ne fui sdegnato. Nuovo del mondo, inesperto 4675 20| tramezzando le sue pene e i suoi sdegni con aneddoti piccanti: ch’ 4676 24| congratulazioni, di lode, voi, giovani sdegnosi dell’adulare, e schivi di 4677 14| poco disposto al riso e sdegnoso di quel genere di discorsi. 4678 5 | onori di casa, di su di giú, sdrucciolava fra tutti i crocchi, dispensando 4679 12| precipizio, stretta stretta, sdrucciolevole, aperta ai fianchi, di una 4680 9 | giunti al largo della Pigna Secca, quando dissero a zio che 4681 5 | divenni un formidabile e seccantissimo disputatore. Non parlavo 4682 12| l’aria di dirmi: “Non mi seccate”. Poco si andava innanzi, 4683 12| dottorale di maestro; anzi mi ci seccavo e me ne vergognavo quasi, 4684 6 | scrivere; mi sentivo gli occhi secchi e abbacinati; uscivo di 4685 25| L’umanità, dopo analisi secolari, giunge a questa guardatura 4686 7 | presso un vecchio frate secolarizzato, e suo conoscente, un tal 4687 17| lasciando da parte tutto il secondario e l’accessorio. Non parlavo 4688 9 | In quel tempo Aniello suo secondogenito veniva già con noi alla 4689 5 | novità della poesia fece seder tutti. Giovannino, ch’era 4690 15| posta vicino all’ingresso. “Sedete”, gridò l’aiutante maggiore, 4691 19| per il solito stanzone, mi sedetti e tirai a me il cassetto 4692 5 | di bronzo. Sul seggiolone sedeva uno di quei padri, con volto 4693 14| sulla quale, quando mi sedevo con la penna in mano e con 4694 22| disse lei, – sono stanca; sediamo qui”. Io la guardava; non 4695 16| Capitolo sedicesimo~LA SCUOLA AL VICO BISI~Chi 4696 22| grosse pietre muscose, come sedili fatti apposta per noi. “ 4697 1 | lo scanno, sul quale era seduta. Spesso pregava e diceva 4698 5 | calamariera di bronzo. Sul seggiolone sedeva uno di quei padri, 4699 24| movimenti di attenzione che segnalano qualcosa di straordinario. 4700 26| di quelle voci eterne che segnano a grandi intervalli la storia 4701 25| sicuro della materia. Avevo segnato anche nella memoria i punti 4702 11| Si lesse una predica dei Segneri sul giudizio finale; una 4703 26| Napoli. Ci separammo con segni di cordiale amicizia: che 4704 5 | tra i compagni, e una voce segreta mi diceva: “tu vali piú 4705 14| modi squisiti. Parecchi segretari gli erano attorno, ai quali 4706 12| presi il volo. La mattina seguente volli partire. Mamma, ancorché 4707 10| fu il grido di tutti. E seguitavano che una era la causa, e 4708 25| di questa decadenza fu il seicentismo prima, e l’Arcadia poi, 4709 11| Bartoli. Insieme con questi seicentisti si leggeva la novella del 4710 12| e io mi aggrappavo sulla sella per tenermi saldo. Il contadino 4711 18| poi sceglievo in quella selva di errori quelli che davano 4712 6 | luogo di convegno era detto Selvapiano. La donna non mi faceva 4713 28| lasciatimi dai miei discepoli, sembrano oggi luoghi comuni. E questo 4714 12| Signorino, cosa avete? voi mi sembrate uno spirito”. “Vado a letto, – 4715 15| nella scuola al vico Bisi. Sembravo un estraneo alla società, 4716 27| messo buone radici fino nei seminari piú ritrosi. Mi ricordo 4717 5 | carriera aprendo una scuola. I seminarii erano scuole di latino e 4718 21| cervello?” Poi mi saliva la senapa al naso, pensando a quei 4719 14| Cicerone, Quintiliano, Seneca erano la decorazione. “O 4720 28| di molta immaginazione e sensibilità, dotato piú di dolcezza 4721 5 | e cravatta nera, era un sensista del secolo passato, ma pretendeva 4722 7 | monsignor Colangelo e ad altri sensisti in veste teologica, e credeva 4723 10| senza fondo. Ed ecco si sente come un grande spalancare 4724 19| raffinati. A lui parve, non sentendo piú i miei rimproveri, d’ 4725 9 | sonò nell’orecchio come la sentenza oscura della Sibilla. “Come 4726 7 | il giudizio, non vollero sentenziare e lasciarono dubbia la vittoria. 