SCENA OTTAVA
Tancredi, Argirio.
TANCREDI
Vengo a punirti... Addio.
M'abbraccia, Argirio.
ARGIRIO
(con emozione)
Oh! sì! pace, contento
Sparir per sempre dal mio cor.
Pur sento
Che a' dolci amplessi il mio penar vien meno.
(Abbracciandosi).
TANCREDI
Se tu sapessi chi ti stringi al seno!
ARGIRIO
Ah, se de' mali miei
Tanta hai pietà nel cor,
Palesa almen chi sei,
Conforta il mio dolor.
TANCREDI
Nemico il ciel provai
Fin da' prim'anni ognor:
Chi sono un dì saprai...
Ma non odiarmi allor.
ARGIRIO
Odiarti!...
TANCREDI
(tristissimo)
Ah! son sì misero!
ARGIRIO
E la mia figlia?...
TANCREDI
(con impeto)
Oh! perfida!
ARGIRIO
(subito)
Ma pugnerai per lei?...
TANCREDI
(marcato)
Sì. Morte affronterò.
TANCREDI e ARGIRIO
L’ingrata/indegna odiar vorrei,
Odiarla, oh ciel! non so.
(Trombe di dentro).
Ecco le trombe:
Al campo, al campo;
Di gloria avvampo,
E di furor.
Il vivo lampo
Di questa/quella spada
Splenda terribile
Sul traditor.
Se il ciel mi/ti guida,
Fausto ti/mi arrida:
Renda invincibile
Il mio/tuo valor.
(Partono).
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