Trattato
di Frate
Ieronimo da Ferrara
dell'Ordine
de' Predicatori
Circa el reggimento e governo
della
città di Firenze
composto
ad instanzia delli eccelsi Signori al tempo di
Giuliano Salviati Gonfaloniere di Iustizia
Proemio
Avendo scritto copiosamente, e
con grande sapienzia, molti eccellenti uomini
d’ingegno e di dottrina prestantissimi, del governo delle città e delli regni,
magnifici ed eccelsi Signori, parmi cosa superflua componere altri libri di
simile materia, non essendo questo altro che multiplicare li libri, senza
utilità. Ma perché le Signorie Vostre mi richiedono, non che io scriva del
governo de’ regni e città in generali, ma che
particularmente tratti del nuovo governo della città di Firenze, quanto spetta
al grado mio, lasciando ogni allegazione e superfluità di parole e con piú
brevità che sia possibile, non posso onestamente denegare tal cosa, essendo
convenientissima al Stato vostro, e utile a tutto el popolo, e necessaria al
presente allo officio mio.
Perché,
avendo io predicato molti anni per voluntà di Dio in questa vostra città, e
sempre prosequitate quattro materie: cioè, sforzatomi
con ogni mio ingegno di provare la fede essere vera; e di dimostrare la
simplicità della vita cristiana essere somma sapienzia; e denunziare le cose
future, delle quali alcune sono venute e le altre di corto hanno a venire; e,
ultimo, di questo nuovo governo della vostra città: e avendo già posto in
scritto le tre prime, delle quali però non abbiamo ancora pubblicato il terzo
libro, intitulato Della verità profetica, resta che noi scriviamo ancora
della quarta materia, acciò che tutto el mundo veda che noi predichiamo
scienzia sana e concorde alla ragione naturale e alla dottrina della Chiesa.
E
avvenga che mia intenzione fusse e sia di scrivere di
questa materia in lingua latina, come sono ancora stati composti da noi li
primi tre libri, e dichiarare come e quanto e quando si aspetta a uno religioso
a trattare e impacciarsi delli Stati seculari; nientedimeno, chiedendomi le
Signorie Vostre che io scriva volgare e brevissimamente per piú commune
utilità, essendo pochi quelli che intendono il latino a comparazione delli
uomini litterati, non mi rincrescerà prima espedire questo trattatello; e
dipoi, quando poterò essere piú libero dalle occupazioni presenti, metteremo
mano al latino con quella grazia che ci concederà lo onnipotente Dio.
Prima,
adunque, brevemente tratteremo dello ottimo governo
della città di Firenze: secondo, del pessimo. Perché, avvenga che prima bisogni escludere el male, e dipoi edificare el bene,
nientedimeno, perché el male è privazione del bene, non si poteria intendere il
male se prima non si intendessi el bene. E però è
necessario, secondo l’ordine della dottrina, trattare prima del governo ottimo,
che del pessimo. Terzio, noi dechiareremo qual sia il fundamento da tòrre via
el governo pessimo, e da fundare e fare perfetto e conservare el presente buon
governo, acciò che diventi ottimo, in essa città di
Firenze.
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