4727 6 | ci sono le prove”. “Oh! e sentiamo”. E io cominciai a infilzare 4728 10| gittati tutti come una balla. Sentimmo chiavare l’uscio con molto 4729 12| colera, e il duca, per non sentirne a parlare, s’era fatto taciturno 4730 24| avere un giovane era il sentirsi a dire di qualche suo lavoro: “ 4731 10| faremo svicolare”. La cosa fu sentita; si pose mano nel taschino, 4732 24| di soddisfazione, che si sentono e non si descrivono. Era 4733 20| allegra.~In quel maggio mi separai da Enrico e presi casa in 4734 25| gioco dei Sofisti, i quali, separando le forme del dire dallo 4735 12| accresceva lo squallore. Erano sepolture notturne, le quali, esagerate 4736 21| scrittori moderni e francesi, e seppellendomi fra i trecentisti. Sospesi 4737 5 | alla biblioteca e mi ci seppellii. Passavano dinanzi a me 4738 12| stravaganti, ed ero disposto a seppellire quel nome sotto l’altro 4739 27| quando hanno danari, li seppelliscono sotto terra, come per impedire 4740 19| ripetizione quotidiana. Seppellito nella scuola, sempre nello 4741 28| Juppa, mio discepolo e uomo serafico per mansuetudine e innocenza 4742 22| giornate intere e anche intere serate che non compariva: quella 4743 8 | eccellenti, come si diceva. Serbai quella novella tra le mie 4744 24| con verità e naturalezza, serbando inviolata in voi l’umana 4745 24| di quella gioventú. Pure serbò tanta modestia, che sembrava 4746 19| al balcone. Una di quelle sere che il freddo era grande, 4747 19| era grande, stando cosí al sereno, gli furono attaccati i 4748 27| Ariosto, andando su fino ai Sermoni del Gozzi e alle Satire 4749 8 | astuto, che s’insinuava come serpente, lisciando e adulando, e 4750 24| po’ secco, ma preciso e serrato. Però il suo dire non andava 4751 19| trovai vuoto, e rotta la serratura. Rimasi spaventato, e non 4752 10| epistolare e ti prenderà a’ suoi servigi; ma tu devi raggiustare 4753 10| berretto, e si offrivano a servirci, e il custode a dire ch’ 4754 14| piedi. – Come foss’io un servitore! Questo signor Domenico 4755 1 | niente, e Giovannino fa tanti servizi di casa, Giovannino di qua, 4756 15| un povero prete piú che sessagenario, messo al ritiro, divenuto 4757 27| via via fino a cinquanta o sessanta, mi davano il capogiro: 4758 1 | Capitolo primo~MIA NONNA~Ho sessantaquattro anni, e mi ricordo mia nonna 4759 20| Portava assai bene la sua sessantina: alto e corputo, quasi gigantesco, 4760 10| Tasso, quei sonetti, quelle sestine, quelle epigrafi, quelle 4761 27| novelle del Grossi e del Sestini, dove sentiva un odore di 4762 26| specialmente d’Isaia. Avevo sete di cose nuove, e quello 4763 20| contava di certe amicizie di setta, e conchiudeva sempre con 4764 6 | della Università.~Venne il settembre e zio veggendomi cosí scheletrito, 4765 27| dimestichezza con lui, come Luigi Settembrini, Vito Fornari, Antonio Mirabelli. 4766 25| come del quinario, del settenario, del decasillabo. La lettura 4767 11| capo. Cosí in men che due settimane, quasi di un sol fiato, 4768 7 | Capitolo settimo~L’ABATE GARZIA~L’anno appresso 4769 16| con la faccia oscura e severa, e non ridevo mai; i suoi 4770 24| fatta al suo lavoro, anche severissima; anzi nacque il costume 4771 7 | risposto meglio di quello sfacciato che mi troncava la parola 4772 3 | addirittura una panella, e sfamiamoci, e diamo una lezione alla 4773 10| carro dei principi reali, sfarzosamente addobbato. Mi feci largo 4774 14| borbottando, e forse dicea: “Che sfelienzi!”. E noi ci guardammo, e 4775 28| scendessi nelle piú umili sfere. La verità è ch’io mi sentivo 4776 20| tutto in sudore, sotto la sferza della canicola, col viso 4777 21| tra gli autori, menando sferzate di qua e di . Il mio studio 4778 10| i pizzicotti mentr’io mi sfiatava, m’era intollerabile, mi 4779 7 | silenzio. Allora in aria di sfida disse che la disputa si 4780 19| sera in casa Isernia, e mi sfogai ben bene con donna Rosa 4781 22| frizzando, motteggiando e sfogando su di lui tutta la stizza 4782 11| mi sentivo alleggerire sfogandomi con lui. Presto divenne 4783 21| risposi io, che, non potendomi sfogare col marchese, me la presi 4784 10| Peggio è che non potevo sfogarmi con alcuno, stizzoso della 4785 20| della tribuna francese, e, sfogatasi ben bene nei caffè a chiacchiere 4786 8 | correggendo bozze di stampa, sfogliando dizionari e grammatiche. 4787 8 | un tesoro, e cominciai a sfogliare. Mi parve quello un parlare 4788 8 | ristetti, finché non ebbi sfogliati un gran numero di quei volumi. 4789 21| trattenevano. Anche allora sfogò la sua ira per indiretto. 4790 22| forza, che pareva volessi sfondare il muro. Ella apri con avidità, 4791 26| catechismo e le preghiere che ci sforzavano a recitare nelle Congregazioni, 4792 12| talora che facevo male, e sforzavo il viso a serietà; pur ci 4793 6 | fare. Erano certo nobili sforzi, ma senza indirizzo e senza 4794 10| rotti i vetri al balcone, sfregiando signori e signore. Ora alcuni 4795 19| contentava la mia voglia sfrenata di leggere, e la mia faccia 4796 17| lingua, e mi abbandonavo sfrenatamente al mio genio, e davo del 4797 11| dopo di avermi ben bene sfruttato, a me che gli ricordavo 4798 24| faceva piccino, quasi per sfuggire a quel trionfo.~De Meis 4799 8 | marchese parecchi errori sfuggiti ai miei occhi pazienti, 4800 26| incontravo qualcuno, quegli mi sfuggiva come un creditore. Mutai 4801 26| nella lettura, che non mi sfuggivano le piú lievi gradazioni 4802 6 | balbettai. E lui m’incalzava, sghignazzando, e zio Pietro gli faceva 4803 6 | succhiati col latte. Quello sghignazzare di D. Domenico mi pareva 4804 27| chiama un’amplificazione”. E sghignazzava e si dondolava, facendo: 4805 15| facevano rumore coi piedi, e sghignazzavano, e si berteggiavano, guardando 4806 6 | terra.~Votati i boccali, e sgombrata la stanza, si rimase in 4807 8 | Verri, quel dire semplice e sgrammaticato del Villani non mi entrava. 4808 22| di ortografia e qualche sgrammaticatura. Talora io facevo il signor 4809 24| scorrezioni grossolane, anche sgrammaticature. Se però il profitto non 4810 12| chiamavano, e me ripugnante sgridavano e incalzavano. Io non voleva, 4811 6 | Costantino si pose in mezzo e mi sgridò. “Vattene al diavolo col 4812 23| non volli svergognare la sgualdrina. Quelli facevano scuse, 4813 28| leggevano gli stranieri; Shakespeare passava addirittura per 4814 | 4815 9 | la sentenza oscura della Sibilla. “Come ha detto?” mi voltai 4816 27| zitto!”, e che a me parve un sibilo. Questo mi turbò assai. 4817 8 | villaggi di Firenze indicato Signa. Non so perché, questo nome 4818 17| quadro, nel quale andavo significando tutti i movimenti intellettuali 4819 23| forme, ma le cose da quelle significate, e dalle cose tiravo la 4820 12| non mi aveva dato un’aria signorile e di comando, e con la mia 4821 14| diss’io con effusione. “Signurí ’o rialo”, diss’egli, cavandosi 4822 24| SCUOLA~La mia casa era cosí silenziosa, che mi ci pareva naufragare. 4823 5 | scolii e di corollarii, di sillogismi, entimemi, e dilemmi; e 4824 26| Saffo, nel Bruto, nella Silvia, nella Nerina, nel Consalvo, 4825 26| nostri sottintesi. Quelle Silvie e quelle Nerine ci rapivano 4826 22| visetto grazioso; era una simpatica creatura. Quel suo riso 4827 7 | con alcuni compagni piú simpatici, e si disputava molto di 4828 23| tutte le parti. Illustrai il simplex et unum di Orazio. Questa 4829 26| impressioni erano vivaci, perché sincere, e partecipate da quella 4830 24| le parole, perché essi, sincerissimi e attentissimi, talora mi 4831 24| Questo dava una impronta singolare alla scuola. Si abborriva 4832 23| esteriorità, secondo le singole apparenze di ciascuna forma. 4833 4 | libri. Sazio di lacrime e di singulti, mi venne innanzi Virginia, 4834 17| parti in un gran quadro sinottico. Poi, biasimando quel rilegare 4835 25| al modo di concepire, di situare e di esprimere gli oggetti, 4836 19| mano. Lei la ghermiva e la slanciava subito in aria; io mi ci 4837 5 | pur nelle ossa non so che smania di nuovo e di moderno.~Corsi 4838 21| queste teorie? Debbo forse smettere il mio corso sulla lingua? 4839 12| lui, che mi vedeva cosí smilzo e con la faccia del colera. 4840 20| Pure, dentro di me era sminuito il suo prestigio. Quella 4841 18| attitudine alle minuzie; sminuzzavo tutto, e su ciascuna minuzia 4842 27| terribile di passioni indomite, smisurate, mi parve come la scoperta 4843 22| uscirsene con quel secco e smunto; mi attendevo un bello scritto, 4844 15| andare alla buona”. Seguí snocciolandomi consigli buoni quanto inutili. 4845 27| preparazione, alla favola, allo snodamento, alla catastrofe, ai caratteri, 4846 11| soprattutto una stampa del soavissimo Domenico Cavalca, ch’egli 4847 8 | eletta schiera di giovani sobbarcarsi a quelle letture, e professare 4848 22| facevo via. Mi provai a socchiudere le imposte, per togliermi 4849 22| potentemente. L’uscio era socchiuso. Entrò lei, e io volevo 4850 13| frasi di condoglianza, ma soccorso di danaro. Zio Pietro chiedeva 4851 25| prostituzione si armò la collera di Socrate, che flagellò come violazione 4852 27| vivaci, con quelle facce soddisfatte! Essi guardavano in me il 4853 12| ne sapevo nulla, ed ero soddisfatto e quasi sorpreso dei loro 4854 15| avvezzi. Poi, ci sono i soffioni che cospirano contro il 4855 5 | sicumera che Elvezio era un sofista e Lamettrie un chiacchierone. 4856 25| invenzione e quasi un gioco dei Sofisti, i quali, separando le forme 4857 9 | Fortunato, e mi pareva gente sofistica e dappoco dirimpetto alla 4858 13| del mistero, un fanatico sofistico, un testardo”. Zio Peppe 4859 2 | tragedie di Voltaire, la Sofonisba del Trissino mi parevano 4860 6 | e un ateo, e ne domandò sogghignando se c’era Dio. “Sicuro, – 4861 10| carcerieri e carcerati sogghignavano, portando false notizie; 4862 11| garbo, ch’io mi sentivo soggiogato, e pendevo dalle sue labbra. 4863 8 | po’ di affettazione, come sogliono fare gl’imitatori. Quello 4864 26| come certi ambiziosi, che sognano re e imperatori, e abitano 4865 | solamente 4866 11| lasciato un cosí profondo solco nell’anima mia.~Conobbi 4867 15| Venne; e, trovati due soldi di regalo per lui, disse: “ 4868 22| sera del mercoledí uscii soletto; mi attendeva zio Peppe 4869 2 | E quando fummo per via soli, zio mi diede un forte pizzicotto 4870 5 | con la geometria piana e solida. Facevo le figure bene; 4871 15| occasione, e faceva dei soliloqui, perché nessuno leggeva 4872 28| il sangue del suo nemico; Solimano piange alla vista del suo 4873 11| sempre bene agli spiriti solitari. Parecchi cercarono di rivederlo 4874 11| la mia natura casalinga e solitaria mi teneva lontano da ogni 4875 19| sopra quel terrazzino per sollazzo, e si facevano parecchi 4876 3 | paura di Rachele mi fece sollecito, e afferrai la panelle e 4877 27| effetto; pure quei secoli non solleticavano piú, e la gioventú si gittava 4878 15| tante cose nuove; io poi solleticavo il loro amor proprio, lodando, 4879 27| lettura nuova, che fosse un solletico alla curiosità. Una sera 4880 12| diritta, cominciavo: “La testa sollevò...” Non mancavano i battimani; 4881 13| voleva caricar lui della soma che stava addosso a me; 4882 28| individui, e nessun individuo somiglia a un altro. I tipi sono 4883 22| balcone. Tutti i giorni si somigliavano: non si andava innanzi né 4884 26| grandi poeti la fantasia sommerge e sperde in sé il concetto, 4885 12| carri funebri, con preci sommesse, con grida di monelli, che 4886 26| imparare, e la storia dei sommi, scompagnati dal corteo 4887 | son 4888 21| registrate nel vocabolario, ma sonanti nella bocca del massaio 4889 22| fermo, e quell’entrata, dove sonarono già i miei clamori fanciulleschi, 4890 5 | precipitò verso il fortunato sonettista; e le signore lo baciavano; 4891 3 | stava disteso sul letto sonnecchiando. Zia Marianna era a sua 4892 22| a letto, per fare il suo sonnellino del dopo pranzo, io mi posi 4893 11| svegliava gli spiriti piú sonnolenti, e vi suscitava immagini, 4894 26| amorosa non era poi che un sonnolento e artificioso petrarchismo. 4895 22| votato”. Ruppe in una risata sonora: “Oh! di questa signora 4896 20| coalizione mi pareva una soperchieria e uno scandalo, e, col mio 4897 26| Pensai a ridurre le spese. Soppressi quel bicchiere di malaga 4898 17| popolo; ma, non potendo sopprimere le differenze e guastare 4899 26| novità, e io con tutti quei sopraccapi ci metteva poco studio. 4900 12| faccia bruna e le folte sopracciglia e gli occhi neri e dolci.~ 4901 24| allegramente i cinquanta ducati. Sopraggiunse il babbo, che faceva lui 4902 8 | seco. Mi avevano posto per soprannome il grammatico. Io me ne 4903 22| Quel giorno ero un po’ soprapensiero. Tenevo gli occhi spesso 4904 2 | Ciccillo!”. Io mi riscuoteva in soprassalto come da un sonno, e zio 4905 12| senza la quarantena; e i soprastanti del paese conchiudevano 4906 27| cercavo di scappar via quando sopravveniva il babbo, che m’empiva la 4907 12| posi a guardare le stelle, sorbendo di volta in volta un po’ 4908 7 | tabacco; era tutto macchiato e sordido. Straniero a ogni movimento 4909 4 | anno piú di me, ed era mia sorella ed era l’anima mia. Mi comandava 4910 27| era una nuova coltura che sorgesse spontanea, era un’eco confusa 4911 12| ero soddisfatto e quasi sorpreso dei loro evviva. Rialzato 4912 9 | essere un aiuto dello zio per sorreggere la scuola in quei suoi vecchi 4913 19| rinfrancare le forze in Sorrento.~Capitai in casa di una 4914 10| ripescò un tale D’Amore, e mi sorresse e mi tenne sotto il braccio. 4915 14| Va bene”, disse a me, sorridendo, con un gesto della mano, 4916 12| di notte. Entrai in casa, sorridente, con le braccia aperte. 4917 20| aveva una faccia che ci sorrideva; Guizot, ci parve un brutto 4918 18| attonita, quei cari giovani mi sorridevano dicendo: “Professore, quando 4919 26| padrone di casa. Costui sorrise del mio imbarazzo e della 4920 5 | tutti i crocchi, dispensando sorrisi e strette di mano e gentili 4921 22| ed ho respirato a grandi sorsi, e mi sono sentito allargare 4922 12| delle congregazioni, ogni Sorta di accompagnamento, il che 4923 12| allegra natura, che mi faceva sorvolare sui mali della vita. Tutti 4924 12| altro. La vita pubblica fu sospesa; le scuole, le botteghe 4925 21| seppellendomi fra i trecentisti. Sospesi anche, sotto questo o quel 4926 8 | dimestichezza col marchese, e dissi sospirando: “Se foss’io cosí!”. Egli 4927 22| la lunga storia dei suoi sospiri, dicendo di me alcune particolarità 4928 18| differenze di tutti quei sostantivi ammassati l’uno su l’altro, 4929 17| secondo il loro contenuto, sostanze, accidenti, modificazioni, 4930 20| sua azione diplomatica a sostegno del viceré d’Egitto. Mi 4931 21| che diceasi elocuzione. Sostenevo che l’importante era meno 4932 9 | forse Dio per punire me non sosterrebbe lo zio nell’ardua prova. 4933 28| imitazione omerica, ch’egli vi sostituí nella Gerusalemme conquistata. 4934 21| dogma della purità avevo sostituito il dogma della proprietà 4935 28| di regole e di modelli io sostituivo la particolarità di un contenuto 4936 5 | elegante che aveva smesso sottana e collare, e vestiva in 4937 9 | con occhio amico quelle sottane lunghe e nere con quei berretti 4938 1 | riempiendo di allegria i sottani di casa. Molti fanciulli 4939 27| bel gioiello scavato di sotterra, e di cui nessuno aveva 4940 7 | che parve meravigliosa per sottigliezza di argomenti, e per copia 4941 28| questi elementi ostili. Volle sottoporre a modelli omerici un contenuto 4942 17| intellettuali e materiali, e vi sottordinavo tutte le preposizioni, che 4943 14| asciutto, con una bella sottoveste bianca. E “onde vieni? cosa 4944 17| incadaveriva la parola, le sottraeva tutto quel moto che le veniva 4945 28| piú grossolane, questi le sottraevano tutta la parte viva, 4946 9 | e tutto ciò che poteva sottrarre alla mia famiglia, non gli 4947 24| concentrata mi teneva lontano da soverchia familiarità; c’era non so 4948 7 | quando nel mondo mi vedevo soverchiare da certi presuntuosi ignoranti, 4949 7 | della parola mi sentivo soverchiato, e stavo stizzoso, perché 4950 20| entrarono. Ci vedevo una soverchieria contro quel povero Thiers. 4951 26| natura mite rifuggiva dalle soverchierie, e cercai un altro modo. 4952 24| non consentiva altrui un soverchio abbandono, e mi manteneva 4953 21| di quel tempo. Tenni come sovrano arbitro delle cose della 4954 26| Tormentando la memoria, non mi sovviene di alcun altro. La scuola 4955 22| quella scalinata lunga e sozza, fermandomi a ogni tratto, 4956 11| di avventure galanti, i sozzi parlari mi seccavano: giungevano 4957 10| Che sarà di me?” E lui a spacciar protezioni, a vantar nobili 4958 26| edizione dello Starita fu spacciata in pochi giorni. Quasi non 4959 11| tale Ambrogio C..., che si spacciava parente del marchese Puoti. 4960 3 | obliqua, che mi parve una spada. La sera ci fu gran chiasso; 4961 26| era insediato in casa e spadroneggiava. Glielo feci capir bel bello; 4962 27| sono come i castelli di Spagna, che talora ci vengono in 4963 10| si sente come un grande spalancare di porte: “Cosa è nato? 4964 10| farmacista; un balcone stava spalancato; vidi signore che scappavano 4965 1 | e coniugare, ci dava le spalmate, e ci prendeva per il collo, 4966 26| numerosissima. Già la fama se ne spargeva per la città e per le province. 4967 3 | rimpiccinito, e avrei voluto sparire dal mondo. Zia Marianna 4968 10| moneta circolava, appariva e spariva; l’ingordigia di quei bricconi 4969 26| visto pure che molti oggetti sparivano di casa a vista d’occhio.~ 4970 6 | una gran tavola avanti, sparsa di scartafacci e d’inchiostro. 4971 12| poi, guarito appena, e sparsasi la voce che andare in villa 4972 27| suoi libri di testo erano sparsi nelle piú lontane scuole. 4973 10| occhi. Quel D’Amore aveva sparso ch’io poteva molto sul marchese 4974 17| stare in loro compagnia e spassarmi insieme con loro. Cosí nacque 4975 22| questa. Ciò si chiama uno spassatiempo, un modo di passare il tempo. 4976 12| sassosa e ripida, e la mula spaventata e poltra dava salti, tirava 4977 19| col delirio e la morte, mi spaventavano e mi attiravano come un 4978 2 | trovavo un labirinto, e me ne spaventavo. Poi la rappresentazione 4979 12| mattino la città di nuovi spaventi.~Anche a me giungeva un 4980 4 | guardavano. Mamma lo seppe, e si spaventò che con tanti vezzi e ninnoli 4981 23| isolata. La cosa vive nello spazio e nel tempo, che formano 4982 22| ripulite, e vedo la via bene spazzata. “Manco male, – dissi; – 4983 12| da cessi, da orinatoi, da spazzature, da cenci, da uomini vivi 4984 24| qui la prima volta venite, specchiatevi in coloro ch’io ho chiamati 4985 28| esterne in cui egli vive, si specializza, prende una data situazione, 4986 16| non mi fate la faccia di spedale con quel chiodo fisso nel 4987 10| casa del signor Fernandez, spedizioniere di una casa di commercio. 4988 6 | ricco, ma stretto nello spendere; e fu punito dalla prodigalità 4989 19| guarirmi; ma ero inesperto e spensierato. Le occupazioni si prendevano 4990 12| parlava di famiglie intere spente, di migliaia di morti al 4991 26| poeti la fantasia sommerge e sperde in sé il concetto, e lo 4992 28| superstizione e d’ipocrisia, sperduto tra elementi poetici e critici, 4993 5 | la fisica. Era la Fisica sperimentale del Poli, un altro abate, 4994 14| starsene tra pochi valorosi già sperimentati. Quel fare atto di pazienza 4995 12| tolta dagli occhi ogni parte spettacolosa, i campanelli, le fraterie, 4996 27| lei, figlia unica, sarebbe spettato un ricco patrimonio. Quando 4997 11| moltitudine ci stava come gli spettatori nella platea. Cominciavano 4998 27| se vi farà piacere o vi spiacerà, ma la verità è una, e come 4999 25| cantilena e parallelismo mi spiacevano. Mostrai la flessuosità 5000 16| suo naturale, le fronti si spianavano e le ore passavano rapide.~ 5001 15| per la novità, e quelli mi spiavano, cambiandosi cenni birichini 5002 8 | battere sulle finali, a spiccar bene la voce, ad accentuare 5003 11| balbutire. Parlavo adagio, spiccato, e parlando pensavo, tenendo 5004 24| buonissima lega col greco. Spiccava tra gli altri un don Raffaele, 5005 26| tra la folla, non facevo spicco e nessuno mi badava.~Poco 5006 15| materia fosse interessante, spiegando loro il senso e il nesso 5007 15| maestro di scuola, un voler spiegar le cose, senz’aria però 5008 2 | Giovannino leggendo ci spiegava tutto e ci notava le bellezze. 5009 2 | grammatiche, storie e poesie. Si spiegavano brani assai lunghi di scrittori 5010 15| prenda cosí sul tragico; ti spiegherò io la cosa”. E mi narrò 5011 22| di carta. La raccatto, lo spiego, ci trovo una letterina 5012 8 | foss’io cosí!”. Egli ci spiegò che la base della scuola 5013 28| pedantesco. Nelle opere spigliate o scorrette del Metastasio, 5014 19| via quel giovanotto gaio e spigliato, che ammiccava di qua e 5015 10| curiosità; poi si cominciò a spigolare frasi; ma questo gioco presto 5016 24| Venosa Luigi La Vista, da Spinazzola Michele Agostinacchia, e 5017 12| rimaneva imbrogliato tra le spine, e talora davo di fronte 5018 22| spesso verso il balconcino, spingendo lo sguardo anche addentro, 5019 10| Marra. C’era gran calca; uno spingersi innanzi e indietro, come


1-attac | attec-chiam | chiar-deter | detta-figur | fil-incon | incor-mando | maneg-parte | parti-racca | racco-sbada | sbagl-sping | spino-valor | vania-zucch

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